Eccoci al secondo appuntamento dedicato al confronto tra Italia e Svezia. Più di qualche lettore ce l'ha chiesto e noi cerchiamo di accontentare un po' tutti. Ovviamente come ho già scritto nel primo confronto dedicato all'automobile, non si tratta di una visione assoluta ma delle nostre impressioni personali. I contributi e i commenti solo al solito i benvenuti.
Oggi parliamo di: abitudini la guida.
Come in tutti i paesi esiste un codice della strada scritto e delle consuetudini abituali. Cercherò di paragonare sempre quello che ho visto qui a Norrköping in questi mesi con quello che ero abituato a vedere a Padova. Premetto che a Stoccolma e a Roma le cose potrebbero essere differenti...
Regola n.1: gli "zebra crossing", ossia le strisce pedonali, non sono delle strane righe bianche disegnate chissà per quale motivo di traverso rispetto alla sede stradale, ma bensì impongono un ben preciso comportamento. Se non vi è il semaforo per l'attraversamento pedonale, la macchina qui quasi sempre si ferma e lascia passare il pedone, anche se questo era semplicemente fermo in prossimità delle strisce senza una vera e propria intenzione di attraversare. C'è un grandissimo rispetto per i pedoni e per le biciclette che ovunque possono contare sulle infinite piste ciclabili e molte volte anche su una specie di "diritto di precedenza" nell'attraversamento delle rotonde... ma anche i pedoni da parte loro anche se non ci sono "macchine in vista", spesso schiacciano il bottone ed aspettano il verde (questa è la cosa alla quale non sono ancora riuscito ad adeguarmi). E pensare che a Montegrotto Terme il sindaco ha fatto "installare" anche di bei bambini di bronzo con tanto di cartella sulle spalle in procinto di attraversare le strisce con l'intento di far rallentare le auto: l'iniziativa è lodevole e mi era piaciuta, peccato che qualcuno si era anche fregato i bambini di bronzo un paio di volte !
Regola n.2: alla guida non si beve. Ho come l'impressione che questa sia un qualcosa che viene insegnato ai bambini fin da piccoli, perché tutte le volte che siamo usciti in compagnia di amici svedesi, magari in coppia, c'era un accordo preliminare su chi doveva guidare poi la macchina al rientro e quindi con l'obbligo di rimanere sobrio. Spesso mi è anche capitato di vedere delle pubblicità progresso in TV sulla questione "Drink&Drive" che mi hanno lasciato abbastanza sorpreso !
Regola n.3: limiti di velocità. In autostrada il limite è di 110 km/h ed ovviamente non posso dire che tutti rispettino tale limite. Per la vecchia brontomacchina, il nostro Discovery del 1998, 110 km/h è una velocità perfetta, si viaggia in coppia massima... quindi per me questo limite non è un problema. Ovviamente però ho visto diverse macchine oltrepassare tale limite, ma non credo di tantissimo e soprattutto non è un'abitudine così diffusa. Quello che non ho visto sono le macchine arrivare a tutta velocità in autostrada, inchiodare ad un metro dal tuo paraurti posteriore mentre sei sulla corsia di sorpasso ed iniziare a "fare i fari" freneticamente non appena decidi di sorpassare un paio di camion in più... da quando sono qui non mi sono più arrabbiato in autostrada... e pensare che in Italia volevo installare sul posteriore della macchina una scritta luminosa a led che nel caso succitato mostrasse il messaggio "tra un secondo inchiodo !".
Altra questione invece i limiti di velocità in città. Qui non si sgarra, ed i 50 km/h e le zone a 30 km/h sono sempre rispettate anche per la questione dei pedoni e delle biciclette. In città nelle aree residenziali al posto dei dossi che non sono così numerosi come da noi, ci sono dei restringimenti, magari costruiti con delle aiuole piene di fiori, dove può passare una macchina alla volta; un modo come un altro per rallentare il traffico.
Regola n.4: qui i parcheggi sono quei posti dove c'è il segnale con la P grande su fondo blu, punto e basta. Quasi sempre sono a pagamento, magari costano veramente poco, se arrivano all'euro all'ora sono molto cari... altroché i 3,5 euro all'ora di Piazza Insurrezione a Padova. In città di parcheggi ce ne sono parecchi e grandi, trovi sempre posto. Anche per questo argomento qui non ho più lo stress da ricerca del parcheggio che mi assaliva le poche volte che dovevo andare in centro a Padova in centro per qualche necessità in automobile.
