I giorni da bollino rosso sono ormai alle spalle e rientrati nella tranquillità offerta dalle mura di casa, soli noi due e il pupo, c'è ora tutto il tempo di riordinare le idee e ripensare a quella valanga di emozioni e accadimenti che si sono susseguiti da venerdì sera. Durante la settimana scorsa ogni mattina che arrivavo in ufficio c'era un collega la prima cosa che mi diceva ancor primo di "Morgon" era "bambino?". La mia canonica risposta era "bambino är fortfarande i magen", che non è difficile tradurre come "... ancora in pancia". Venerdì al mio rientro dal lavoro Silvia aveva qualche doloretto iniziato già verso le tre e mezzo del pomeriggio ma non ci davamo più di tanto peso visto che già altri falsi allarmi erano arrivati e passati. Alle sei e mezzo abbiamo pensato bene di mettere cibo sotto i denti nel caso in cui fosse successo qualcosa e così, trasferitici da Marco e Giulia, ci siamo pappati un bel kebab. Poi al rientro a casa c'è stato solo il tempo di una mezz'ora di divano prima che succedesse l'imprevedibile, si perché ci ha colto di sorpresa inondandoci di pura adrenalina: la rottura delle acque. Una telefonata all'ospedale per annunciare il nostro arrivo e che l'avventura abbia inizio.
Durante i mesi che hanno preceduto l'arrivo di Galileo anche io ho cercato di fare del mio meglio per prepararmi all'evento del parto cercando di leggere, con molta meno assiduità di Silvia però, l'abbondante materiale in svedese forniteci a suo tempo all'inizio della gravidanza. La preparazione di Silvia invece aveva quasi del maniacale; penso abbia letto tutto quello che ci sia da leggere su internet e fuori, tanto che un giorno al mio rientro dal lavoro mi disse: "devi assolutamente vedere questi video". All'inizio pensavo che il parto fosse qualcosa a cui il papà poteva si partecipare, ma come in seconda fila, quasi estraneo. Adesso sono convinto che il ruolo del papà sia molto importante per la mamma e quello che si vive lo si faccia con un'intensità ed una partecipazione unica.
Così le settimane che hanno preceduto il fatidico evento sono passate con un misto di curiosità ed attesa, ma mai paura, convinto che Silvia fosse stata in grado di superare ogni ostacolo. Noto infatti è il suo livello di sopportazione del dolore "generico", tuttavia l'ignoto era ancora davanti a noi. Ho quindi applicato il metodo che cerco di utilizzare sempre per eliminare le situazioni di possibile stress dovuto all'incalzare degli eventi: preoccuparsi va bene un pochino, ma mai troppo, soprattutto mai fasciarsi la testa prima di essersela rotta, attendere l'evolvere degli eventi e viverli quando arrivano, affrontando le difficoltà con calma e senza farsi prendere dal panico.
La rottura delle acque, nella sua imprevidibilità è stata, dal mio punto di vista, l'unica vera situazione di stress, con l'adrenalina che a mille è partita in circolo. Ma tutto era già pronto, quindi è bastato fermarsi un attimo riordinare le idee, ricordarsi la macchina fotografica e le chiavi dell'auto.
L'arrivo in ospedale e l'ambiente che ci ha accolto hanno contribuito a mantenere tutto entro un certo limite di tranquillità e calma. Eravamo soli nel senso che non c'erano altre partorienti al nostro arrivo; le barnmörskor (ostetriche) e le sjuksjöterskor (infermiere) erano talmente tranquille che durante la notte le ho "scoperte" fare tranquillamente a maglia.
Poco prima di mezzanotte eravamo già nella nostra stanza, una bella stanza di angolo con vista sul boschetto da una parte. Da quel momento non mi ricordo di essermi mai seduto, ho passato tutta la notte in piedi ma è stato naturale, a mano a mano che passava il tempo e gli eventi si succedevano in sequenza mi sentivo sempre più partecipe, sempre più dentro all'evento. Le infermiere e l'ostetrica non mi hanno mai fatto sentire come di troppo anzi la mia partecipazione è diventata sempre più attiva con il passare delle ore. Sul "foglio dei desideri" dove si scrivono i propri desideri/richieste/paure relative al parto e che si consegna all'arrivo in ospedale alle infermiere, avevamo scritto che il papà aveva un po' di timore per il sangue e che avrebbe tagliato il cordone (con con mille dubbi).
