Il 2011 sembra proprio essere l'anno dei grandi cambiamenti: dopo l'arrivo di Galileo in febbraio e la costruzione della casa nuova nella prima metà dell'anno, a novembre sarà per me il momento di tornare al lavoro dopo il congedo di maternità. A dire il vero potrei restare a casa ben più a lungo - almeno in base a quanto dice la legge svedese ma, visto che anche il papà di Galileo desidera prendersi cura del pupo almeno quanto la mamma, abbiamo molto svedesamente deciso di dividerci equamente il congedo, e da novembre appunto inizieremo a lavorare entrambi part-time fin quando - fra qualche mese - il papà starà da solo a casa e io tornerò a lavorare a tempo pieno. Questo fino a quando - nell'agosto 2012 - Galileo inizierà l'asilo nido e i brontogenitori potranno entrambi tornare a lavorare come prima.
Bella questa cosa della divisione paritaria del congedo: oltre al fatto che il papà impara a conoscere e a prendersi cura del piccolo, si evitano discriminazioni sul lavoro (della serie "non ti assumo perchè sei donna e poi resti a casa in maternità" - al che si può rispondere "ma se assumi un uomo potrebbe anche lui restare a casa in paternità, nè più nè meno").
Ma torniamo a noi: il 2011 oltre ad aver portato Galileo e la nuova casa, per ha portato anche un lavoro nuovo a partire da novembre. Già da tempo meditavo di dedicare al lavoro ospedaliero un po' meno tempo per impiegare il resto in qualcosa di più tranquillo con orari abbastanza normali ed ecco che nel corso degli ultimi mesi mi sono arrivate non una ma ben due offerte di lavoro in medicina di base, ovvero in un presidio ambulatoriale gestito sempre dalla regione, con la possibilità di conseguire anche la seconda specializzazione in medicina di base.
Qui si dovrebbe aprire una parentesi sulla differenza tra la medicina di base in Italia e in Svezia, ma prossimamente conto di dedicarci un apposito post, quindi per ora passo il giro.
La scelta tra i due posti è stata dura: erano da mettere in conto da una parte la vicinanza geografica ma un lavoro relativamente più pesante, dall'altra parte la relativa lontananza geografica ma un ambiente di lavoro più rilassato e una tipologia di pazienti diversa. Alla fine, dopo pensamenti e ripensamenti, la scelta è ricaduta sul posto con la migliore atmosfera lavorativa, anche se geograficamente più distante. Dunque part-time per alcuni mesi, e poi si vedrà: la possibilità di completare il restante orario lavorativo in ospedale nello stesso posto di prima c'è sempre, come c'è anche possibilità di fare ricerca e mille altre cose...ma per questo c'è tempo e ci si può pensare con calma.
E quindi via, da novembre si va a Vikbolandet, una ventina di km da qui, a metà strada tra la città e l'arcipelago, in piena campagna, dove sulla strada che porta in quei luoghi si vedono più trattori che automobili... Sarà sicuramente una bella esperienza !
In bocca al lupo!
RispondiEliminaChiara
in Svezia hai possibilità di lavoro a scelta, qui neanche il pensiero del lavoro...auguri e goditi la vita!
RispondiEliminaAspetto ulteriori sviluppi e vi seguo sempre! Carina l'idea del trattore mattutino al posto delle macchine. Proprio in questi giorni sto riconsiderando l'idea di rispostarmi da Frosinone a Roma ma so già che sarebbe da suicidio; purtroppo il lavoro vicino casa c'è solo per chi conosce...il concetto di copmpetenza lavorativa è praticamente inesistente!
RispondiElimina20 km non sono neanche tanti! Soprattutto considerando il traffico sulle strade svedesi. :) Poi fare il medico di famiglia mi sembra proprio un bel lavoro. (anche se mi pare di aver capito che in Svezia non si tratta di una medicina di "famiglia" vera e propria, ma aspetto il tuo post saperne di più)
RispondiEliminaBella l'idea del congedo a metà :)
RispondiEliminaIn bocca al lupo per il nuovo lavoro, 20 km non sono eccessivi, soprattutto se il traffico è scarso :)
alla fine avete deciso i colori della casa? :-)
RispondiEliminaChe belle notizie, sia quella del congedo che quella del nuovo lavoro! La Svezia appare molto più a misura d'uomo e molto meno "di fretta", cosa che qui mi pesa moltissimo: neonati al nido a meno di sei mesi, rientro al lavoro di corsa, lavorare molto -non si sa a che pro poi-... tutto prevalentemente sulle spalle delle donne (sono tutto tranne che femminista, ma a noi è richiesto il doppio dello sforzo per ottenere la metà).
RispondiEliminaUn abbraccio
Brava Silvia, alla fine sono sicuro che è la scelta giusta ;)
RispondiEliminaGrattis!
RispondiEliminain bocca al lupo per il nuovo lavoro, aspetto il post sulla medicina di base qui in svezia per sapere cosa ne pensa un'italiana che lo fa di mestiere...sono curiosa!