Ovviamente non penso conoscano la parola "parcheggiare in terza fila" che penso invece sia molto di moda nella grandi città come Roma. Ritengo sia una questione di spazio, densità abitativa (ma comunque Norrköping è una città di 120.000 abitanti non un "buco"), di abitudini (la gente usa molto di più la bicicletta che da noi) e di rete di mezzi pubblici diffusa ed efficiente.
Delle piste ciclabili abbiamo già parlato in un altro post. Spenderò solo due parole sulle strade. Molto spesso la riga di mezzeria delle strade extraurbane è provvista di solchi che una volta che ci vai sopra con le ruote te ne accorgi anche se stai per addormentarti ! Li trovo utili, ci sono anche da noi in qualche strada (spesso in autostrada), ma li ho visti e "sentiti" solo sulla parte esterna della carreggiata non al centro.
Un'altra cosa utile che c'è spesso qui nelle strade extraurbane che non siano le autostrade, è la terza corsia ad uno promiscuo. In pratica la terza corsia può essere utilizzata alternativamente da un senso di marcia alla volta per tratti di lunghezza variabile da qualche centinaia di metri a qualche chilometro. Ovviamente a separare i due sensi di marcia opposti c'è sempre in tal caso il guardrail. Qui è una cosa piuttosto diffusa, visto lo spazio a disposizione, e la ritengo un'ottima idea in quanto annulla lo "stress da sorpasso" in quei pochi casi che si presenta (visto lo scarso traffico generale).
Un'ultima cosa che ho notato sono l'esiguo numero di motorini e le moto che si vedono in giro. Se si fa caso nei parcheggi dei luoghi di lavoro dedicati ai mezzi diversi dalle auto, come ad esempio l'ospedale dove lavora Silvia, le biciclette sono la stra-maggioranza.
Con i parcheggi a pagamento sono esagerati! Inviti le persone a casa e devono pagare il parcheggio con così tanto spazio libero!
RispondiEliminaTe l`ho già detto non ho mai fatto un confronto trà Svezia e Italia e non lo farò mai anche se potrei permettermelo molto più di te essendo arrivato in Svezia nel lontano 1965 pensa tu non eri ancora nato e i tuoi genitori giocavano ancora “a palline” pardon.“biglie” perchè amo le due nazioni in parti uguali i motivi sono semplici la Svezia mi ha dato una famiglia meravigliosa, il tipo di lavoro che io volevo fare mi ha dato l`opportunità di completare gli studi iniziati in Italia e coronare un mio vecchio sogno tenuto nel cassetto per “troppi” anni ma sopratutto la dignità di continuare ad essere Italiano ed essere stimato ed apprezzato per quello che sono anche con i miei difetti da Italiano… perchè sono Italiano , io guido come un Italiano,lavoro come un Italiano e mangio come un Italiano, (la carne d`alce non mi interessa anche sa la prossima settimana andrò a casa di mio genero nello Småland per partecipare ad una battuta di caccia.) e ti assicuro che quando arriverà l`ora del pranzo mi chiederanno se ho portato “la salciccia” dicono propio così non dicono “korv” (lo sanno che le ho portate… ed anche tutto l`occorrente per una buona “puttanesca”.ed io mi sentirò orgolioso di essere Italiano ma l`importante è che i miei figli, nipoti,genero/nuora Svedesi (indigeni come li chiamo io…) Quando vanno in Italia non vedono tutto quel “casino” che vedi te ( lo vedi da per tutto anche nelle città dove non sei mai stato… non sarai mica un veggente…) ma al contrario si divertono un mondo, vuol dire che qualche cosa di buono dall`Italia lo portata.
RispondiEliminaUn consiglio sul traffico svedese 1). una buona visita oculistica, 2).non bere mai il tasso alcolico consentito è 0,000 (non tutti lo sanno). 3). Ricordati che in Svezia ci sono 2 leggi una per gli Svedesi meglio se biondi (indigeni) ed una per quelli che non sono ne carne ne pesce i quali non essendo nemmeno biondi vengono chiamati affetuosamente “svart skalle” testa nera.(dopo potresti fare qualche paragone aspettando comunque una decina d`anni perchè te li fanno fare “a bottega” come diciamo Noi a Roma .