I miei timori sono scomparsi stando al fianco di Silvia, incoraggiandola minuto dopo minuto mentre la mia curiosità si faceva sempre più grande tanto che pian piano sono in pratica diventato "l'infermiera aggiunta". Qualcuno dice che i papà svengono in sala parto, ma per me è stata tutt'altra esperienza, mi sono sentito sempre più forte mano a mano che l'orologio sulla parete girava e girava mentre Silvia diventava suo malgrado sempre più stanca. Alla fine non temevo più nulla e cercavo di infondere alla mamma le ultime forze convinto che prima o poi ce l'avrebbe fatta, nonostante la fatica si facesse sentire sempre di più.
Quando poi vedi la testolina del piccolo uscire allo scoperto ti rendi conto che stai per assistere ad un qualcosa di meraviglioso, alla nascita della vita e rimani incantato vedendo quel piccolo mammifero indifeso sgusciare fuori ed essere messo subito sulla pancia della mamma... le lacrime non si possono trattenere e il dolore della mamma scompare tutto ad un tratto per lasciare il posto alla gioia e all'incredulità.
Il taglio del cordone è stato un altro bel passaggio che suggerisco vivamente a tutti i papà... non tanto per l'atto in sé (sembra di tagliare un tubetto di plastica gommosa) ma più che altro perché è il momento in cui il pupo si stacca definitivamente dalla mamma ed inizia la sua vita indipendente.
La paura del sangue non c'è mai stata tanto che ho assistito all'esame della placenta e alla sutura di qualche piccolo taglietto confortando la mamma sulla situazione... che dire... per la mamma non è stata per niente una passeggiata e per il papà è stata un'esperienza che gli ha infuso una forza incredibile, sentivo che nulla poteva scalfirmi... nemmeno le 38 ore di fila senza sonno...
Sono lettrice a distanza e vi ammiro tantissimo. Il piccolo è bellissimo e mi fa tornare con la mente al mio parto di due anni fa!
RispondiEliminaComplimenti per tutte le vostre scelte coraggiose e soprattutto per il capolavoro Galileo!
Martina
Complimenti per il bel post...io spero di non svenire tra 6 mesi quando toccherà a me :)
RispondiEliminacomplimenti è un bambino veramente bello.
RispondiEliminaAnche il nome bello, originale, che sulle prime lascia per un attimo pensare, ma assolutamente adatto e giusto,dopo aver letto le vostre spiegazioni.
Galileo sarà fiero di portarlo.
Tanti tanti auguri dall'Italia
Ciao Mirella
felicitazioni di cuore.. il vostro bambino è davvero bellissimo :) In bocca al lupo per questa vostra nuova avventura
RispondiEliminaCari Silvia e Gabriele, congratulazioni e tantissimi auguri per la nascita del piccolo Galileo! Ho scoperto il vostro blog durante il periodo natalizio, e da allora la lettura del vostro interessante, brillante e vivace diario, è diventato un appuntamento inderogabile. Tanti auguri ancora, Maddalena da Udine.
RispondiEliminaBe' che dire, con questo post mi hai proprio commossa, mi ricorda la notte che è nato Riccardo. Sono stata così contenta che ci fosse Marco con me, il ruolo del papà è fondamentale e auguro a tutti gli uomini di condividere l'esperienza della nascita!
RispondiEliminabravo papà! bravo perchè sei stato il vero papà che Galileo desidererà mai...presente e vicino a lui.
RispondiEliminaComplimentoni davvero ancora!!! Siete un esempio per tutti!!! Purtroppo a me non è andata così bene con la nascita di Rosporico, le ostetriche hanno cacciato a casa papà Rospo dicendogli che lo avrebbero richiamato all'ora giusta e così mi sono fatta tutto il travaglio da sola. L'hanno richiamato poi di corsa e quando mio marito è arrivato ero già in sala parto a spingere...pensavo non sarebbe arrivato per tempo e invece al pelo..ma è arrivato... bellissima esperienza la vostra, ancora tanti complimenti Galileo è stupendo!!!
