venerdì 30 aprile 2010
Un aprile sottotono
Facciamo un po' il punto della stagione. Siamo ormai giunti alla fine di aprile, un mese un po' strano da queste parti. Il tempo è stato piuttosto variabile con alcuni giorni caratterizzati da pioggerelline, un paio di brevi spruzzate di neve (!) ma con le temperature che non sono mai riuscite a salire più di tanto. E la dimostrazione di questo sta proprio là, fuori dalla finestra, nei giardini e nei parchi. La primavera è senz'altro arrivata, ma le foglie sono comparse in maniera più decisa solo in questi ultimi tre-quattro giorni, complice un po' il termometro che è riuscito a salire verso i 18-19°C.
Andando a memoria quando l'anno scorso a metà aprile portammo su il primo carico delle nostre cose con la macchina, da queste parti sembrava che la stagione fosse leggermente più avanzata ci quanto non lo sia quest'anno; quando poi Silvia si si trasferì qui ai primi di maggio il verde era già predominante sugli alberi.
Mi sono preso lo scrupolo di dare un'occhiata alle temperature dell'intero mese di aprile e cosa ho scoperto? Che la nostra sensazione è corretta. Un mese di aprile che quest'anno è stato decisamente diverso dal 2009, con la temperatura massima che si è assestata sui 19°C un sol giorno mentre l'anno scorso si erano registrati già quasi 25°C e con una minima che è scesa sotto lo zero nel 2010. Tuttavia il dato più significativo è che la temperatura media dell'intero mese (linea rossa) è stata di 2°C inferiore a quella dell'anno precedente (linea verde), un aprile decisamente più fresco quindi.
Ed ora cosa ci aspetta? Niente di particolarmente eccitante sembra... per vedere i 20°C mi sa tanto che dovremo attendere ancora almeno una decina di giorni... comunque c'è da dire che non appena spunta il sole e la temperatura sale sui 15°C da queste pari spuntano le maniche corte, gelati all'aperto, gonne corte e chi più ne ha più ne metta !
mercoledì 28 aprile 2010
Gerarchia: questa sconosciuta
Come promesso eccomi di nuovo qui per proseguire con il racconto di questi primi giorni di lavoro. Ieri ci eravamo lasciati con la promessa di spiegarvi meglio cosa è successo il secondo giorno. Da queste parti è molto evidente il fatto che la gerarchia non esiste ed a testimonianza di ciò vi porto tre esempi abbastanza evidenti.
Faccio una doverosa premessa: io sono stato assunto come meteorologo nel settore "navigazione marina" di un grosso dipartimento che si occupa di "business & media". Per chi fosse curioso c'è anche una piccola presentazione in inglese sul sito web del SMHI.
Veniamo ora al dunque con il primo esempio: a pranzo lunedì mi ritrovo con alcuni colleghi d'ufficio ed un responsabile del settore vendite (SMHI si autofinanzia in pratica da solo senza più aiuti da parte del governo, vendendo i propri servizi), un tipo abbastanza chiaccherone e molto simpatico. Venuto a sapere che era il mio primo giorno di lavoro, subito propone al mio capo di farmi partecipare ad un seminario/workshop che ogni anno loro tengono a favore di un partner commerciale al fine di presentare meglio dal punto di vista tecnico quello che poi i vari manager dovranno cercare di vendere alle compagnie di navigazione di tutto il mondo. Secondo lui sarebbe stata un'ottima occasione per darmi subito una visione a 360° sui prodotti con i quali avrei dovuto in seguito lavorare e per comprendere fin da subito le necessità dei clienti. Detto... fatto. Così martedì mi ritrovo in compagnia di vari marketing manager della GAC, società leader mondiale nella fornitura di servizi logistici e non connessi con la navigazione marittima, responsabili del mercato europeo ed asiatico. Io sono al secondo giorno di lavoro eppure a fianco a me ci sono degli autentici volponi che vengono chi dall'Inghilterra, chi dalla Grecia, chi dalla Norvegia o dal Portogallo. La lingua ufficiale è l'inglese e dopo la full immersion di svedese del primo giorno, oggi devo già "switchare" all'inglese, mi sa tanto che ci dovrò fare l'abitudine. Ovviamente è inutile sottolineare che per ho pranzato con loro, saletta privata e pranzo offerto ! Ma io solo l'ultimo arrivato !!! Ahhhh....
Esempio numero due: usciamo dal ristorante e l'allegro gruppetto incontra il Direttore Generale del SMHI che era appena rientrato da un viaggio. Ci sono le dovute presentazioni di alto profilo ed io timidamente mi metto in disparte... ma ai saluti vengo prontamente chiamato in causa dai colleghi che mi presentano come nuovo assunto al Mega Direttore Galattico (mi sentivo come Fantozzi in una dei suoi epici momenti in azienda...)... e Lui cos'è capace di dirmi: "Ehi... sono appena rientrato dall'Italia, sono andato a giocare a golf; proprio stamattina ho siglato il tuo contratto... benvenuto a bordo !" il tutto accompagnato da una dolce pacca sulla spalla. Faccio uno smagliante sorriso, scambio due battute in swinglish ed incasso con mascella che a momenti sta per cadere.
Esempio tre: durante il seminario mi invitano a prendere parte alla cena che verrà offerta in uno dei ristoranti migliori della città... declino gentilmente l'invito (a malincuore) per un impegno già precedentemente preso e per il fatto che il giorno dopo iniziavo il turno alle 6.
Se non avessi avuto questi "paletti" mi ci sarei buttato volentieri... ho imparato che non bisogna mai tirarsi indietro, anche se la "strizza" (vedi paura) a volte ti spingerebbe a fare altrimenti.
Gli esempi sono stati abbastanza calzanti ?
martedì 27 aprile 2010
Il primo giorno di lavoro
Eccomi qui a prendermi una boccata d'ossigeno dopo questo inizio di settimana che posso solo che definire "high-density" ossia piuttosto denso di avvenimenti. Ieri è stato il mio primo giorno di lavoro e devo confessare essere stato alquanto impegnativo non fosse altro per la lingua che tutto il giorno ho sentito e cercato di parlare, lo svedese ovviamente.
Per prima cosa c'è stata la firma del contratto, un foglio A4 dove c'è scritto che sono stato assunto in un determinato reparto, a tempo pieno e con un certo stipendio. Apro una parentesi su questo punto in particolare: al colloquio l'ultima domanda è stata proprio quella fatidica: "ti sei fatto un'idea dello stipendio?", ed è una domanda alla quale bisogna essere preparati altrimenti si rimane spiazzati.