Au revoir,
Arrrivederci,
Lycka till…!
ci sarebbero molti spunti di riflessione...e sorgono alcune domande prima di tutto: in Italia tali opportunità sarebbero state le stesse? Forse negli anni sessanta più di ora...tra l'altro.
RispondiEliminaSeconda cosa: mancando dall'italia dal 65 e abituandosi a certi standard di efficienza, non è che magari uno si è dimenticato tutto ciò che non va? E dal 65 a oggi, come si è "evoluta" la situazione?
Perchè io, sinceramente, il casino lo vedo DAPPERTUTTO in italia...
Certo, se parliamo di cucina e patrimonio artistico siamo unici al mondo, sempre se riuscissimo a valorizzarlo come si deve.
Roma è unica al mondo per esempio, ma l'ultima volta che ci sono stato ho dovuto fare tre ore di coda sul raccordo per raggiungerla...mica mi sono divertito tanto....
@franco: caro Franco, ho tutto il rispetto per le persone più vecchie di me e per quelli che amano mettersi in gioco, magari anche emigrando ed integrandosi nel nuovo ambiente. Visto che mi sembra di capire che ti piace il dibattito, ti spiego meglio il mio punto di vista, poi non ribatterò più.
RispondiEliminaHo lasciato l'Italia non per rinnegare le mie origini di cui vado fiero, ma perché non mi andavano più giù certe cose di quel paese e determinati malcostumi generali. Assieme a Silvia abbiamo cercato un paese che fosse più adatto al nostro stile di vita e a quello della nostra futura famiglia. Ed ora che sono qui sicuramente non importo le cose che non mi piacevano dell'Italia, cose per cui tu adesso magari ti vanti come il guidare all'italiana... ma cerco di integrarmi e comportarmi secondo i migliori costumi locali cercando di essere riconoscente verso il paese che mi ospita. Non sono qui, come dici invece tu in un tuo precedente commento in lingua svedese, "per fare i soldi". Ovviamente però le cose buone dell'Italia come ad esempio la sopressa veneta non mancano nemmeno a casa nostra...
Come ben dici tu, i tuoi parenti tutti si divertono quando vanno in Italia e come non sarebbe possibile altrimenti? Peccato che poi quando la vacanza è finita se ne tornano qui a casa... perché allora non si trasferiscono nella tua Roma?
Nonostante la mia giovane età (come tu affermi) ti posso garantire che di città e posti nel mondo ne ho visti parecchi e non solo nella cara vecchia Europa... e a meno di non essere ciechi mi sembra che il traffico sia una delle questioni più spinose nelle città italiane. Sai qual é il livello di biossido di azoto medio in Pianura Padana? Mi hai dato proprio un bello spunto, il prossimo post lo faccio sull'inquinamento...
Questo blog esprime un mio parere personale e ci metto del mio meglio per tenerlo sempre aggiornato con idee e cose nuove e ti garantisco che non è come giocare a "biglie", serve un impegno costante, e l'unica soddisfazione che abbiamo sono le persone che lo leggono... mi chiedevo perché, vista la tua grande esperienza, non ti metti in gioco anche tu ed inizi a scrivere un bel blog con il TUO punto di vista? Aspetto il link...
Mia madre, che è verosimilmente un po' più giovane di Franco (è del '47), dice spesso che quando lei e mio padre erano una giovane coppia molte cose in Italia erano più facili che adesso ad esempio prendere una casa in affitto (per una coppia con lui insegnanate e lei in dottorato, quindi non ricchi), trovare lavoro per un neolaureato e magari trovarlo a una distanza ragionevole da casa (l'ultima proposta che ho avuto io era a un'ora di auto+treno+traghetto andata e ritorno ogni giorno). Anche il traffico era molto minore e infatti mia madre, che per anni non ha più guidato, adesso ne ha paura.
RispondiEliminaForse è difficile capire quanto possa essere stressante vivere in Italia oggi guardando da fuori. Viverci e lavorarci e crescerci la famiglia intendo, perchè farci le vacanze è ben diverso. Lo stesso traffico, la mancanza di percorsi ciclabili e di trasporti pubblici affidabili hanno un impatto diverso per un turista o per un genitore che, finito il lavoro, deve correre da un capo all'altro della città in 10 minuti per recuperare il bimbo al nido. E si tratta solo di un esempio fra molti.
@giulia traghetto dove?
RispondiEliminaVenezia, avrei dovuto dire vaporetto
RispondiElimina@giulia avevo pensato messina! sorry!
