venerdì 29 gennaio 2010
"Giovani talenti" su Radio24 - l'intervista
Eccoci finalmente all'appuntamento radiofonico. Come anticipato in un altro post sabato 30 gennaio alle ore 15 è andata in onda su Radio24 una nostra intervista realizzata nell'ambito della trasmissione "Giovani Talenti". Ecco la presentazione direttamente dal sito della radio e l'audio dell'intervista.
Questo nuovo programma radiofonico vuole raccontare attraverso le parole di chi è passato attraverso questa esperienza, la storia di migliaia di giovani che ogni anno lasciano il nostro Bel Paese. Spesso sono laureati nei settori più diversi, giovani che hanno vissuto e studiato al sud e al nord del nostro paese e che oggi rappresentano un'emigrazione "speciale", molto diversa da quella che ha caratterizzato l'inizio del ventesimo secolo.
Quello che viene raccontato nelle puntate della trasmissione sono le fatiche del percorso lavorativo in Italia, le opportunità che all'estero vengono offerte, la partenza e la vita "fuori casa" con tutte le difficoltà affrontate. L'obiettivo della trasmissione, dalle parole stesse dell'autore, è proprio riuscire a capire perché tanti giovani italiani se ne vanno e cosa invece potrebbe essere fatto affinché questi possano tornare o addirittura non partire mai !
Noi (ma soprattutto Silvia) ha parlato per poco più di 15 minuti su un totale di mezz'ora che è la durata della puntata. Temi scottanti quelli affrontati, incentrati sul mondo universitario e medico in primo luogo, ma con anche un momento di gloria per la nostra casa virtuale "One Way to Sweden" e per voi nostri lettori che rappresentate il nostro stimolo quotidiano a raccontare e raccontarci. Buon ascolto.
Nel frattempo guardatevi questo spezzone tratto dal film "La meglio gioventù" suggeritoci da un nostro lettore: anche se il film è di qualche anno fa, il tema è sempre attuale.
giovedì 28 gennaio 2010
Posto pubblico fisso, stipendio certo... siamo sicuri?
Circa una volta alla settimana cerco di mantenere pulita la casella di posta elettronica del mio posto di lavoro in Italia (essendo in aspettativa sono ancora a tutti gli effetti un dipendente). Lo faccio più che altro per ripulirla dallo spam e da mail inutili. Ieri però mi è caduto lo sguardo su una mail catalogata "urgente" proveniente dal direttore generale e relativa agli stipendi di gennaio 2010 (io lavoravo in un ente pubblico della Regione Veneto con più di 1.000 dipendenti).
Quando l'ho letta sono rimasto a bocca aperta e mi sono sentito male per i miei colleghi visto che il sottoscritto essendo appunto in aspettativa non prende più lo stipendio né matura anzianità. La mail dice che in pratica che a causa dell'improvvisa condizione di eccezionale difficoltà finanziaria (quante belle parole...) della Regione Veneto, il mio ente si vede costretto a liquidare a fine mese il 90% dello stipendio netto. Punto e fine. E qualcuno poi mi diceva che facevo male a lasciare un posto fisso con uno stipendio certo a fine mese...
Tutto questo oggi sembra surreale. A sentire poi le voci di corridoio, a saltare potrebbero essere in futuro anche gli incentivi di produttività. Che dire... tante brave persone laureate in fisica, ingegneria, astronomia con un lavoro di responsabilità, impegnati sabato, domeniche e tutte le sante feste, in servizio anche di notte quando il dovere chiama e sempre disponibili in reperebilità telefonica forse si meriterebbero un riconoscimento diverso.
Quando c'ero ancora dentro, mi sentivo come Don Chisciotte contro i mulini a vento, a combattere inutilmente per dei diritti che nessuno voleva prendersi la briga di difendere, perché non si è mai tutti uguali e c'era sempre un'eccezione a giustificare tutto. Ma quando poi vedi le cose da un altro punto di vista (pensate a come vengono riconosciuti oggi i turni di lavoro e persino gli orari scomodi a Silvia qui in ospedale, tre notti = una settimana di vacanza extra), allora fai sempre più difficoltà ad accettare quello che prima mandavi giù a malincuore. Sapete qual'era la compensazione monetaria per lavorare la domenica, Pasqua o Natale che sia? 17,82 euro lordi al giorno... senza parlare del lavoro notturno che diventava il "normale" orario di lavoro.