Subito dopo il capo mi ha fatto fare il classico giro di presentazione ai colleghi, tante facce e tanti nomi da imparare (mi sono già appropriato di apposita lista con nomi, cognomi e facce).
Come terzo punto c'è stato il passaggio al settore informatico per la consegna di password, account e-mail e via discorrendo (tutti erano già al corrente ed il materiale era già pronto... non ho nulla da eccepire sull'organizzazione). Mi hanno anche consegnato un foglio dove posso prenotare un'introduzione personalizzata sui sistemi informatici con un esperto IT (giusto per non rompere le scatole ai colleghi... lo farò appena avrò tempo).
Successivamente fotografia e firma digitale che finiranno su una carta d'identità con chip associata ad un pin code che serve oltre ad aprire le porte anche a loggarsi sui computer (fantascienza...).
Il resto della prima giornata è trascorsa a familiarizzare con il sistema dei turni operativi, ad dare una prima occhiata a qualche software delle meraviglie (ne parleremo più avanti) e a capire come funzionano gli orari di lavoro. Mi è stato spiegato che non esistono timbrature o cartellini di sorta, tutto è abbastanza flessibile e a parte gli impegni fissi (come quando il turno inizia alle 6 per questioni operative) per il resto ci sono due orari, uno definito invernale che va da settembre ad aprile ed uno estivo che va da maggio a settembre. In pratica d'inverno si lavora dalle 8 alle 16.45 (30 minuti di pausa per il pranzo in mensa... anche di questo ne parlerò un'altra volta) e d'estate dalle 8 alle 16; il motivo? Semplice perché d'estate ci sono un sacco di cose che si possono fare all'aperto e quindi è bello essere liberi il più presto possibile. Ovvio che quelli che iniziano alle 6, alle 14 possono tagliare la corda.
Avrei un sacco di altre cose da raccontare ma preferisco andare un passo alla volta... in più ieri sera alle 18 ho iniziato il corso serale di svedese con un nuovo gruppo di compagni (il terzo). Questo mi ha tenuto impegnato fino alle 20.45 e quando sono rientrato (sempre in bicicletta...) la stanchezza iniziava a farsi sentire. Come prima giornata è stata più che soddisfacente. Domani però vi devo raccontare cosa è successo nella seconda giornata di lavoro perché ne vale la pena...
sabato 24 aprile 2010
Facce nuove, nomi nuovi
E' sabato mattina e mentre Silvia si gode il meritato riposo della notte di turno trascorsa in ospedale, io in silenzio riordino i miei appunti di scuola, la mia "cartella" e sistemo gli indirizzi dei vecchi compagni di banco. Ebbene sì, ieri mattina per la seconda volta in quattro mesi ho dovuto a malincuore salutare ancora una volta i compagni del corso di lingua svedese. Era già successo a fine febbraio quando dopo aver passato il test finale del corso C ero stato upgradato al livello D. Ieri proprio nel momento più bello, in cui l'affiatamento nel nuovo gruppo aveva raggiunto un buon livello anche grazie agli ultimi arrivi "europei" di questa settimana, ecco che di nuovo sono costretto ad abbandonare.
Lunedì alle 8 mi aspetta l'inizio di una nuova vita lavorativa in Svezia e devo confessarvi che ieri è successo qualcosa che mi ha anche emozionato. L'insegnante a scuola mi ha chiesto di spiegare a tutti cosa sarebbe successo e perché dovevo lasciare il gruppo; nel momento dei saluti (ho dovuto lasciare l'aula in anticipo per un altro impegno) tutti mi hanno fatto un applauso, ed è stato un gesto bellissimo! Sono tutte persone che conoscevo da poche settimane ma alla fine siamo tutti nella stessa barca e con le stesse difficoltà, così la notizia che avrei iniziato a lavorare è stata per tutti un momento di gioia sincera.
Da lunedì verrò proiettato in un terzo gruppo in quanto continuerò a frequentare il corso D di svedese SFI in versione serale, una volta alla settimana. Facce nuove e nomi nuovi. Il bello di tutto questo però è che alla fine ti rimangono nell'agenda indirizzi email e numeri di telefono di coloro con i quali hai legato di più, nomi più o meno strani di nuovi amici con i quali sarà divertente vedersi, chiacchierare e scambiare inviti culinari. Nel mio caso queste persone provengono da Romania, Iran, Francia, Stati Uniti, Macedonia, Iraq e Thailandia.
Penso che quando si deve per un motivo o per l'altro lasciare l'ambiente dove si è nati e cresciuti per emigrare all'estero, sia importante avere una mente predisposta a sintonizzarsi sua una visione più internazionale della società, magari mettendo da parte i preconcetti che inevitabilmente vi si sono stati instillati in passato... alla fine tutto risulta meno difficile e soprattutto... ci si diverte di più !
venerdì 23 aprile 2010
Rastrelli e spazzoloni
Con l'ultima neve (speriamo che sia davvero l'ultima) che si è appena sciolta ai primi raggi di sole sono entrati in azione anche sotto casa nostra le squadre ripulitrici del Comune. Aggeggi strani alcuni che non avevo mai visto prima, altri invece più normali. Il problema attuale è quello di rimuovere l'ingente quantità di sassolini (sand) che durante l'intero inverno sono stati sparsi sulla neve per permettere alla gente di camminare senza scivolare.
Infatti le ruspe durante le varie nevicate invernali avevano accumulato mucchi di neve sulle aree verdi, sulle aiuole e via dicendo. Ora il problema, dopo che tutta la neve se n'è andata, è quello di rimuovere questi sassolini dal verde pubblico. La prima azione è stata manuale ossia giardinieri armati di rastrelli hanno rimosso con pazienza dai punti più difficili i sassolini, poi sono entrati in azione delle specie di spazzoloni attaccati a dei trattori che hanno tolto il grosso. Purtroppo però con il grosso è venuta via anche l'erba ma non penso sia assolutamente un problema visto che ricrescerà in quattro e quattro otto appena il tempo deciderà di mettersi al bello.
Aprile, come tutti dicono, è un mese pazzerello da queste parti. E quest'anno aprile devo dire è stato come da copione. Moderatamente caldino (quasi 15°C) per qualche giorno e poi un paio di spruzzate di neve, l'ultima proprio ieri mattina. Ora però c'è bisogno di un cambio di rotta, le mappe meteo danno qualche speranza già per il weekend e la prossima settimana le temperatura dovrebbero risalire, speriamo in bene...
mercoledì 21 aprile 2010
Silenzio: oggi parlo io !
