Prendo spunto da un commento "off topic" di un lettore ad uno dei precedenti post per fare un po' di luce sulle regole di immigrazione in Svezia per cittadini comunitari o extracomunitari, per quanti ancora avessero idee nebulose sulla questione.
I cittadini nordici (norvegesi, danesi, finlandesi e islandesi) hanno diritto di residenza e lavoro in Svezia senza limitazioni, quindi non devono registrarsi nè richiedere permessi di soggiorno o di lavoro. I cittadini europei, e quelli svizzeri, hanno diritto di residenza in Svezia senza bisogno di registrazioni all'ufficio immigrazione per 3 mesi dopodiché, per poter rimanere nel Paese, devono obbligatoriamente registrarsi al Migrationsverket dimostrando di soddisfare uno dei seguenti requisiti:
a. avere un lavoro dipendente;
b. avere un lavoro autonomo;
c. percepire una pensione che consenta di mantenersi (con relativo importo minimo);
d. essere studenti con fondi che consentano di mantenersi;
e. rientrare nella categoria "persone sfacciatamente ricche" che ovviamente possono mantenersi;
f. essere un familiare (figlio sotto i 18 anni/moglie/marito/convivente) di qualcuno che rientri nelle suddette categorie.
Una volta effettuata la registrazione, si ha il diritto di vivere e lavorare in Svezia finchè si soddisfa la condizione che ha permesso l'ottenimento della registrazione stessa.
Questa regola vige in tutti i Paesi della Comunità Europea, quindi anche in Italia per gli stranieri comunitari che volessero risiedervi (che poi in Italia la regola non venga applicata, è un altro discorso).
Per tutti i cittadini extra-UE (esclusi quindi gli islandesi, i norvegesi e gli svizzeri), valgono invece regole molto più restrittive. Se si vuole lavorare in Svezia da extracomunitari, è necessario arrivare in Svezia già con un permesso di soggiorno e lavoro che è necessario richiedere dal proprio Paese d'origine una volta in possesso di una certificazione di futura assunzione da parte del proprio futuro datore di lavoro.
Quindi non è nemmeno permesso arrivare in Svezia con la "speranza" di trovare un lavoro dopo qualche mese ! Questo invece è il "vantaggio" di cui possono usufruire solo i cittadini EU.
A questa regola generale ci sono eccezioni che riguardano gli studenti extracomunitari (che già si trovano in Svezia con permesso di soggiorno per ragioni di studio), i rifugiati, o i cittadini extracomunitari che si recano in Svezia su invito del futuro datore di lavoro per una "visita preliminare" e altre particolari categorie (au-pair, cittadini canadesi, australiani, neozelandesi), che non è mia intenzione qui elencare in dettaglio.
In materia di immigrazione la civilissima e progredita Svezia ha delle regole che vengono fatte rispettare e di conseguenza qui si trovano relativamente pochi immigrati irregolari, che in Italia invece sono numerosi rappresentano un grosso problema politico, sociale e di programmazione delle risorse (ai primi posti per es. quelle sanitarie).

Ancora, gli extracomunitari che ricevono aiuti dallo stato nel periodo immediatamente successivo all'arrivo in Svezia sono esclusivamente i rifugiati (non gli extracomunitari irregolari !) che godono di uno status particolare in ragione dei problemi nel loro Paese d'origine (Iraq, ex-Jugoslavia qualche anno fa, Somalia, ecc). Questo vuol dire assegno sociale per un certo periodo, corso di lingua gratuito (che comunque è gratuito per tutti i residenti regolari), aiuto nella ricerca del lavoro.
E questo, almeno personalmente, lo ritengo anche giusto: se la Svezia si impegna a ricevere una certa quota di rifugiati con permesso internazionale, si deve impegnare anche a contribuire alla loro integrazione (che non avverrebbe mai se queste persone non imparassero la lingua, o come funziona il sistema svedese). Il problema semmai arriva dopo, quando il periodo di "introduzione" finisce, e molti nicchiano sulla questione "trovare un lavoro" e cercano di accampare scuse varie per poter usufruire del sussidio di disoccupazione o si mettono in malattia (ma qui si dovrebbe aprire un capitolo lungo un kilometro sul fatto che anche molti svedesi approfittano dello stato sociale, e che la colpa non è solo degli immigrati...).
Per concludere: stando alle regole, ai cittadini italiani senza lavoro dopo 3 mesi non resta altro da fare che tornare a casa. La questione semmai sta nel programmare bene la propria emigrazione. Partire senza lavoro, e senza concrete possibilità di trovarlo e senza conoscere la lingua conduce purtroppo al fallimento in una percentuale altissima di casi, e a questo bisogna assolutamente pensare prima di partire (soprattutto se si parte con famiglia al seguito: non è un gioco). E - per inciso - invidiare chi è rifugiato di guerra mi sembra assolutamente fuori luogo.