D'accordo che c'è chi sta peggio, chi è magari ancora precario (ma lo sono stato anche io per 11 anni...), magari chi in cassa integrazione o è appena stato licenziato, ma giunti a questo punto, quale sarà la prossima mossa?
mercoledì 27 gennaio 2010
A scuola in bici con la neve
Ieri mi hanno chiamato dalla scuola di lingue del comune di Norrköping. Posso solo dire: finalmente! Mi ero iscritto a fine agosto, quando la scuola aveva riaperto dopo la pausa estiva, mi hanno fatto fare il test di conoscenza della lingua ad ottobre e ieri ho ricevuto la fatidica telefonata: "Domani inizi il corso, ore 8.30 aula X, insegnante Y. Punto." Livello C3.
Visto che il corso si tiene in centro, nella parte nord-est della città a circa due chilometri da casa, ieri pomeriggio fatti due conti e visto che il corso iniziava al mattino, ho deciso che sarei andato in bici. Da ottobre però la bici non l'avevo più usata e soprattutto non l'avevo mai sperimentata sulla bianca superficie (neve). Così mi sono attrezzato per rigonfiare le ruote ad una pressione però non troppo elevata. In pratica ho adottato una tecnica che si usa per andare con il fuoristrada sulla sabbia (sgonfiare un po' le gomme per aumentare la superficie di contatto). Questo mi avrebbe garantito una maggiore aderenza visto che per il momento non avevo intenzione di passare alle gomme chiodate (almeno senza prima provare).
Stamattina ore 8.10 sono in strada, temperatura sui -7°C e cielo coperto. Tutto fila super liscio, gran parte delle strade che percorro sono innevate, perché sotto viali alberati pedonali e quando passo sulla sede stradale non ci sono problemi visto che sono pulite.
Durante il corso (di cui vi parlerò magari nei prossimi giorni quando mi sarò un po' ambientato) ha iniziato a nevicare (come da previsioni) sempre più fitto; fatto sta che a mezzogiorno c'erano già quasi cinque centimetri abbondanti di neve fresca. Il rientro in bici non ha presentato comunque grosse difficoltà anche se devo dire che ho prestato sempre molta attenzione e la velocità alla fine non era elevata.
Però che soddisfazione quando metti le ruote su uno strato di neve fresca e lasci una bella traccia alle tue spalle... chi l'avrebbe pensato che avrei mai fatto una cosa del genere. Per me la bici in Italia significava sole, bel tempo e temperature estive; come cambiano le prospettive...
Beh l'esperimento ha funzionato e penso che lo ripeterò anche domattina, sempre che non ci siano per allora dieci-venti centimetri di neve fresca dalla notte (cosa molto probabile visto come sta venendo giù ora e viste anche le previsioni per le prossime ore) !
lunedì 25 gennaio 2010
La nostra macchina diventa svedese (con qualche difficoltà)
All'inizio di gennaio sono tornate in Italia, assieme a noi, anche le targhe italiane della Brontolina, ovvero del mio Freelander: dopo pensamenti e ripensamenti (e non da ultimo vari conteggi monetari) abbiamo infatti deciso che sarebbe stato meglio procedere all'inizio del 2010 con l'immatricolazione in Svezia.
La procedura che ci ha portato a capire cosa fosse più conveniente fare della nostra macchina italiana è stata subito dall'inizio tutt'altro che semplice: 2 mezze giornate se ne sono andate solamente per telefonare via Skype a diversi uffici PRA/ACI del Veneto. Fortuna che non costa tanto, visto che le attese al telefono sono state estenuanti, e le risposte non univoche e nemmeno esaurienti: per capire esattamente la procedura in Italia ho dovuto chiamare prima Vicenza (2 volte perchè inizialmente la gentilissima impiegata "non aveva tempo perchè stava facendo sportello" e la seconda volta la spiegazione era stata tanto rapida quanto incomprensibile), poi Padova (telefono che squillava a vuoto) e poi, presa dalla disperazione, Verona.
Il problema fondamentale risiedeva nel fatto che entrambi gli uffici preposti, in Italia e in Svezia, richiedono i documenti in originale, uno per la radiazione (de-immatricolazione del veicolo), l'altro per la ri-immatricolazione, e purtroppo nessuno dei due spiegava cosa andasse fatto per primo !
Ma ormai di burocrazia siamo diventati degli esperti, ed ecco a voi in sintesi come sta evolvendosi la faccenda.
La prima tappa è riportare in Italia targhe, libretto di circolazione e certificato di proprietà dell'auto, con cui si procede alla radiazione dal registro italiano pagando l'importo di circa 36 euro. Il certificato di proprietà viene ritirato e sostituito da un altro certificato originale in cui si specifica che l'autovettura è stata radiata. Anche il libretto viene restituito in originale con dei timbri che lo annullano.