Il 21 marzo mi sono laureato, il 21 giugno mi sono sposato ed oggi 21 aprile è ancora una data che dovrò segnare in rosso nel calendario della mia vita. Il fatto che stamattina alle 7.30 fuori dalla finestra il paesaggio fosse imbiancato da una nevicata primaverile mi aveva fatto sospettare che qualcosa sarebbe successo...
Dopo dieci mesi di paziente attesa (e di innumerevoli CV inviati in risposta ad altrettante vacancy) stamattina ho ricevuto una telefonata che più o meno suonava così: "I'm offering you a job...".
Ebbene sì, sarò nuovamente un meteorologo. Non è stato facile, c'è voluta un sacco di pazienza ma alla fine l'esperienza accumulata in Italia è stata la carta vincente anche se ancora lo svedese non lo padroneggio come vorrei. Il datore di lavoro sarà il Servizio Meteorologico Nazionale Svedese, in una sola sigla SMHI.
Oggi è il giorno della rivincita per me e non potete sapere come mi possa sentire. Nessuno può immaginarsi quello che oggi io sto provando. Sono stati mesi in cui ho dovuto inghiottire molto, sentire nelle orecchie sempre le solite storie, le solite fastidiose domande e commenti - "ma quando troverai un lavoro? non ti conveniva tenere il tuo posto fisso in Italia? ma avete fatto poi bene ad andarvene quando tu avevi già un lavoro? ma Gabriele non ha ancora un lavoro?". E' giunto il momento del silenzio per tutti coloro che hanno parlato in questi mesi e mi hanno costretto alla difensiva. Oggi parlo io e questa piccola conquista la dedico a Silvia (che non ha mai smesso di incoraggiarmi) e a quelli che ci hanno sempre supportato...
Non è stato facile ricominciare tutto a quasi 39 anni suonati, tornare sui banchi di scuola ogni giorno con compagni che vengono dai più remoti angoli della Terra, combattere con la memoria che non è più quella di un bambino e comunque rimboccarsi le maniche creando da zero un nuovo lavoro (un progetto su cui sto lavorando con Marco) in attesa di poter continuare la mia carriera di meteorologo.
Ma oggi, a quasi dieci mesi di distanza dal mio approdo in Svezia ho nuovamente un posto fisso. Quasi non ci credevo... un'intervista preparata a dovere, la giusta esperienza e tac il gioco è fatto, vieni assunto a tempo indeterminato. Niente concorsi più o meno truccati, niente giochi di potere o agganci particolari. Sono convinto che sia importante essere al posto giusto al momento giusto, ma se non si fa di tutto per cercare di creare queste occasioni, l'impresa diventa più difficile se non impossibile.
In queste ore non possono non pensare al numero di contratti temporanei (più di dieci) attraverso i quali dal 1997 sono dovuto passare prima di vincere un concorso (dopo dieci anni di precariato) per un posto a tempo indeterminato in Italia. Non è possibile fare un paragone (visto che sono approdato in Svezia con in valigia una buona esperienza lavorativa), tuttavia l'accostare i dieci anni di precariato in patria a questi dieci mesi di attesa qui in Svezia mi fa impressione.
Qualcuno tempo fa (non troppo in effetti) aveva scritto in un commento nel nostro blog che il mio era stato un bel gesto d'amore verso Silvia (visto che io avevo già avuto un'occasione di lavorare una decina d'anni facendo quello per cui avevo studiato mentre lei non ne avrebbe avuto la possibilità); che dire... l'amore ha trionfato, o no?
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martedì 20 aprile 2010
Dalla parte del paziente
Con ieri è arrivato per me il momento di sperimentare il sistema sanitario svedese da paziente. Ero molto curiosa di come sarebbe andata e ho volutamente evitato di raccontare a chi mi stava davanti che cosa faccio nella vita (era d'altra parte irrilevante) per vivere l'esperienza di una persona qualunque alle prese con medici & Co.
Il primo appuntamento era dal dentista alla Folktandvården, ovvero il dentista pubblico che ha varie sedi in città. Non si trattava di un semplice controllo, che avevo già fatto in dicembre, bensì di un piccolo intervento per l'estrazione del dente del giudizio. Essendo il tipo di persona che va dal dentista come se andasse a fare la spesa, non ero preoccupata dell'intervento in sè, ma c'era in ogni caso un po' di tensione visto che quello non era il "mio" dentista, e non sapevo bene cosa mi avrebbe aspettato. Devo dire che sono stata piacevolmente sorpresa da puntualità, professionalità e umanità (qui il "come" si accoglie il paziente è tanto importante quanto la qualità del trattamento). E in tempo record e senza dolore mi sono ritrovata con un dente in meno.
Il secondo appuntamento era invece per una visita dermatologica di controllo, all'ospedale. La visita è stata prenotata senza impegnativa direttamente all'ambulatorio della clinica dermatologica, con prenotazione effettuata su internet dove è presente un calendario con i giorni e le ore disponibili. Anche qui ho trovato (anzi abbiamo, perchè Gabriele ha fatto la stessa cosa) puntualità estrema, molta cortesia e spiegazioni al paziente molto chiare e precise. Quindi la mia prima valutazione è stata da 10 e lode, in entrambi i casi.
sabato 17 aprile 2010
La grande semina
A volte non serve fare delle cose straordinarie per sentirsi felici. Stamattina è stata una delle più belle mattine che abbiamo passato... ma devo dire che non è stato nulla di particolare, cose semplici, ma che a noi riempiono il cuore di felicità.
Sveglia tardi, 9.30, colazione abbondante come al solito, qualche lavoretto e pulizia nell'appartamento e poi fuori... oggi c'è un bel vento fresco e teso, così abbiamo abbandonato l'idea di uscire in bicicletta, tuttavia il sole e le nuvole che corrono in cielo sono un bel richiamo lo stesso. Così abbiamo deciso di dedicare la mattinata a girovagare in qualche negozio di arredamento e a fare spese nel nostro grande magazzino dedicato al giardinaggio: Plantagen.
