In una giornata come tante al "mio" pronto soccorso ho incontrato un giovane paziente reduce da un recente viaggio in Italia, dove aveva avuto modo di sperimentare il pronto soccorso e un paio di giornate di ricovero in un ospedale di una media città lombarda. Abbiamo scambiato due chiacchiere e, informato della mia origine, si e´ dimostrato molto soddisfatto quando gli ho tradotto la lettera di dimissione scritta in italiano, e mi ha brevemente raccontato della sua esperienza nella sanità del nord Italia: di come, nell'attesa (non eccessivamente lunga) al pronto soccorso avesse notato un incredibile viavai di pazienti e parenti vocianti e talora inferociti (con tanto di commento: "ma gli italiani urlano sempre ?"), del povero medico di pronto soccorso descritto come "vicino al burnout", della gentilezza del personale che purtroppo non parlava un inglese sufficiente a spiegargli la sua situazione clinica (motivo per cui era ricapitato, preoccupatissimo, in pronto soccorso una volta rientrato in patria), di alcuni medici giovani, esausti e nervosi dopo interminabili guardie...
Ma quello che mi ha fatto pensare è stato il suo commento: "Amo l'Italia, ci vado spesso, c'è il sole, fa caldo e si mangia bene... ma c'è caos dappertutto !" Aggiungendo, dopo un po': "Immagino che in Italia i medici abbiamo molti riposi, o almeno uno stipendio molto alto, per fare un lavoro così stressante in ospedale..." Beata innocenza !
Ma quello che mi ha fatto pensare è stato il suo commento: "Amo l'Italia, ci vado spesso, c'è il sole, fa caldo e si mangia bene... ma c'è caos dappertutto !" Aggiungendo, dopo un po': "Immagino che in Italia i medici abbiamo molti riposi, o almeno uno stipendio molto alto, per fare un lavoro così stressante in ospedale..." Beata innocenza !
In Italia non hanno i medici che parlano inglese! E in Svezia parlano Italiano e anche Padovano!
RispondiEliminaTi è scesa la lacrimuccia quando ha detto l'ultima cosa? :o)
RispondiEliminahuahahahahahahahahaha :-D!!!!!!!!
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