martedì 15 gennaio 2013

Il bavaglio NO !

Galileo va all'asilo (nido) da ormai 5 mesi, con qualche pausa più o meno lunga per vacanze o malanni di stagione. La nostra esperienza finora è ottima  e mi sembrava interessante fare ora un punto della situazione e qualche considerazione generale sul metodo educativo in Svezia. Zarinaia, con cui si è discussa la cosa a voce, ne sa sicuramente più di me, ma ci sono cose che balzano anche ad occhi non esperti come i nostri. 
1. Orari di permanenza: il nostro Galileo va all'asilo dalle 7:15 alle 15:00, grazie al fatto che ultimamente mi sono potuta permettere di uscire dal lavoro un paio d'ore prima al giorno grazie alle tante ore di straordinario accumulate nei mesi passati. Volendo avremmo potuto lasciarlo anche fino alle 17-17:30, e la struttura è aperta comunque fino alle 18 per chi ne ha bisogno. Ed è proprio il "per chi ne ha bisogno" che è la chiave del sistema. Nei giorni di ferie o quando non si è al lavoro (per i motivi più disparati, tranne la malattia) non è permesso lasciare i bambini all'asilo ! L'asilo non è un parcheggio, e quindi non si può andare dal parrucchiere o a fare un massaggio mentre la maestra tiene d'occhio i pupi. I bambini i cui genitori sono a casa in congedo parentale per l'arrivo di un fratellino/sorellina possono andare all'asilo ma con un tetto massimo di 15 ore (qui in Östergötland; a Stoccolma sono più generosi e il tetto è 30 ore). Sembra una regola molto severa e in effetti lo è, perchè obbliga i genitori a stare con i propri figli in ogni momento tranne che al lavoro (e per chi non ha nonni-babysitter nelle vicinanze, come molti svedesi e come anche noi, leggi: tempo per sè stessi pari a zero). Ma è anche un modo affinché le famiglie si prendano le proprie responsabilità (leggi ancora: i figli non si fanno perchè qualcun altro li tenga) e perchè tutti possano avere diritto all'asilo pubblico a costi ragionevoli (ridicoli, se paragonati alle centinaia di euro al mese che si spendono in Italia).
2. Attività educative e personale: la stragrande maggioranza del personale che lavora nel "nostro" asilo ha delle specifiche qualifiche educative e le attività svolte all'asilo devono seguire uno specifico piano didattico ("läroplan"). Ricordo a mio tempo l'asilo delle suore (e di asili delle suore ce ne sono ancora parecchi in Italia) - pensare a personale con specifiche conoscenze di pedagogia e psicologia infantile è pura utopia !
3. Tutti all'aria aperta: il limite minimo per uscire e giocare in giardino è stabilito a -10°C. Neve, pioggia o vento tutti i bambini escono 2 volte al giorno, mattina e pomeriggio, doverosamente equipaggiati con vestiti adeguati.  Una volta alla settimana tutti i bambini fanno addirittura ginnastica con la musica in giardino (anche d'inverno). Che dire degli asili italiani dove l'inverso si passa SEMPRE al chiuso nonostante le temperature decisamente più miti ? 
3. Rispetto dei bambini e promozione della loro indipendenza: Il primo giorno di asilo notavo con sorpresa che nessuno dei bambini del gruppo di Galileo (12 bambini di età compresa tra 1 e 2 anni, che fanno riferimento a 3 maestre) utilizzava il bavaglio a pranzo. Ma come, io che ricordavo che in Italia i bambini lo usano almeno fino all'età delle elementari ?!? E poi, che dire di piatti di porcellana anzichè di plastica, bicchieri di vetro, stoviglie da adulto (forchetta - e, udite udite, coltello a partire dai 2 anni) ? Ma questi bambini non fanno disastri, non si infilzano a vicenda le forchette negli occhi, non si tagliano le dita ? Beh.... no ! Imparano semplicemente ad essere indipendenti e responsabili. Se non mangiano, non c'è nessuno che li imbocca. Se si rovesciano addosso l'acqua, impareranno in fretta che essere bagnati non è così piacevole. Posso confermare che ultimamente Galileo torna a casa con la stessa maglietta con cui lo portiamo alla mattina, e non è nemmeno sporca... E poi, volete mettere la sensazione di indipendenza, e l'orgoglio per "essere grande" per il bambino stesso ? A volte penso proprio che le madri italiche dotate di bavaglio in una mano e canottiera di lana nell'altra proprio non vogliano che i figli crescano e diventino indipendenti...