Di negozi di mobili ce ne sono moltissimi, spesso a poche centinaia di metri uno dall'altro. Non c'è solo l'Ikea da queste parti, ma tanti altri espositori ricchi di design scandinavo. E' sabato mattina e girovagare tra le immense esposizioni di letti, cucine, mobili è un piacere perché non c'è nessuno. Le commesse ti salutano sempre con un piacevole sorriso sia quando entri che quando esci e nessuno ti viene a rompere le scatole chiedendoti se hai bisogno di aiuto.
Di questo periodo si vede sempre più assortimento per quanto riguarda gli arredamenti da giardino. Sedie, poltrone, poltroncine, sdraio accessoriate, tavoli e tavoloni... che voglia... per il momento noi continuiamo a sognare di camminare a piedi nudi sull'erba appena tagliata del giardino di casa...
Però abbiamo un bel terrazzo soleggiato ed esposto a sud che cerchiamo di addobbare con fiori e "cose" commestibili. E così, usciti dall'ennesimo negozio di arredamento, ci precipitiamo dal mitico Plantagen, quello dei famosi Lecakulor (vi ricordate?).
Io e Silvia sembriamo due bambini felici che girovagano alla ricerca di sementi e terra. Alla fine, rientrati alla base, ci tuffiamo nostro piccolo "orticello pensile" (il terrazzo) ed iniziamo la "grande semina". Adesso trovano posto belli ordinati vasi e vaschette con le più diverse sementi: rucola, chili, girasoli nani, margherite giganti, lattuga, basilico, zucche ornamentali e soprattutto fragole le preferite dall' "aliena". Ora non rimane altro che attendere, la luna è dalla nostra parte (crescente) !
Cose semplici ma che ci hanno fatto ridere e trascorre un bellissimo sabato.
giovedì 15 aprile 2010
Colloqui di lavoro
La ricerca e la successiva assegnazione di un posto di lavoro in Svezia avviene spesso tramite gli annunci pubblicati dalle ditte/aziende/istituzioni a cui segue un processo di selezione dei curricula e poi un'intervista.
Personalmente avendo sempre lavorato in Italia per undici anni in una pubblica amministrazione dove si entra solo per concorso (o tramite selezione in caso di un posto da precario), questo processo di selezione mi suona piacevolmente strano.
Forse è cosa già nota, ma è bene ricordare che in Svezia, come in quasi tutti gli altri Paesi europei (ad eccezione della Spagna mi sembra) i concorsi (per il pubblico impiego) non esistono né in caso di un posto a tempo determinato che indeterminato. Quello che viene richiesto è il curriculum ed una lettera di presentazione che qui viene chiamata "rekommendationsbrev" ossia lettera di raccomandazione ma che poco ha a che vedere con la "raccomandazione" tipica italiana. Alternativamente si può scegliere di scrivere la presentazione di proprio pugno, includendo poi le referenze nel curriculum.
C'è da dire che al corso SFI di svedese che continuo a frequentare ogni giorno, in questi giorni ci hanno consegnato del materiale relativo al mondo del lavoro ed alle modalità di ricerca dello stesso con dei preziosi consigli anche sulla famosa intervista.
L'intervista tipica verte su una serie di argomenti più o meno standard:
- tipo di formazione universitaria ed esperienze lavorative precedenti;
- come e perché si è arrivati in Svezia;
- le proprie qualità ed i propri lati negativi;
- i propri interessi e come si preferisce passare il tempo libero;
- il perché si desidera lavorare proprio in un certo posto;
- quando si è disponibili ad iniziare il lavoro;
- a quale stipendio si è pensato.
Tutte queste cose è bene saperle in anticipo al fine di avere almeno un'idea generale sulle possibili risposte che si è in grado di fornire. Quando si arriva ad essere selezionati per un'intervista significa che si è già superato il grosso scoglio della selezione iniziale dei curricula. Vuol dire che i candidati si possono contare spesso sulle dita di una sola mano ed occorre quindi essere pronti a dimostrare tutto il proprio valore; l'intervista è una sfida che va preparata al meglio in quanto ci si gioca tutto in quell'ora o due.
Tra i consigli riportati nel vademecum del SFI cito:
- vestirsi in modo piacevole ("hel, ren och lagom") non troppo "tirato" e preferendo il colore blu (almeno per i maschietti);
- arrivare in tempo (dieci minuti prima dell'ora fissata). Se si arriva in ritardo, oltre al fatto di essere considerato piuttosto scortese in Svezia, recuperare punti sarà poi più difficile;
- stringere la mano in modo deciso e non troppo morbido e guardare direttamente negli occhi la persona;
- essere se stessi, l'intervista serve a capire come una persona è in grado di relazionarsi con gli altri e con le possibili situazioni al lavoro non a dimostrare quello che si sa (questo è già descritto nel curriculum).
Questo per dire che il comune attraverso il corso di lingua gratuito per tutti gli immigrati con regolare permesso di soggiorno, fornisce una discreta quantità di informazioni che servono a conoscere meglio il sistema Svezia ed a sostenere i nuovi arrivati anche nella ricerca del lavoro.
mercoledì 14 aprile 2010
Immigrazione e regole: un po' di chiarezza
Prendo spunto da un commento "off topic" di un lettore ad uno dei precedenti post per fare un po' di luce sulle regole di immigrazione in Svezia per cittadini comunitari o extracomunitari, per quanti ancora avessero idee nebulose sulla questione.
I cittadini nordici (norvegesi, danesi, finlandesi e islandesi) hanno diritto di residenza e lavoro in Svezia senza limitazioni, quindi non devono registrarsi nè richiedere permessi di soggiorno o di lavoro. I cittadini europei, e quelli svizzeri, hanno diritto di residenza in Svezia senza bisogno di registrazioni all'ufficio immigrazione per 3 mesi dopodiché, per poter rimanere nel Paese, devono obbligatoriamente registrarsi al Migrationsverket dimostrando di soddisfare uno dei seguenti requisiti:
a. avere un lavoro dipendente;
b. avere un lavoro autonomo;
c. percepire una pensione che consenta di mantenersi (con relativo importo minimo);
d. essere studenti con fondi che consentano di mantenersi;
e. rientrare nella categoria "persone sfacciatamente ricche" che ovviamente possono mantenersi;
f. essere un familiare (figlio sotto i 18 anni/moglie/marito/convivente) di qualcuno che rientri nelle suddette categorie.
Una volta effettuata la registrazione, si ha il diritto di vivere e lavorare in Svezia finchè si soddisfa la condizione che ha permesso l'ottenimento della registrazione stessa.
