mercoledì 14 ottobre 2009

A proposito di caos: un paziente svedese in Italia

In una giornata come tante al "mio" pronto soccorso ho incontrato un giovane paziente reduce da un recente viaggio in Italia, dove aveva avuto modo di sperimentare il pronto soccorso e un paio di giornate di ricovero in un ospedale di una media città lombarda. Abbiamo scambiato due chiacchiere e, informato della mia origine, si e´ dimostrato molto soddisfatto quando gli ho tradotto la lettera di dimissione scritta in italiano, e mi ha brevemente raccontato della sua esperienza nella sanità del nord Italia: di come, nell'attesa (non eccessivamente lunga) al pronto soccorso avesse notato un incredibile viavai di pazienti e parenti vocianti e talora inferociti (con tanto di commento: "ma gli italiani urlano sempre ?"), del povero medico di pronto soccorso descritto come "vicino al burnout", della gentilezza del personale che purtroppo non parlava un inglese sufficiente a spiegargli la sua situazione clinica (motivo per cui era ricapitato, preoccupatissimo, in pronto soccorso una volta rientrato in patria), di alcuni medici giovani, esausti e nervosi dopo interminabili guardie...
Ma quello che mi ha fatto pensare è stato il suo commento: "Amo l'Italia, ci vado spesso, c'è il sole, fa caldo e si mangia bene... ma c'è caos dappertutto !" Aggiungendo, dopo un po': "Immagino che in Italia i medici abbiamo molti riposi, o almeno uno stipendio molto alto, per fare un lavoro così stressante in ospedale..." Beata innocenza !

3 commenti:

  1. In Italia non hanno i medici che parlano inglese! E in Svezia parlano Italiano e anche Padovano!

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  2. Ti è scesa la lacrimuccia quando ha detto l'ultima cosa? :o)

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