RispondiEliminaQui in italia quando qualcuno si ferma con la macchina per farmi passare sulle strisce (1 su 10) ringrazio sempre facendo un cenno... l'ho fatto anche in svezia, solo che li si fermavano tutti, rallentavano anche vedendomi da grande distanza!
RispondiEliminaHo notato che il cenno poi me lo facevano anche loro, di rimando!
A Stoccolma ho visto qualche cretinata da parte di qualche automobilista, clackson ai semafori se uno non si muove, ma le piu' grosse infrazioni le ho viste fare ai taxi...
Davanti al mio hotel la mattina era una strage di auto in divieto di sosta, era un quartiere pieno di scuole: multa di 900 corone (ne ho guardata una :P), messa in una busta impermeabile (casomai piovesse!)
Anch'io ho notato la quasi totale assenza di scooter , qualche moto di grossa cilindrata, ma soprattutto tantissime bici... Mi sono trovato in piena ora di punta serale ad un semaforo vicino a Slussen e mi sono goduto la scena...il rosso ammucchiava ad ogni ciclo del semaforo un centinaio di bici, era uno spettacolo vederli ripartire tutti insieme! :)
Beh, in Italia si sà il problema è il traffico (a "Palemmo" in "patticcolare", per citare Johnny Stecchino. Al nord (basta scavalcare le alpi) le cose cambiano radicalmente. Nei miei migliaia e migliaia di chilometri percorsi all'estero come turista riconosco in toto le impressioni di Gabriele. In Scandinavia in particolare. Ricordo statali Norvegesi dietro a camion enormi che viaggiavano a 85, anche 90 km su limite di 80. Ma appena entravano in un centro abitato frenavano fino ai 50 all'ora. E non facevano i 51!. Usciti dall'abitato ripartivano verso gli 80. Sulla superstrada verso Milano (limite di 90) viaggio a 90 e vengo superato da furgoni, moto, camion che magari mi lampeggiano pure! Le strisce? Accompagno le mie figlie e altri bambini con il piedibus a scuola. Ogni volta, armato di giubbettino e paletta mi devo buttare sulle strisce a fermare intraprendenti autisti che obbligo a fermarsi e mi guardano in cagnesco. Ricordo con nostalgia i tempi in cui, nel mio paesino di 7000 abitanti, giocavamo a pallone in piazza, e uno a turno faceva il palo e gridava MACCHINAAA!, casomai ne fosse passata una.
RispondiEliminaVivendo nell'affollatissima pianura padana,e avendo avuto per qualche tempo la necessità di recarmi in macchina nelle nostre grandi città (Bergamo e Milano), non posso che sondividere l'opinione di Gabriele.Certo,anche quando i miei genitori erano giovani,negli anni 60, di macchine ce n'erano poche, si girava molto in bici (o solo in bici,qui in provincia!)..era tutta un'altra cosa..Ma adesso la situazione e'a dir poco invivibile..soprattutto a Milano e dintorni..
RispondiEliminaAnche a Stoccolma ho trovato zone abbastanza trafficate,ma come molti di voi sono rimasta piacevolmente sorpresa dal numero imponente di gente in bicicletta, dalla buona organizzazione dei mezzi pubblici,dall'educazione dei pedoni e degli autisti,e dal rispetto assoluto dei limiti,anche dove,secondo me,erano assurdi..(tutte cose che ho riscontrato anche in Gran Bretagna).
Piacerebbe anche a me venire al lavoro in bici (invece che fare la ciclette a casa!), ma è a dir poco da incoscienti pedalare lungo una strada statale,senza pista ciclabile,con automobilisti "anarchici"..
Ritorniamo al solito discorso:per gli svedesi e per molti altri popoli le regole si rispettano e basta,per noi italiani sono poco piu'che suggerimenti,che uno puo'interpretare a piacere!
A Oslo mi è capitato di fermarmi a consultare la cartina davanti a un passaggio pedonale, non proprio sul bordo del marciapiede... alzo gli occhi e vedo una fila di auto incolonnate in attesa che io attraversi, e nessuno ha toccato il clacson! Be' ho attraversato anche se non dovevo....
RispondiEliminaQuando sono stato a Stoccolma qualche settimana fa ho notato anche io l'estremo rispetto dei pedoni, i quali però (e quì ti contraddico) spesso e volentieri attraversano anche a semaforo rosso se in caso di assenza di automobili in transito.