Questa regola vige in tutti i Paesi della Comunità Europea, quindi anche in Italia per gli stranieri comunitari che volessero risiedervi (che poi in Italia la regola non venga applicata, è un altro discorso).
Per tutti i cittadini extra-UE (esclusi quindi gli islandesi, i norvegesi e gli svizzeri), valgono invece regole molto più restrittive. Se si vuole lavorare in Svezia da extracomunitari, è necessario arrivare in Svezia già con un permesso di soggiorno e lavoro che è necessario richiedere dal proprio Paese d'origine una volta in possesso di una certificazione di futura assunzione da parte del proprio futuro datore di lavoro.
Quindi non è nemmeno permesso arrivare in Svezia con la "speranza" di trovare un lavoro dopo qualche mese ! Questo invece è il "vantaggio" di cui possono usufruire solo i cittadini EU.
A questa regola generale ci sono eccezioni che riguardano gli studenti extracomunitari (che già si trovano in Svezia con permesso di soggiorno per ragioni di studio), i rifugiati, o i cittadini extracomunitari che si recano in Svezia su invito del futuro datore di lavoro per una "visita preliminare" e altre particolari categorie (au-pair, cittadini canadesi, australiani, neozelandesi), che non è mia intenzione qui elencare in dettaglio.
In materia di immigrazione la civilissima e progredita Svezia ha delle regole che vengono fatte rispettare e di conseguenza qui si trovano relativamente pochi immigrati irregolari, che in Italia invece sono numerosi rappresentano un grosso problema politico, sociale e di programmazione delle risorse (ai primi posti per es. quelle sanitarie).
Ancora, gli extracomunitari che ricevono aiuti dallo stato nel periodo immediatamente successivo all'arrivo in Svezia sono esclusivamente i rifugiati (non gli extracomunitari irregolari !) che godono di uno status particolare in ragione dei problemi nel loro Paese d'origine (Iraq, ex-Jugoslavia qualche anno fa, Somalia, ecc). Questo vuol dire assegno sociale per un certo periodo, corso di lingua gratuito (che comunque è gratuito per tutti i residenti regolari), aiuto nella ricerca del lavoro.
E questo, almeno personalmente, lo ritengo anche giusto: se la Svezia si impegna a ricevere una certa quota di rifugiati con permesso internazionale, si deve impegnare anche a contribuire alla loro integrazione (che non avverrebbe mai se queste persone non imparassero la lingua, o come funziona il sistema svedese). Il problema semmai arriva dopo, quando il periodo di "introduzione" finisce, e molti nicchiano sulla questione "trovare un lavoro" e cercano di accampare scuse varie per poter usufruire del sussidio di disoccupazione o si mettono in malattia (ma qui si dovrebbe aprire un capitolo lungo un kilometro sul fatto che anche molti svedesi approfittano dello stato sociale, e che la colpa non è solo degli immigrati...).
Per concludere: stando alle regole, ai cittadini italiani senza lavoro dopo 3 mesi non resta altro da fare che tornare a casa. La questione semmai sta nel programmare bene la propria emigrazione. Partire senza lavoro, e senza concrete possibilità di trovarlo e senza conoscere la lingua conduce purtroppo al fallimento in una percentuale altissima di casi, e a questo bisogna assolutamente pensare prima di partire (soprattutto se si parte con famiglia al seguito: non è un gioco). E - per inciso - invidiare chi è rifugiato di guerra mi sembra assolutamente fuori luogo.
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Segni di risveglio globale
Sono tanti gli indizi che qualcosa sta cambiando e si possono cogliere girovagando a piedi o in bicicletta per la città, tutti segni che l'inverno è alle spalle anche se il ricordo delle montagne di neve è ancora fresco. Qui e là ci sono ancora mucchietti di "sand", i sassolini che durante l'inverno sono stati sparsi in copiose quantità su ghiaccio e neve per permettere alla gente di camminare... durante la nostra permanenza in Italia gli aspiratutto sono entrati in azione ed hanno ripulito "il grosso". Infatti i mucchi di neve al loro scioglimento avevano lasciato su strade, marciapiedi e percorsi pedonali depositi di pietruzze che grazie ad appositi macchinari con spazzole ed aspirazione sono stati risucchiati e riciclati (a proposito sapete a che cosa serve l'oggetto ripreso nella foto qui sotto?).
In questi giorni i giardinieri sono all'opera per ripulire dai sassolini anche i prati e l'erba delle aiuole verdi dove inevitabilmente era stata ammucchiata la neve. Contemporaneamente altro personale è all'opera sugli alberi per una bella potatura.
Sul viale centrale il baracchino di una gelateria stagionale ha riaperto i battenti ed i tavolini sono già frequentati da passanti e studenti, mentre sul lato sud del viale ha già preso forma un tappeto di colore viola ampio un metro o qualcosa di più costituito da tantissimi fiori seminati a mio parere con un macchinario speciale.
Il campionato di calcio (Superettan, la serie B svedese) è iniziato lo scorso weekend ed il Norrköping ha esordito in casa con una sonora vittoria 3-0.
Tutti ormai hanno tirato fuori le bici dai garage (Silvia oggi è andata per la prima volta al lavoro in sella alla sua bici rossa) ma quello che balza di più agli occhi, è il fatto che le ragazze svedesi hanno decisamente cambiato abbigliamento. Con un occhio più al calendario che alle temperature vere e proprie ormai dappertutto ci sono sempre più gonne corte, calze semi-trasparenti e giubbetti aperti. E qualche ragazzo svedese più coraggioso azzarda anche una t-shirt !
Ma non sono solo gli uomini e le donne che sentono la primavera - al ritorno al lavoro in ospedale Silvia ha trovato due colleghe in dolce attesa... - ma anche gli alberi sono ai nastri di partenza. Le gemme sui rami sono comparse ed aspettiamo con ansia il fatidico momento della nascita delle prime foglioline verdi. Si accettano scommesse sulla data esatto !
L'ultimo indizio che toglie ogni dubbio è offerto dal Sole. Ebbene si... l'equinozio di primavera è alla spalle da quasi un mese e gli effetti si vedono. Alla sera ormai siamo nettamente "in testa" rispetta all'Italia; quando sentiamo al telefono amici e parenti che ci confermano che da loro è ormai buio, noi guardando fuori dalla finestre ci godiamo il colore azzurro-blu del cielo che segue il tramonto del Sole.