RispondiEliminaSe il bel giorno si vede dal mattino, così posso dire che tu sarai un papà meraviglioso. Le attenzioni, le premure e la delicatezza verso Silvia ed il pupo Galileo ti fanno essere un marito ed un papà davvero speciale.
RispondiEliminaSilvia ci ha messo tutta sé stessa per affrontare questa meravigliosa esperienza, come del resto è usa fare quando affronta ogni problema che le si presenta giorno dopo giorno. La conosco molto bene.
Siate felici, ve lo meritate e godetevi appieno i magici momenti di tenerezza che Galileo vi offrirà quotidianamente con sua crescita nel nido gioioso che gli avete preparato.
Auguri di cuore alla nuova famigliola.
Rosy
Congratulazioni!
RispondiEliminaCiao cari genitori. Leggo il vs blog da circa 1 anno e mezzo e desidero farvi giungere i migliori auguri e felicitazioni.
RispondiEliminaPaola da Siracusa
E doppi complimenti meriti.
RispondiEliminaTrovo sia giusto e, oserei dire, più "naturale della natura" che un figlio sia messo al mondo e cresciuto da entrambi i genitori.
Ieri, per aiutare una mia amica in grosse difficoltà (neomamma, disoccupata, in separazione, in Italia! Aiuto!), ho fatto un'approfondita ricerca su puerperio, gravidanza ecc. e notavo una sorta di corrente che esaltando il legame esclusivo con la madre, non nomina mai il padre. Io ho avuto la fortuna di essere stata anche allattata, tramite biberon, spessissimo da mio padre, che resiste molto alla stanchezza, perché i miei lavoravano entrambi e si sono sempre dati il cambio. Ho avuto subito legame fisico con entrambi e, sì, lo confesso: sono una "papona" persa.
Sonia
Ho scoperto il vostro blog da poco e a ritroso, piano piano lo sto leggendo tutto.
RispondiEliminaChe dire? Felicitazioni vivissime, l'avventura ha inizio!!
un bacione a Galileo e un abbraccio a Silvia e Gabriele
Buona avventura Gabriele, il viaggio è appena cominciato, e nel migliore dei modi.
RispondiEliminaTante tappe ti attendono lungo il cammino con Silvia e Galileo.
Non dimenticare mai che lo spettacolo di Galileo è nato dal tuo rapporto con Silvia e, in futuro, anche la vostra relazione dovrà continuare a crescere, di pari passo con il brontopiccolo.
Era un po che non venivo a leggervi... lo confesso.
RispondiEliminaMa che splendida sorpresa!
Benvenuti nel mondo di noi genitori, spero abbiate letto, fra le altre cose di... DORMIRE MOLTO! Ma questo prima del lancio... ora è tardi ;-)
Siete fortissimi ed in tre lo sarete ancora dippiù, BRAVI!
Ora voglio proprio vedere se lo lascerete dormire nella culla al freddo gelido svedese come si usa da quelle parti... O_o
auguri (un poco in ritardo) anche da parte mia, che vi seguo, discretamente, da un po' :))
RispondiEliminaauguroni ai Formentini e davvero complimenti.
RispondiEliminaUn abbraccio dall'Italia,
robi
da poco ho avuto un bambino anche io così mi è salita la curiosità e sono toranto a leggere i vecchi post del blog, soprattutto quelli dove si parla di gravidanza, partorire in svezia e della nascita.
RispondiEliminache dire sicuramente è un'esperienza unica e di un'emozione fortissima. io ho avuto un sentimeno di incredulità quando mi hanno dato in braccio questo esserino, a me che non ho mai voluto tenere in braccio bambini per il timore che mi scivolassero! eppure mi è sembrata la cosa più naturale del mondo! quante emozioni! :-)
un piccolo appunto: non sapevo che ti facesse impressione il sangue. questo a mio parere dimostra in modo ancora più evidente che l'essere umano non è e non può essere onnivoro ma è frugivoro (oltre a dentatura, intestino, saliva, ecc...). come potrebbe mai un essere onnivoro, quindi naturalmente portato a mangiare altri animali, impressionarsi per il sangue?