RispondiEliminaPer le infrazioni, non ho difficoltà a credere come la maggior parte vengano commesse dai tassisti. Un po' per il tipo di professione e un po' perchè, almeno a Stoccolma, la maggior parte dei tassisti NON sono svedesi xD
Per rispondere poi a Franco...io sono giovane, ho 26 anni ma vivo fuori casa da almeno 8. Nel mio piccolo, di posti ne ho visti e, forse come te non ho mai rinunciato (giustamente) alla mia identità di SARDO (nemmeno italiano, perchè all'Italia mi sento legato solo geograficamente. E non per campanilismo, ma tanto quanto perchè sono nato e cresciuto in una cultura che è diversa, c'è poco da fare).
Per mia riflessione, e in quanto tale opinabile, lunge dall'essere un teorema o una verità assoluta, quando vai fuori casa per viverci o per un periodo di tempo comunque prolungato, DEVI comportarti come e se possibile MEGLIO degli abitanti del posto che ti ospita. Ciò non implica certo il farti mettere i piedi in testa, ma in linea generale l'EDUCAZIONE è il miglior lasciapassare per andare ovunque. Poi uno stronzo lo puoi trovare a Roma, a Padova, a Stoccolma e a Timbuctù, ma non mi metto a pensare che la legge in Svezia non sia uguale per te come per un vichingo indigeno, come li definisci.
Semplicemente, ho avuto l'impressione che in Svezia non succeda come in Italia, che nemmeno si va incontro, ma letteralmente ci si piega a esigenze e/o culture altrui (vedi episodio del cristo nella scuola eccetera)...lì credo che sia lo straniero a trovarsi costretto (e anche invogliato, dati i servizi) a integrarsi, pena l'isolamento da parte degli stessi svedesi, e perchè no...penalizzazioni anche dal punto di vista delle leggi. Se io ho un ospite che mi rompe le scatole, faccio quanto in mio potere per farlo andare via, credo che questo discorso possa essere esteso anche a livello più macroscopico.
La prova di questo, è che mentre andavo in giro per Stoccolma, spesso da solo e a notte inoltrata non ho mai incontrato nè gentaglia a spacciare (ed ero in una zona ricca di locali notturni), nè bivacchi nelle stazioni o nelle metro, ma soprattutto nemmeno volanti della Polizia in giro.
Come sono tornato a Padova e ho attraversato il Cavalcavia Borgomagno alle 9 di sera, ho trovato l'apoteosi della feccia, e mi sono sentito anche un po' triste a girare con un coltello a serramanico sempre in tasca.
E scusate se mi son dilungato...
Hej da!
Luca
Bellissimo post, e bellissime anche le discussioni che sono seguite!
RispondiEliminaDa tempo leggo il vostro blog, e ogni volta ci leggo delle vere "lezioni di civiltà" che troppo spesso in Italia vengono trascurate.
RispondiEliminaIo faccio un mestiere, il tecnico informatico, per cui il tempo è preziosissimo, ma la maggior parte lo passo alla guida. Ne deriva che avrei tutta la motivazione per correre troppo forte e scansare in volata gli "indecisi", sia essi in macchina o a piedi.
Pur avendo sempre cercato di mantenere un comportamento corretto alla guida, spesso, senza pensarci, per la fretta o la stanchezza, mi è capitato di raggiungere velocità da incoscente e di non fermarmi se la persona che avevo davanti, pure in prossimità delle strisce, non accennava ad impegnarle.
Un giorno spero di lasciare l'Italia e di venire lì in Svezia, nel frattempo parte della mia preparazione (oltre a studiare svedese... povero me!) si concretizza anche in queste in fondo non tanto piccole attenzioni. Ora guido in maniera molto tranquilla, lascio passare i pedoni sempre e comunque (talvolta mi suonano, e la persona che attraversa inveisce contro chi ha suonato e prende le mie parti).
Quante volte non mi avrebbero fracassato la macchina se avessero rispettato la distanza di sicurezza! L'ultimo incidente mi ha fatto capire come ci si sente ad essere un'aringa svedese. In scatola, però.
Non dico che rispetto i limiti, però eccedo di pochissimo, rispetto chi rientra nei limiti e non lo supero, a maggior ragione se la linea è continua e non si può farlo.