Al mattino la storia è simile e la luce stamattina ha svegliato Silvia prima della fatidica sveglia elettronica. Il Sole penetra in casa da angolazioni che mi sembrano ora strane ed alle quali non ero più abituato... date un'occhiata al grafico qui sotto valido per oggi e vedete come il Sole (linea gialla) nasce a 70° e tramonta a 270°... e siamo sono in aprile !
Ormai non ci sono più dubbi, il risveglio ormai è globale !
lunedì 12 aprile 2010
La primavera è anche qui !
A dire il vero un po' temevamo il rientro in Svezia, dal punto di vista climatico. Per 10 giorni ci eravamo abituati a temperature e paesaggio decisamente primaverili, e guardando su internet le previsioni per Norrköping avevamo visto numeri che nei giorni scorsi non si potevano dire confortanti. Ma all'uscita dal portellone dell'aereo oggi pomeriggio ci aspettava una bellissima giornata di sole e temperature che non granchè diverse da quelle di ieri in Veneto. E così, una volta a casa e disfatte le valigie, abbiamo deciso di goderci questo rientro crogiolandoci in terrazzo (per la cronaca: 22°C al sole, quasi da maniche corte) e dedicandoci ad un'occupazione molto primaverile nonchè classificabile tra gli hobby nazionali svedesi: il giardinaggio.
A parte la nostra nota passione per le piante grasse (di cui una è diventata in nostra assenza di dimensioni e forma inquietante) che continueremo ovviamente a coltivare, già da qualche tempo ci eravamo ripromessi di iniziare proprio dall'inizio, ovvero dai semi di altri tipi di fiori, piantine e ortaggi.
Durante la nostra assenza il cactus ha registrato una crescita di circa 20 cm; altezza totale più di 60 cm !
E così nei nostri vasi ancora liberi hanno trovato posto margherite giganti, fragole nonchè zucche ornamentali (tra qualche giorno arriveranno i girasoli nonchè un bonsai di pino). Ci vorrà un po' di pazienza per vedere (speriamo) i primi risultati, che comunque attendiamo con ansia. E chi lo sa, potremmo decidere di piantare ancora Oro il Pomodoro, che l'anno scorso ci ha dato soddisfazioni oltre le nostre aspettative !
Per terminare l'opera, ha trovato la sua collocazione sul portabandiera del terrazzo un qualcosa che Gabriele desiderava da mesi (un po' meno la sottoscritta, che è dovuta scendere a patti): il Leone di San Marco, simbolo dell'antica repubblica di Venezia. Chissà se qualche passante riuscirà a riconoscerlo correttamente...
sabato 10 aprile 2010
Reincontri
In questi sgoccioli di vacanze italiane stiamo cercando di ottimizzare tempi e visite. Ieri pomeriggio c’è stato però anche un attimo di malinconia quando alle ore 15:09 abbandonavo, seppure in buone mani, la Brontomacchina. Il destino ha voluto che l’acquirente italiano si sia dileguato all’ultimo momento dopo mesi di trattative ed un accordo quasi ultimato su prezzo e condizioni, cosa che mi ha fatto incavolare e non poco... fortunatamente un amico, proprietario di un’officina e vecchio compagno d’avventure in fuoristrada, nonché colui che per primo mi ha introdotto al mondo dell’offroad, mi ha offerto la possibilità di tenere la Brontomacchina nella sua officina in attesa che qualche cliente si faccia vivo o in attesa di trasformare l’amata macchina, in base ad un suo progetto, in un veicolo elettrico. Sarebbe una prestigiosa seconda vita per la nostra compagna di mille viaggi ed avventure !!
In serata poi è venuta l’ora di re-incontrare una famigliola della provincia di Vicenza che prima di Natale ci aveva fatto visita a Norrköping. La cena, splendidamente preparata da Suzana e Carlo, è stata una bella occasione per fare il punto sul loro progetto di emigrazione in Svezia (corso di svedese a Venezia e scambio casa con famiglia svedese previsto per quest’estate) che piano piano viene portato avanti e sul nostro primo anno in Scandinavia.
In serata poi è venuta l’ora di re-incontrare una famigliola della provincia di Vicenza che prima di Natale ci aveva fatto visita a Norrköping. La cena, splendidamente preparata da Suzana e Carlo, è stata una bella occasione per fare il punto sul loro progetto di emigrazione in Svezia (corso di svedese a Venezia e scambio casa con famiglia svedese previsto per quest’estate) che piano piano viene portato avanti e sul nostro primo anno in Scandinavia.
Così abbiamo avuto modo di confrontare le motivazioni che sono state alla base della nostra partenza e quelle che invece rappresentano le loro. Nonostante la nostra situazione lavorativa alla vigilia della partenza fosse completamente diversa dalla loro (Silvia non aveva un lavoro…) quello che ci accomuna è il fatto di non condividere più il sistema-Italia. Così è ovvio che qualche frase o parola che compare in queste pagine può contenere un po’ di malinconia verso il nostro Paese d’origine ma è bene precisare che le cose che ci mancano sono quelle che fortunatamente non possono essere rovinate dal malcostume della gente, dalla corruzione e dal marcio: cibo, clima e arte … tre cose magnifiche che pochi altri al mondo possono vantare, e che però non sono gli ingredienti indispensabili per costruire in modo “sano” una vita per noi e per i nostri futuri figli.
venerdì 9 aprile 2010
Fika a colazione: l’Italia è questo e altro
Eccoci qui, quasi alla fine della nostra vacanza: dopo una Pasqua trascorsa in compagnia dei nostri cari e con gli amici svedesi, e una Pasquetta al lago, con sole e clima davvero primaverile, tra una paio di giorni ce ne torneremo in Svezia.
Anna e Martin, alla loro prima esperienza in Veneto, hanno avuto modo di vivere in prima persona la vita quotidiana in una qualsiasi famiglia italiana, con i suoi lati anche buffi e particolari: qualche perplessità per la colazione dolce (“ma qui si fa fika a colazione ???”) che comunque sembrano aver apprezzato, per l’abitudine di non togliersi le scarpe in casa, per la facilità con cui si aquistano - e bevono - alcolici, e non da ultimo per la combinazione di molto charme e basso costo di un aperitivo al bar, con stuzzichini vari e il sole ormai estivo che scalda il viso. E ancora: la bellezza dei paesaggi e dell’arte, la vicinanza di mari e monti (dal B&B dove abbiamo pernottato la notte di Pasquetta si potevano vedere contemporaneamente Prealpi ed Appennini, nonché ammirare la pianura tra sconfinate distese di alberi di pesco e kiwi e altrettanti numerosi vigneti).