Dopo questo primo passaggio, per il quale è caldamente consigliabile essere presenti di persona, a meno di non dover spedire il tutto al consolato a Stoccolma (e mi posso solo immaginare i tempi per riavere il tutto indietro...), si effettua la richiesta al Transportstyrelsen svedese per la verifica che il veicolo sia di origine italiana (la procedura si chiama apppunto "Controllo dell'origine del veicolo") e per ottenere una targa provvisoria, inviando in originale tutti i documenti della macchina di cui si è in possesso (meglio la raccomandata, va'....) - costo 70 euro (avete presente quanto costa immatricolare una macchina in Italia ???).
Per poter fare questo è però necessario anche allegate la prova di aver stipulato un'assicurazione provvisoria di tre mesi che permetta di arrivare all'officina del collaudo con le targhe di prova che verranno nel frattempo mandate. Una volta fatto il collaudo, la macchina viene ufficialmente immatricolata in Svezia e si ricevono le targhe definitive (registreringsskyltar) dopo aver pagato la relativa tassa sui veicoli a motore (seguirà post a parte su questo).
Al momento siamo neanche a metà percorso, ovvero siamo in attesa delle targhe provvisorie (raccomandata spedita sabato 23/1 dopo aver ricevuto il certificato di assicurazione provvisoria per posta in due giorni). Speriamo che i restanti step siano rapidi ed indolori, visto che per il momento la Brontolina dorme in garage e non vede l'ora di farsi un giretto. Nel frattempo per andare a lavorare vado in bus, e non è che la cosa mi dispiaccia particolarmente: solo quando lavoro la notte avrei il leggero desiderio, la mattina a fine turno, di non aspettare con tanti o pochi "meno gradi" ma di tornare subito a nanna. Ma sono fortunata, perchè Gabriele è a volte il mio autista personale :-)
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domenica 24 gennaio 2010
Inter-Milan: un derby con birra e popcorn
Da quando sono qui in Svezia il mio modo di seguire il calcio italiano si è limitato alla consultazione dei risultati delle partite sul web la domenica pomeriggio o a qualche diretta seguita attraverso i commenti giornalistici in tempo reale sulla Gazzetta.it.
Ma stasera è diverso. Il canale tv svedese Kanal 9 trasmette in diretta la partita clou della stagione Inter-Milan.
E' domenica sera e le condizioni ambientali sono perfette (tra l'altro fuori dalla finestra ci sono quasi -12°C). Silvia (non me ne voglia) è di turno in ospedale. Devo dire però che lei non è per nulla allergica al calcio come invece la tradizione impone a molte mogli italiane. Non si lascia scappare nemmeno una partita dell'Italia ai mondiali... peccato solo che nel 2006, l'anno in cui ci siamo conosciuti e l'Italia ha vinto i mondiali, la notte magica della finale eravamo separati visto che lei era di turno di notte in ospedale a Padova!
Ecco come mi sono attrezzato per assistere in diretta alla sfida calcistica che tutti attendevano. Per cena un tramezzino caldo alla rucola e formaggio danese, 120 gr di Pipe Rigate Barilla con un sughetto fatto in casa di pomodoro, speck dell'AltoAdige (bottino dell'ultimo rientro in patria) ed olive nere. Birra e popcorn caldi appena sfornati dal micro-onde hanno contribuito a rendere l'ambiente ideale per una serata sportiva davanti alla tv.
Dopo un paio d'ore il derby è finito come tutti sanno... non sono né interista né milanista e per i commenti ci sono i giornali specializzati che fanno il loro lavoro. Io volevo raccontarvi solo un paio di cose che hanno attirato la mia attenzione.
Pochi minuti prima del fischio d'inizio, durante la trasmissione con i giornalisti in studio, hanno mandato in onda un servizio girato a Roma da un corrispondente svedese dove un giovane sacerdote italiano spiegava come la gente vede nella domenica la giornata in cui c'è la partita di calcio e non più la giornata in cui si va in chiesa. A sentire le sue parole, sottotitolate in svedese, i media sono in grado di preparare l'evento sportivo della domenica alla perfezione creando una grande attesa nel pubblico, cosa che a suo dire la Chiesa oggi non è in grado di fare altrettanto bene.
La seconda curiosità è data dal fatto che i commentatori svedesi sono parecchio differenti dai giornalisti nostrani. Diciamo pure che sono di poche parole e durante la telecronaca possono trascorrere anche 10-15 secondi senza che nessuno dica una sola parola... vi posso garantire che quei secondi sembrano un'eternità tanto che viene da chiedersi a volte se sia successo qualcosa al giornalista... per contro si sentono tutti i rumori e i canti dello stadio e si vive molto l'atmosfera presente in campo.