Io sono ottimista. Penso che un giorno la mentalità dell'italiano alla guida (dico di media, lungi da me da fare di tutta l'erba un fascio) cambierà in meglio. Molte cose cambieranno in meglio. La civilizzazione è un fatto di evoluzione. Ma io non posso aspettare. Quando potrò, naturalmente non solo per questo motivo, mi farò una famiglia nell'habitat a mio giudizio migliore.
In russia è molto pericoloso fermarsi a far passare un passante, quelli dietro di te non se lo aspettano, ti tamponano a tutta velocità e ti fanno mettere sotto anche il passante. Se dietro non hai nessuno è meglio non fermarsi comunque altrimenti stai in quarto d'ora a guardarti con il passante che non capisce perche ti sei fermato, e dopo che è passato ti continua a guardare e dire ma da dove viene questo? :-)
RispondiEliminaGabriele anche se hai promesso (o minacciato) che non commenterai più i miei ”inlägg” mi permetto di scriverne ancora uno, dopo non ti disturberò più (è una promessa). Gabriele ragazzo mio… lo sappiamp tutti che in Svezia la qualità della vita è migliore… grazie a Dio… (tack och lov).. altrimenti sia io che te e Silvia saremmo rimasti in Italia, compresi quei 3000-4000 italiani che vivono in Svezia, come vedi non siamo molti…Speriamo che te e Silva sappiate presto colmare questa lacuna…so che ci state pensando e vi faccio gli auguri fin da adesso. ”Vi håller tummarna”.
RispondiEliminaAvrai capito che per dire queste cose scontate per tutti, non c`è bisogno di dipingere il diavolo (Italia) ancora più brutto di quello che è..Gli Svedesi nascono,vivono e muoiono con la convinzione di essere i più belli, i più bravi i più buoni…mentre tutti quelli che ”purtroppo” nascono al di là delle alpi sono brutti ,sporchi e cattivi credimi non hanno certamente bisogno delle nostre”sviolinate” per tenere alta la loro autostima ”självförtroende ”
Saremmo rimasti in Italia avremmo avuto il diritto ed il sacrosanto dovere di fare una critica (costruttiva) ma da quassù dove è gia stato fatto ”tutto”dagli altri è veramente troppo facile e troppo comodo come direbbe mio nonno caporale dei bersaglieri.
Leggendo il tuo blog sono anche rimasto piacevolmente sorpreso dalla facilità di comprendere la Svezia di alcuni tuoi ”inläggare” dopo solamente una permanenza a Stoccolma di 2-3 giorni.
Il il loro segreto …???
Uno si è fermato a guardare le biciclette a Slussen
Uno non ha trovato nemmeno uno spacciatore.
Un altro ha scoperto che i taxi sono guidati da esclusivamente da ”stranieri ” ….apposta guidano male… (brutti,sporchi e cattivi).
Avrei dovuto pensarci prima ….”mannaggia la paletta…” ho perduto 44anni (non 45) della mia vita senza capir niente di questo ”benedetto” popolo.
Dunque visto l`alto tasso intellettivo dei tuoi lettori non mi resta che cancellare il tuo link dalla lista dei miei preferiti.
Ti ringrazio anche per avermi consigliato di aprirne uno tutto mio. ( La famosa ospitalità padovana???)
"Det är ingen fara…"
"Non vi è alcun pericolo ... "
Infine:
Un ultimo consiglio inizia a comprare (ed a leggerli) i giornali della sera.
Oggi sono accaduti due fatti di cronaca molto gravi qui da noi in Svezia:
purtroppo c`è anche scappato il morto una bambina di 11anni,
ieri altri due…e purtroppo domani ne succederanno ancora, ma non voglio parlarne rischierei di fare paragoni INUTILI ; lo promesso a me stesso tanti anni fa.
“Med vänliga hälsningar_franco”
"Dunque visto l`alto tasso intellettivo dei tuoi lettori ..."
RispondiEliminaGrazie Signor Franco della sua visione dall'alto, ne prenderemo atto del nostro tasso intellettivo.
Ma credo che sia fuori strada sta solo facendo dei discorsi da bar per dire IO sono PIÙ ...
"Uno si è fermato a guardare le biciclette a Slussen"
RispondiEliminama sono io! :)
Comunque, signor Franco, sia un po' piu' obbiettivo. Non c'e' dubbio che certe cose in Italia non ci sono, ecco perche' quando uno le vede rimane sorpreso. E non sono necessari mesi o anni di permanenza per notarle, sono lampanti.