Ma hanno avuto anche modo di sperimentare la folla con la confusione che ne deriva, il traffico estremo, l’inquinamento di aria e acqua, i prezzi spesso gonfiati in alcuni settori, il gran numero di venditori ambulanti stranieri dalla dubbia regolarità, i racconti delle vicissitudini politiche italiote… insomma anche i lati poco attraenti che magari non colpiscono immediatamente il turista frettoloso che non pensa alla differenza tra visitare un Paese per vacanza e invece sceglierlo come propria residenza.
Ed è questo, alla fine, che volevamo far vedere loro: un’Italia non per turisti, non quella idilliaca di “Drömmen om Italien”, ma quella della gente che ci lavora, che ci vive, con i suoi lati positivi e quelli negativi.
E a noi, che effetto ha fatto tornare indietro ancora una volta ? Personalmente un po’ di nostalgia per la gente che conosciamo, per il clima (ormai qui in Veneto le temperature hanno toccato i 20°C, mentre in Svezia le massime sono attorno ai 10°C) con la natura che è ormai in piena esplosione primaverile, e per il cibo, con tutte le possibili variazioni e specialità da regione a regione, da città a città, da borgo a borgo. Ma il capitolo nostalgia è breve e finisce qui.
Insomma, contenti della vacanza, ce ne torniamo a casa nostra, dove ci aspettano nuovi progetti e nuove avventure, e possiamo in questo momento dire: “borta bra, men hemma bäst”, ovvero in da qualche altra parte si sta bene, ma a casa propria (in Svezia) si sta meglio.
Anna e Martin, alla loro prima esperienza in Veneto, hanno avuto modo di vivere in prima persona la vita quotidiana in una qualsiasi famiglia italiana, con i suoi lati anche buffi e particolari: qualche perplessità per la colazione dolce (“ma qui si fa fika a colazione ???”) che comunque sembrano aver apprezzato, per l’abitudine di non togliersi le scarpe in casa, per la facilità con cui si aquistano - e bevono - alcolici, e non da ultimo per la combinazione di molto charme e basso costo di un aperitivo al bar, con stuzzichini vari e il sole ormai estivo che scalda il viso. E ancora: la bellezza dei paesaggi e dell’arte, la vicinanza di mari e monti (dal B&B dove abbiamo pernottato la notte di Pasquetta si potevano vedere contemporaneamente Prealpi ed Appennini, nonché ammirare la pianura tra sconfinate distese di alberi di pesco e kiwi e altrettanti numerosi vigneti).
Ma hanno avuto anche modo di sperimentare la folla con la confusione che ne deriva, il traffico estremo, l’inquinamento di aria e acqua, i prezzi spesso gonfiati in alcuni settori, il gran numero di venditori ambulanti stranieri dalla dubbia regolarità, i racconti delle vicissitudini politiche italiote… insomma anche i lati poco attraenti che magari non colpiscono immediatamente il turista frettoloso che non pensa alla differenza tra visitare un Paese per vacanza e invece sceglierlo come propria residenza.
Ed è questo, alla fine, che volevamo far vedere loro: un’Italia non per turisti, non quella idilliaca di “Drömmen om Italien”, ma quella della gente che ci lavora, che ci vive, con i suoi lati positivi e quelli negativi.
E a noi, che effetto ha fatto tornare indietro ancora una volta ? Personalmente un po’ di nostalgia per la gente che conosciamo, per il clima (ormai qui in Veneto le temperature hanno toccato i 20°C, mentre in Svezia le massime sono attorno ai 10°C) con la natura che è ormai in piena esplosione primaverile, e per il cibo, con tutte le possibili variazioni e specialità da regione a regione, da città a città, da borgo a borgo. Ma il capitolo nostalgia è breve e finisce qui.
Insomma, contenti della vacanza, ce ne torniamo a casa nostra, dove ci aspettano nuovi progetti e nuove avventure, e possiamo in questo momento dire: “borta bra, men hemma bäst”, ovvero in da qualche altra parte si sta bene, ma a casa propria (in Svezia) si sta meglio.
domenica 4 aprile 2010
Tra mare e frico
L’avventura italiana questa volta continua in Friuli in un sabato di Pasqua dedicato al mare e alla cucina regionale. E’ l’occasione quindi per mostrare come funzionano le autostrade italiane, il nuovo passante di Mestre e come cambia il paesaggio tra Padova o Venezia dove il verde tra un paese e l’altro è poco e le costruzioni sono molte fino alla parte orientale del Veneto ed alla Bassa Friulana dove lo spazio libero disponibile è un po’ di più ed il paesaggio forse più godibile tra viti e prati verdi.
Il pranzo viene servito a casa dei miei genitori dove è il turno del prosciutto crudo, di uno speciale culatello di Sauris (una località sui monti friulani rinomata per i salumi) e di un pasticcio di radicchio di Treviso e pancetta, accompagnato da un paio di buoni vinelli tra cui un prosecco che fa la felicità di Martin.
Nel pomeriggio in programma c’è una bella passeggiata in spiaggia a Lignano in compagnia di Alessandro ed Elisa che i nostri amici svedesi avevano conosciuto già la scorsa estate proprio in Svezia. Così c’è stato il tempo di godersi ancora un po’ di sole seduti ad assaporare un “macchiatone” sulla Terrazza a Mare di Lignano Sabbiadoro con il rumore delle onde sotto di noi e una vista che spazia fino a Trieste ed alla Croazia… come sembrano lontani la neve ed i boschi di Norrkoping !
Grazie alle conoscenze di Ale ed Elisa, per la serata abbiamo previsto qualcosa di speciale per i nostri speciali ospiti nordici: una cena tipica friulana, in un trattoria tipica, in un paesino tipico… quanti di voi hanno assaggiato il frico e il salame all’aceto friulani (i friulani non possono partecipare…)?
Il pranzo viene servito a casa dei miei genitori dove è il turno del prosciutto crudo, di uno speciale culatello di Sauris (una località sui monti friulani rinomata per i salumi) e di un pasticcio di radicchio di Treviso e pancetta, accompagnato da un paio di buoni vinelli tra cui un prosecco che fa la felicità di Martin.
