Questa sera la Svezia ha vinto la sua seconda medaglia d'oro ai Giochi Olimpici di Vancouver. La gara era il biathlon maschiale di 12,5km e come era successo anche per la vittoria di ieri di Charlotte Kalla nella dieci chilometri tecnica libera di fondo, le televisioni svedesi hanno dedicato ampi spazi alle imprese degli atleti. E stamattina anche le previsioni del tempo del SMHI (il servizio meteorologico nazionale svedese) apriva il bollettino meteo con un simpatico gioco di parole tra il cognome dell'atleta ed il freddo inverno (freddo si dice appunto "kall, kallt, kalla").
Ma quello di cui vi volevo parlare era qualcos'altro. Erano le bandiere. Si perché in questi giorni olimpici capita spesso di vedere molte volte sventolare le bandiere dei paesi scandinavi che sono tutte accomunate da un fattore: la presenza della croce, la cosiddetta croce scandinava o nordica che simboleggia la cristianità. La prima bandiera della serie ad essere utilizzata è stata quella danese già tra il 1200 e il 1300, seguita poi da quella svedese istituita nel XVII secolo; rispettivamente all'inizio ed alla fine del XIX secolo risalgono invece le bandiere norvegese ed islandese (che sembrano una il reciproco dell'altra). L'ultima del gruppo è stata la bandiera finlandese alla fine della prima guerra mondiale.
I colori della bandiera svedese sembrano derivare dallo stemma nazionale svedese, quello con le tre corone dorate in campo blu. L'origine della bandiera tuttavia non è del tutto certa e ci sono anche alcune leggende che vi aleggiano attorno. Ad ogni modo gli svedesi sembrano molto attaccati ad essa e molte case hanno il loro palo dove sventola costantemente il vessillo giallo-blu. Anche noi nell'area verde sotto casa (che da due mesi è solo bianca...) abbiamo un "palo comunale" ossia gestito dal comune, il quale si occupa di issarvi la bandiera svedese nelle occasioni in cui viene richiesto (ci è stato detto anche nel giorni di compleanno della famiglia reale ed in effetti la abbiamo vista sventolare più di qualche volta...).
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