Poi, quale paese e' perfetto? Anche la Svezia ha le sue magagne, certo. Ma l'Italia molte di piu'.
Franco, capisco il tuo punto di vista: pensare che chi va in svezia in vacanza o chi ci si è appena trasferito crede di essere nel posto delle favole e che più avanti inizierà a notare i difetti di noi svedesi super-perfetti. Vorrei dirti però che tu sei in là con gli anni e che credo che noi giovani italiani di oggi magari non troviamo così difficile adattarci all'estero come lo è stato per te o mio papà. Perché come ha fatto lui non sei tornato in Italia? Perché oggi, come lui, ti saresti pentito. Criticare dalla Svezia (dove hai indubbi vantaggi sugli italiani rimasti in Italia) gli svedesi non mi sembra giusto. Probabilmente hai avuto solo esperienze negative con loro perché ti sei posto male. Non pensi che magari le cose sono cambiate da quando ci sei andato tu? Io credo si sì. E poi lascia agli altri il giudizio di decidere cosa pensare di un posto adesso e più in là nel tempo.
RispondiEliminaNon leggo nessuna replica ai concetti base del mio post...solo un appunto, condito da un sarcasmo così così, su un solo fatto che mi sono permesso di riscontrare in raffronto con una zona della città in cui vivo.
RispondiEliminaSegno che forse, anche se in 2 o 3 giorni, qualcosa l'ho capita anch'io.
^^
io ho seguito dall'inzio fino ad ora questo blog;lo trovo interessante,mi piace l'Europa del Nord, e devo dire che anch io, giovane padovana, ho pensato seriamente a trasferirmi (ma non in Svezia).posso dire che anch io a volte ho trovato i post di Gabirele e Silvia forse condizionati un po' dal periodo "luna di miele" che si vive quando ci si è trasferiti da poco in un Paese straniero, è anche una sorta di adattamento che fa il nostro cervello per sopravvivere. Sono sicura comunque che col il tempo scopriranno anche i difetti svedesi. Però mi sento di dire anche a Franco, su questo mi preme insistere, che l'Italia che stiamo vivendo noi giovani adesso è ben diversa da quella che ha vissuto lui prima di andarsene, e non solo, cambia lo sfondo culturale, nascono nuove esigenze, quindi può anche darsi che ora, essendoci più conoscenza di realtà alternative, meglio ci si renda conto di cosa ci manca qui. Anche i mie genitori spesso mi dicono quanto sia più difficile per noi oggi lavorare, frasi una famiglia..ecc, rispetto ai loro tempi. e i mie genitori sono insegnanti, per cui non è che per loro fosse stato facile, anzi!
RispondiEliminain più può anche darsi che a te quello che dà fastido della Svezia non lo dia ad altri..ogni persona alla fine può ritenersi più affine a un modo di vivere diverso, e questo proprio in base al periodo culturale che viviamo. Capisco anche per chi ha lasciato l'italia tanto tempo fa possa comunque dispiacere sentir parlar "male" del suo bel ricordo, quindi diciamo che non condivido, ma capisco al reazione di Franco.
Però Franco qui mi caschi sul bagnato!Critichi i precedenti lettori di superficilaità, di aver generalizzato da poche cose,e poi tu per la risposta di Gabriele (che diciamocelo, al di là di quello che hai scritto, il tono era provocatorio, cosa ti apsettavi?)dici "la famosa ospitalità padovana?".
ecco a tutti una lezione su come si fanno in fretta a fomrare i pregiudizi. la mente generalizza e estende delle caratteristiche a tutti gli appartenenti a quella razza, città,ecc...sia nel bene, che nel male.
Io non sono felice di parlare male del mio Paese, ma purtroppo vedo veramente tante cose che vanno TANTO male, e non sopporto che per mostrare l'amore alla mia patria, debba minimizzare..e così restiamo come siamo.
io credo che si potrebbe tranquillamente costruire una nuova identità italiana, migliore, senza nulla togliere alla stessa.
si potrebbe...mah.
per ora io sogno l'olanda, che ha i suoi bei difettini anche lei,ma POTENDO scegliere (la mia generazione può),scelgo quello che PER ME è il male minore, ed è incline alle mie idee di stile di vita.come credo in fondo abbiano fatto anche Gabriele e Silvia.