Che dire... alla fine mi sono mancate un po' le esclamazioni e le urla dei nostri commentatori che se confrontate a quelle dei colleghi svedesi non hanno nulla da invidiare ai famosi giornalisti "urlatori" brasiliani !
sabato 23 gennaio 2010
Un sabato sul ghiaccio
Quando stamattina Silvia al risveglio ha alzato la tendina oscurante in camera da letto, mi sono accorto che c'era qualcosa di diverso rispetto agli ultimi giorni. Cielo azzurro e sole splendente i cui raggi illuminavano radenti l'interno della camera... pochi minuti e mentre ci apprestavamo a fare colazione all'alba delle nove e mezzo (ebbene si oggi è sabato), il piano per la giornata era già fatto e non rimaneva altro che radunare tutta la truppa.
Così dopo un breve colloquio alla radio con Marco e Giulia ed una rapida chattata su Skype con Francesco e Nastya, infilate calzamaglie, cuffie e guanti siamo passati all'azione. In auto ci siamo spostati a Söderköping per verificare lo stato dello Göta Kanal che ovviamente risultava completamente ghiacciato ma purtroppo anche ricoperto di neve e quindi impraticabile. L'idea allora è stata quella di portarsi verso il mare a Mem, dove lo stesso canale finisce appunto nel Mar Baltico.
Per arrivare a Mem si percorre una strada in mezzo a qualche bosco e tanti prati, un nastro ghiacciato ed innevato che fa pensare alle immagini dei rally automobilistici che si vedono in televisione. Gli stessi prati che giusto sei mesi fa erano colorati di verde e di un bellissimo giallo donato dai fiori di colza, oggi erano bianchi, di un bianco accecante ed immacolato. I raggi del sole poi facevano brillare i cristalli di ghiaccio sulla superificie innevata come diamanti mentre in qualche punto un sottile strato di nebbiolina appena sollevatasi dai campi dava un ulteriore tocco di magia al paesaggio.
A Mem lo Göta Kanal era stato proprio "preparato" a dovere. Si, l'appellativo "preparato" gli si addice bene, perché era tirato come una pista da pattinaggio, con la differenza che la pista è lunga qualche chilometro e c'è un doppio senso di marcia. Sul posto un po' di gente, qualche macchina, poco più di una decina, quindi niente folla ovviamente, e tutti più o meno attrezzati.
Ovviamente il "must" sono gli appositi pattini lunghi "da ghiaccio ruvido" chiamati "skridskor" che si agganciano sotto le scarpe e che si usano in combinazione anche con delle racchette.
Oltre ai vari pattinatori di tutte le età c'erano anche quelli che si erano ingegnati per rendere l'escursione ancor più gradevole o portandosi dietro un cane o legandosi in vita uno slittino con a bordo uno o due bimbi. Ovviamente c'era anche il gruppetto di ragazzini alle prese con le mazze e il disco da hockey mentre attendevano che il barbecue a bordo canale si scaldasse; ma il premio di sportivi della giornata penso l'abbia vinto senza ombra di dubbio la giovane coppia con skridskor e carrozzina da spingere ! Robe da non credere!
Noi ci siamo limitati ad una lunga passeggiata con al traino gli slittini per Nina e Riccardo; passeggiata che comunque ci ha regalato una bellissima giornata all'aria aperta all'insegna della voglia di natura... in fin dei conti non è anche questo che ci mancava tanto in Italia?
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mercoledì 20 gennaio 2010
Ospiti a Radio24
Dopo la pubblicazione di un articolo di Silvia su "Fuga dei Talenti" curato da Sergio Nava giovane voce di Radio24, siamo stati contattati dalla redazione della trasmissione radiofonica "Giovani talenti" la cui prima puntata andrà in onda sabato prossimo.
La nostra storia è interessata alla redazione e così Silvia sarà la "main guest" della trasmissione di sabato 30 gennaio 2010, alle ore 15. Anche il sottoscritto avrà qualche minuto di gloria con un intervento nella seconda parte della trasmissione.
Che dire... per noi è una bella soddisfazione, adesso non rimane altro che prepararsi bene per l'appuntamento che ci aspetta. E "One way to Sweden", la nostra casa virtuale, ci accompagnerà nel racconto della nostra storia alla radio, perché è proprio grazie a questa casa virtuale e a voi, nostri ospiti e visitatori, che tra poco più di una settimana andremo in onda !
