martedì 26 febbraio 2013

Oggi Galileo compie 2 anni

Oggi 26 febbraio, Galileo compie 2 anni !
Due anni che possiamo dire siano quasi volati, due anni durante i quali il piccolo-grande uomo ci ha regalato un'infinità di soddisfazioni ma soprattutto due anni vissuti intensamente: 18 voli aerei e quasi 30.000 miglia per il provetto viaggiatore !
Domenica scorsa lo abbiamo festeggiato assieme ad un'amichetta della stessa età di nome Olivia i cui genitori (italiani) sono recentemente approdati qui in Svezia. Per l'occasione avevo noleggiato la sala ristorante del SMHI (il mio datore di lavoro) che si era già prestata ai festeggiamenti natalizi... e con grande gioia siamo riusciti a riunire insieme tutti gli amici italiani emigrati qui a Norrköping o Linköping negli ultimi 3-4 anni: oltre 50 persone, di cui una ventina di bambini !!!
Una festa con i fiocchi (e tanti dolci fatti in casa) in cui tutti si sono divertiti, i bambini a giocare e rincorrersi e i grandi a chiacchierare e scambiarsi gli ultimi aggiornamenti (anche perché adesso che siamo diventati così tanti è quasi impossibile tenersi sempre aggiornati su tutto e tutti...).



Oggi Galileo è stato festeggiato anche all'asilo dove al mattino era stata issata la bandiera svedese fuori dalla porta e dove, durante la giornata, ha potuto sedersi sulla sedia d'onore, spegnere la candelina,  distribuire della frutta fresca agli altri bambini e scegliere le canzoni che i bambini avrebbero cantato tutti assieme.
Stasera invece c'è stata un'ulteriore occasione per spegnere in famiglia la fatidica candelina con il numero 2 mentre via Skype arrivavano gli auguri telematici di nonni e parenti.


sabato 16 febbraio 2013

Leadership alla svedese

A suo tempo, Giulia aveva scritto un ottimo post sulla formazione medica in Svezia con tanto di considerazioni sulla sua corrispettiva italiana. Non è mia intenzione qui aggiungere altre considerazioni alla formazione clinica degli specializzandi in Svezia, ma qualche pensiero su altri aspetti formativi e qualche considerazione sul lavoro.

Piccola ricapitolazione: sono arrivata in Svezia nel 2009 con una laurea in medicina e un diploma di specializzazione in medicina interna. Dopo aver lavorato per circa 2 anni in una clinica dell'ospedale della città dove viviamo, dal novembre 2011 ho iniziato un nuovo lavoro in un vårdcentral (presidio di medicina di base) in campagna. Questo ha comportato un notevole cambio di mansioni lavorative e per me la possibilità (non l'obbligo) di conseguire una seconda specializzazione in medicina generale (ndr per chi lavora nel campo: questa specializzazione NON è equivalente nè come contenuti nè come riconoscimento legale al corso triennale per MMG). Dal momento che le conoscenze di medicina generale hanno molto a che vedere con la medicina interna, mi è stata "abbuonata" una parte della specializzazione fatta in Italia, mentre dovrò completare con le parti mancanti. E qui la cosa di fa interessante, perché le parti mancanti rilevanti non sono tanto i piazzamenti clinici (leggi: periodi di lavoro più o meno lunghi in altri reparti), quanto i corsi obbligatori. Molti di questi corsi sono comuni a TUTTE le specialità indipendentemente dal tipo, ed è proprio questa la cosa interessante: cosa si ritiene importante per la formazione di un medico (oltre alle conoscenze tecniche) ?

Consapevolezza dei propri punti di forza e delle proprie debolezze.
Capacità di lavorare in gruppo minimizzando gli attriti nonostante le differenze caratteriali e attitudinali, sfruttando proprio queste al meglio per creare un team completo.
Capacità di comunicare in modo adeguato (anche dal punto di vista emotivo) con il paziente.
Nozioni di economia sanitaria e legislazione nell'ambito medico.
Come - in futuro - sapere ricoprire adeguatamente un ruolo di leader e saper interagire in modo corretto con i proprio collaboratori.

