lunedì 11 marzo 2013

Puerto Rico: spiagge, iguane e un'amaca

Eccomi qui a Porto Rico, ufficialmente nel Commonwealth of Puerto Rico, la piú piccola per superficie della Grandi Antille, dopo Cuba, Hispaniola e Giamaica. Porto Rico ha piú di tre milioni e mezzo di abitanti ed é il secondo tra gli Stati Uniti d'America per densitá abitativa. In effetti nelle cittá e nei paesetti ce se ne accorge, visto che il traffico é quasi sempre abbastanza sostenuto.
Ma stamattina causa un po' al fuso orario (5 ore) e un po' al rumore delle onde che entrava dalla finestre socchiuse della guest house in riva al mare, mi sono svegliato alle 5.30. Un motivo in piú per andare alla scoperta della parte orientale dell'isola di buon ora, evitando cosí il traffico almeno per il mattino. Ed in effetti lungo la strada che costeggia la costa nord-orientale dell'isola questa mattina ho trovato ben poche automobili, complice forse anche la scelta della strada, secondaria ma molto panoramica.

La giornata é stata dedicata alle spiagge. Avevo studiato a tavolino le mete principali ma poi lungo la via ogni spiazzo a bordo strada che lasciava intravedere tra le palme il mare azzurro, é stato buon per effettuare uno sosta e scattare qualche foto. Alcune spiaggie mi hanno ricordato un po' la Florida, tuttavia il disordine generale, l'incuria qui e lá e la fatiscenza dei chioschi che costeggiano alcuni tratti di costa sono tutt'altra cosa. Ma sono proprio queste taverne che si reggono a mala pena in piedi, con le sedie tutte diverse ed il fumo del barbecue sempre acceso, a rendere l'atmosfera dei Caraibi particolare.
Il mare é grosso oggi, onde di mare lungo di circa tre metri raggiungono la costa innalzandosi e spumeggiando per poi infrangersi con un grande fragore udibile fin da lontano. In un paio di occasioni mentre scattavo delle fotografie, la risalita dell'acqua é stata cosí repentina che ho dovuto scappare a gambe levate... e in alcuni tratti la battigia é molto ripida tanto che diversi cartelli indicano la pericolositá del luogo.

Le palme lasciano cadere le noci di cocco che con un tonfo sordo affondano nella sabbia e dove inizia la boscaglia e finisce la spiaggia ho potuto vedere anche diverse iguane, addirittura tre in un colpo solo mentre scappavano arrampicandosi su un alberbo ricurvo. Devono essere molto popolari da queste parti, tanto che di notte sulle strade penso facciano purtroppo la fine dei canguri in Australia (ne ho viste almeno tre schiacciate ai bordi della strada).

Una volta rientrato alla guesthouse "Tre Palmas Inn" in riva al mare mi sono tolto lo sfizio di starmene un'oretta a dondolarmi su un'amaca penzonlante tra due palme nel giardino della proprietá: uno dei miei sogni favoriti... il tutto accompagnato da una birra Corona e dalla lettura del libro prescelto per questo viaggio "La vera storia del pirata Long John Silver" che tra l'altro é di uno scrittore svedese Bjorn Larsson. Cosa chiedere di piú?


 

3 commenti:

  1. in bocca al lupo uomo degli spettacoli della natura,
    non ti riconosco quasi cosi abbigliato e cosi spaparanzato!!!
    Un'altra avventura da raccontarci nell'attesa dell'eclisse.

    RispondiElimina
  2. Bellissimo il libro scelto, perfetto per l'atmosfera del luogo! Björn Larsson è uno dei "motivi" che mi hanno spinta a iniziare a studiare svedese. Ho avuto anche la fortuna di incontrarlo qui in Italia, parla perfettamente la nostra lingua... io per adesso mi accontento di passare le sere dopo il lavoro a fare a pugni con una lista di partikelverb che dovrei imparare prima di giovedì!
    Sonia

    RispondiElimina
  3. Bellissime foto e bello anche l'entusiasmo con cui scrivi.

    RispondiElimina

Tutti sono liberi di esprimere la propria opinione commentando quanto noi scriviamo. Tuttavia qualche Anonimo preferisce ancora continuare a nascondersi dietro un commento senza firma. Questa é la nostra casa virtuale e ci fa sempre piacere sapere chi vi entra, visto che comunque la porta é sempre aperta.

Chi non vuole registrarsi puó sempre usare l'opzione OpenID.

NON sono in ogni caso tollerati commenti che possano risultare offensivi sia a chi scrive, sia a chi legge. Si prega quindi di utilizzare un linguaggio consono e soprattutto non volgare.