Nel pomeriggio in programma c’è una bella passeggiata in spiaggia a Lignano in compagnia di Alessandro ed Elisa che i nostri amici svedesi avevano conosciuto già la scorsa estate proprio in Svezia. Così c’è stato il tempo di godersi ancora un po’ di sole seduti ad assaporare un “macchiatone” sulla Terrazza a Mare di Lignano Sabbiadoro con il rumore delle onde sotto di noi e una vista che spazia fino a Trieste ed alla Croazia… come sembrano lontani la neve ed i boschi di Norrkoping !
Grazie alle conoscenze di Ale ed Elisa, per la serata abbiamo previsto qualcosa di speciale per i nostri speciali ospiti nordici: una cena tipica friulana, in un trattoria tipica, in un paesino tipico… quanti di voi hanno assaggiato il frico e il salame all’aceto friulani (i friulani non possono partecipare…)?
Penso che Anna e Martin siano stati tra i pochi svedesi al mondo a poter assaggiare questa specialità della mia regione: un sapiente mix di formaggi, patate e cipolla fritti in padella fino a formare una specie di frittata fondente… una vera chicca da non perdere che mi sono assaporato boccone dopo boccone con un gusto impareggiabile per cercare di imprimere nelle mie papille gustative un sapore che non potrò riavere per diversi mesi a venire. Che bello condividere questi momenti un po’ speciali con gli amici nuovi e con quelli di sempre…
Facciamo i turisti
Eccoci qui a fare a tutti voi i nostri più cari auguri di Buona Pasqua. Quest’anno per noi è una Pasqua speciale mezza italiana e mezza svedese. Infatti, come anticipato, siamo rientrati in Italia per una vacanza in compagnia di amici, parenti e compagni di viaggio svedesi.
Per la prima volta un nostro rientro in Italia è stata una vera e propria vacanza anche se finora piuttosto impegnativa dal punto di vista del numero di cose da fare e vedere. Come organizzato, tutto sta filando secondo i programmi… lo scopo era far conoscere da vicino e da un punto di vista personale la vita che facevamo quando vivevamo e lavoravamo in Veneto. E così la prima giornata con Anna e Martin è stata dedicata alla visita al Centro Meteo dove lavoravo con annesso pranzo sui Colli Euganei a base di piatti tipici. Nel pomeriggio invece è stata la volta della visita all’Ospedale di Padova dove Silvia lavorava. Per entrambi più o meno le stesse domande magari con diverse sfumature e velati consigli: “Tornate?”, “Quando tornate?”, “Non tornerete mica?” e via di seguito. E’ stato bello riabbracciare i compagni di lavoro e vedere che ti accolgono sempre con un sorriso…
Per la prima volta un nostro rientro in Italia è stata una vera e propria vacanza anche se finora piuttosto impegnativa dal punto di vista del numero di cose da fare e vedere. Come organizzato, tutto sta filando secondo i programmi… lo scopo era far conoscere da vicino e da un punto di vista personale la vita che facevamo quando vivevamo e lavoravamo in Veneto. E così la prima giornata con Anna e Martin è stata dedicata alla visita al Centro Meteo dove lavoravo con annesso pranzo sui Colli Euganei a base di piatti tipici. Nel pomeriggio invece è stata la volta della visita all’Ospedale di Padova dove Silvia lavorava. Per entrambi più o meno le stesse domande magari con diverse sfumature e velati consigli: “Tornate?”, “Quando tornate?”, “Non tornerete mica?” e via di seguito. E’ stato bello riabbracciare i compagni di lavoro e vedere che ti accolgono sempre con un sorriso…
E dopo le visite alle persone è stata la volta della visita alla città di Padova nei suoi luoghi più belli e più preziosi, per poi aspettare l’ora di cena seduti ai tavoli all’aperto di un bar del centro per riassaporare uno spritz all’Aperol. Per la cena avevamo scelto un trattoria del centro molto conosciuta dove si possono apprezzare piatti tipici della cucina veneta. Il giorno seguente, complice una splendida giornata di sole, ci siamo trasferiti in treno a Venezia dove ci siamo sbizzarriti a percorrere calli più o meno nascoste, salire e scendere per ponti grandi e piccoli. Per una volta tanto ci siamo sentiti dei veri turisti e così l’abbiamo vissuta, questa bellissima giornata. Spesso quando si vive per molto tempo in uno stesso luogo finisce che non si riesce mai a visitare qualche museo che magari invece la maggior parte dei turisti vede. E così siamo saliti sulla balconata della Basilica di San Marco per vedere da vicino la splendida quadriglia di cavalli in bronzo, il museo annesso e gettare uno sguardo dall’alto sull’interno della Basilica splendidamente decorata da milioni e milioni di micro tessere di mosaico. Ci siamo persino concessi una sosta pranzo sulla Riva degli Schiavoni con un sole che quasi quasi scottava… per la prima volta abbiamo usati gli occhiali da sole !
Una completato il tour turistico veneziano e soddisfatte le richieste informative e visive dei nostri amici, solcato il nuovo ponte di Calatrava siamo rientrati alla base. Per cena non ci siamo fatti scappare l’occasione di cucinare degli ottimi bucatini… prima però siamo passati al supermercato dove i nostri amici sono rimasti colpiti dall’elevato numero di tipi di pasta disponibili. Per loro è difficile comprendere la differenza tra pennette rigate e mezze penne o tra bucatini, spaghetti-tini o bavette, per gli svedesi spesso c’è un unico nome: pasta.
Così in serata tra un bicchiere di Tocai friulano ed una grappa li abbiamo istruiti nel perfetto metodo di cottura e nel corretto utilizzo della forchetta per “avvolgere” i bucatini e scacciare le “pessime” abitudini di spezzare la “pasta lunga” per farla entrare nella pentola o peggio ancora utilizzare il coltello per tagliare gli spaghetti sul piatto. Il resto della serata, grazie anche alla compagnia di due amici italiani vicini di casa, abbiamo riso a crepapelle, grazie al confronto dei modi di dire, delle abitudini, dei comportamenti di italiani e svedesi.
E così abbiamo scoperto delle cose divertentissime come il modo di dire che si usa in Svezia quando, magari dopo una festa si beve e beve fino a star male tanto da doversi trasferire in bagno… bene, loro dicono: “Ieri sera ho guidato il buss di Gustavsberg”. A primo acchito è incomprensibile ma poi quando scopri che i sanitari in Svezia invece di essere firmati “Dolomite” sono firmati “Gustavsberg” e così l’azione di abbracciare il water può è essere facilmente connessa con il guidare il bus di Gustavsberg ! Qualcun altro però preferisce usare un altro: “Ho usato il grande telefono bianco”…
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