Ecco, i corsi su queste tematiche sono molto costosi per il datore di lavoro (nel mio caso la regione) ma nondimeno sono OBBLIGATORI per ottenere la specialità.
In Italia il mio unico ricordo dei corsi fatti durante la specializzazione è di lezioni accademiche tecniche dall'utilità a volte molto discutibile (vedi, ancora una volta, il post di Giulia). Nessuno sembrava porsi la domanda di come rendere un gruppo di lavoro efficiente, di come sfruttare al meglio le competenze - le più svariate - di colleghi e personale vario, di come gestire i conflitti e risolverli in modo positivo. In Italia il mio ricordo è di molte primedonne, a cui la buona gestione dell'ambiente lavorativo, "l'aria" che si respirava sul lavoro e il rispetto per i colleghi e sottoposti erano secondo piano rispetto all'interesse personale e alla volontà di apparire e affermare la propria superiorità.
 
In Svezia invece il "politically correct" sul lavoro è portato quasi all'estremo e l'esaltazione dell'eccellenza individuale è cosa sconosciuta (attenzione: non è l'eccellenza che manca, ma la volontà di farne sfoggio). Di sicuro però non manca la capacità di creare gruppi di lavoro funzionanti, che non significa semplicemente aggregare singoli individui affinché lavorino insieme. Il capo in tutto questo non è in posizione di evidente superiorità ma è solamente chi ha una visione d'insieme, tira le fila e  provvede a fare in modo che le attività procedano senza intoppi e con uno sguardo al futuro. Questo su piccola, media e grande scala.

Esulando poi dalla medicina e dando uno sguardo ad altri campi, lavorativi e politici, si ritrova in molti altri ambiti esattamente lo stesso pensiero. Se ne discuteva recentemente con un amico svedese, che da diversi anni ricopre una posizione importante in organismi pubblici: per un leader sono inaccettabili atteggiamenti superbi o sopra le righe, e un tale comportamento porterebbe con certezza ad una richiesta di dimissioni. Che ne dite, utopia in Italia... ?

giovedì 14 febbraio 2013

Motorvärmare

Un altro passo verso la svedesizzazione: così qualcuno ha definito scherzosamente il nostro ultimo acquisto. 
Piccola ma necessaria premessa: quando ci siamo trasferiti nel nostro attuale quartiere e abbiamo dato un'occhiata alle case già costruite (mentre la nostra doveva ancora arrivare) abbiamo notato che poche case avevano un garage chiuso. Molte avevano una semplice tettoia sotto la quale posteggiare la macchina, alcune proprio nulla. Cosa ancora più strana: nelle case con garage, le macchine dei proprietari erano sempre parcheggiate all'aperto. 
Abbiamo ad un certo punto chiesto spiegazione ad amici e conoscenti svedesi, senza avere risposte chiare ed univoche. C'era chi sosteneva che gli svedesi usano il garage come ripostiglio per infinite quantità di attrezzi tanto da non avere più posto per la macchina. Altri non hanno saputo darci una spiegazione. Adesso, dopo un inverno particolarmente nevoso (al contrario del precedente, il primo nella casa nuova) abbiamo capito il perchè !
Parcheggiare in garage alla sera significa portarvi dentro una notevole quantità di neve. Essendo in garage la temperatura molto più alta che all'esterno, la neve sciogliendosi crea oltre a delle belle pozzanghere anche notevoli problemi di umidità e rischia di rovinare, infiltrandole, le pareti del garage. Dopo aver provato ad tamponare la situazione con cartoni e plastica sul pavimento (fallimento completo), per ovviare al problema ci siamo dotati di questo, provvedendo a far realizzare una piccola modifica alla macchina: 

Per la cronaca: la macchina e la casa non sono le nostre...

Per chi non lo conoscesse, si tratta di uno scaldamotore/scaldaabitacolo/caricabatteria collegato ad una speciale presa elettrica esterna con timer di cui tutte le case sono dotate. Il dispositivo in questione è molto diffuso in Scandinavia soprattutto nei posti auto condominiali situati all'esterno, e si è rivelata un'ottima idea. La nostra macchinina si farà quindi il resto dell'inverno all'aperto, e posso assicurare che è ben calda quando la mattina saliamo per andare al lavoro/asilo. E - soprattutto - non siamo costretti all'odiosa corvé del grattare il ghiaccio sui vetri dopo una notte sottozero...