RispondiEliminaAnche io aspetto il post sulla medicina di base, anche per mio interesse personale! Vorrei "sfruttarti" per avere qualche informazione su come lavorare come medico di base in Svezia! Ti scrivo presto in privato.
RispondiEliminaPer il resto, che dire? I soliti complimenti e un po' di invidia... ;-)
@ mafalda1980
RispondiEliminaSono curiosa, senza alcun intento di polemica, perchè sei tutto tranne che femminista? Tutto sommato lo scopo del femminismo è proprio evitare che tutto pesi sulle spalle delle donne (ok, lo so anch'io che ci sono le estremiste, come in qualsiasi movimento, ma insomma parliamo delle idee di base). Se in Svezia ci sono asili nido, congedo parentale lungo e diviso tra padre e madre e ritmi di lavoro adatti alla famiglia, lo si deve anche al femminismo. Non riesco a capire come femminismo sia diventata quasi una parolaccia.
Chiedo senza alcuna polemica eh, giusto per capire :)
@Giulia, nessuna polemica, solo che detesto qualunque "ismo".
RispondiEliminaSicuramente quando è nato il movimento le intenzioni e gli scopi erano i migliori, ma come molti movimenti la sua messa in pratica ha portato a un'eccessiva mascolinizzazione delle donne e a uno scimmiottamento del peggio degli uomini (vedi la festa della donna ridotta a un'uscita per andare a vedere gli spogliarelli...).
Penso anche che siamo diverse dagli uomini, né inferiori né superiori, semplicemente diverse, e che questo sia prezioso.
Ovviamente il discorso su uguali diritti e doveri nel lavoro, in famiglia e in molti altri ambiti cambia, ma in Italia siamo ben lontani...
Scusa le frasi sgrammaticate ma scrivo dal cellulare :)
mafalda, sono d'accordo. x molte donne la parità di diritti è vedere gli spogliarelli l'8 marzo scimiottando gli uomini. un libro bellissimo, di più ampio respiro sull'argomento è "il calice e la spada". non parla direttamente di femminismo, ma dà un'interpretazione della storia umana molto molto interessante.
RispondiEliminamarco
Ehm per me femminismo e parità dei diritti vuol dire libertà di scelta, che include cose come non essere discriminate su lavoro ("ti assumo solo se mi garantisci di non restare incinta per almeno 3 anni", detto a una mia collega) e di conseguenza POTER avere un lavoro e POTER essere economicamente indipendenti o viceversa anche POTER stare a casa ad accudire i figli vedendosi riconosciuto il fatto che si tratta anche in questo caso di un lavoro bello e utile (e che lo è anche se lo fa il padre). Vuol dire anche potersi vestire come si vuole, poter vivere il sesso come si vuole e molte altre cose. Fateci caso, un uomo con molte partner è un figo, una donna altrettanto promiscua viene facilmente disapprovata e chiamata con epiteti dispregiativi. Tra le varie libertà di scelta c'è anche il POTER dire "mi piace lo spogliarello maschile", se è il caso. Che poi ci si vada giusto in occasione dell'8 marzo, concordo che è una sciocchezza e un modo per ridicolizzare quella data, nel senso che se a una piace ci dovrebbe andare quando le pare e non solo per la festa delle donne come se fosse una "rivincita" nei confronti degli uomini.
RispondiEliminascusate se scrivo di fretta.
RispondiEliminasono d'accordo con giulia per quanto riguarda l'idea di femminismo, tenuto conto che io credo nella superiorità della donna, e con questo non volgio aprire polemiche di genere e aggiungo anche che credo nell'indispensabilità dell'uomo.
invece volevo dire a silvia, che penso conosca la mia scelta di lavoro, simile alla sua, che aspetto i suoi prossimi post, sapendo già che il confronto non reggerà e miverrà ancora + nervoso oltre a quello che mi èvenuto per dover ripetere il tirocinio, ma anche qui ho imparato a prendere i lati positivi della faccenda, altrimenti mi sparo (=
@ Anna. Superiorità della donna? Mo' me la spieghi così poi mi sento superiore anch'io! :D
RispondiElimina@giulia... (= nel senso che secondo me Dio è donna (= comunque era per ridere, non c'è superiore o inferiore, io credo nelle differenza di genere e nel fatto che la donna abbia una capacità multitasking all'ennesima potenza, credo che le donne e gli uomini sappiano fare cose diverse e come dici te, uguali diritti non vuol dire che gli uomini e le donne facciano le stesse cose, ma libertà di scelta. comunque sono discorsi + interessanti da fare a voce (= baci
RispondiEliminaCiao Silvia,
RispondiEliminaauguri per la nuova futura opportunità lavorativa, anzi, come dite voi lì, grattis!
Ti chiedo gentilmente di offrirci più spunti e immagini del lavoro sanitario in quel di Svezia, che pare per molti versi assai dissimile dall'italico: non aver paura di indulgere in ovvietà, ogni scorcio, anche il più banale, a noi che siamo ancora al di qua delle Alpi, può dire moltissimo per comprendere questa realtà diversa e stimolante. Ancora un gran in bocca al lupo!