Euforico squilibrio
Quando venerdì scorsi ci siamo fermati alla baita “La Brancia” (in Val Badia) per rifocillare lo stomaco e rilassare le gambe dalle fatiche delle lunghe sciate siamo stati accolti da una musica a noi familiare. L’orario un po’ tardo e la bellissima giornata di sole ci hanno garantito un posto al sole sulle panche in esterno e l’assenza di commensali.
Così, tra il cameriere buontempone, la musica ad alto volume, wurstel, patatine e birra, presto l’atmosfera si è rallegrata parecchio e la piccola compagnia ha iniziato a dare qualche segno di “euforico squilibrio”. Indovinate dal video di che canzone si tratta !
La musica degli Abba, il famoso gruppo pop svedese, ci ha accompagnato un po’ sempre durante la nostra avventura in Svezia e risentire in cima ad una montagna le stesse canzoni che sono state fedeli compagni di viaggio nel primo trasloco in automobile a Pasqua 2009, è stata proprio una bella sorpresa !
martedì 19 gennaio 2010
Raccomandata italiana: chi l'ha vista?
Come saprete abbiamo passato alcuni giorni in Italia alcuni dei quali trascorsi tra amici, parenti e sulle piste da sci. Tutto è andato per il meglio, il nostro soggiorno è stato molto piacevole... alla fine però si sono messe in mezzo le Poste Italiane e qualcosa è cambiato...
Alcuni giorni prima del nostro arrivo, avevo ricevuto nella cassetta della posta italiana un avviso di ricezione di una raccomandata. Grazie a degli amici che si occupano gentilmente della nostra posta e che hanno una delega permanente al ritiro delle raccomandate, è iniziata la solita procedura per il recupero della raccomandata presso l'ufficio postale.
La nostra amica la prima volta è stata troppo solerte recandosi all'ufficio il giorno dopo il recapito dell'avviso (che tra l'altro non recava né il numero, né il mittente e neppure la provenienza) e si è vista rispondere che bisognava attendere un giorno in più.
Trascorse le 24 or,e al successivo tentativo la raccomandata non era ancora presente in ufficio e qui è iniziato l'incredibile balletto che stento ancora a credere. Dopo svariate telefonate e visite all'ufficio postale la nostra povera amica è riuscita a ricostruire il tragitto della raccomandata: Padova, Albignasego, Montegrotto Terme, Abano Terme, Padova, Milano... avete letto bene... che centra Milano???
Alla fine siamo riusciti a recuperare il codice della spedizione ed abbiamo capito che la raccomandata è partita da Padova l'11 gennaio e il 18 gennaio è stata inviata a Milano.
La raccomandata avrebbe dovuto essere consegnata a pochi chilometri dal punto di spedizione mentre ora si trova a 250 km di distanza...
Quando a Pasqua rientreremo in Italia e porteremo con noi Anna e Martin (i nostri amici svedesi) per una breve vacanza, penso proprio che faremo loro visitare i nostri uffici postali, facendo provare loro le brezza di un'interminabile coda agli sportelli allietata però dalla vista di phon, lettori dvd, libri e tutte le altre cavolate che è possibile acquistare in quegli uffici.
Nel frattempo la mia raccomandata viaggia, viaggia e attraversa l'Italia ad est ad ovest... chissà cosa mi potrebbe raccontare al suo arrivo se solo potesse parlare...
sabato 16 gennaio 2010
Monòpoli
Quando si va in montagna spesso si rispolverano per le serate che seguono intense giornate sciistiche giochi di carte o altri passatempi da tavolo: noi questa volta avevamo scelto il Monopoli in edizione di almeno vent’anni fa. Quanti di voi non hanno giocato da piccoli (e chissà anche da grandi) a Monopoli? Io personalmente ho trascorso intere estati a giocarci con gli amici d’infanzia… quanti ricordi quando ti ritrovi ad aprire il tabellone e a riprendere in mano i cartellini delle varie vie… Vicolo Corto, Largo Augusto, Via Verdi, la Società Elettrica, le Stazioni, Viale dei Giardini e l’ambitissimo Parco della Vittoria i cosiddetti “viola”.
E poi gli Imprevisti, i segnalini “fuori moda” come il fiasco di vino, l’improbabile vaso di fiori ed il funghetto… dai… chi non si ricorda? E poi le ipoteche, gli scambi e le trattative serrate fino alla bancarotta dei primi giocatori. Per la prima serata la vittoria è stata sancita proprio dai viola che con i loro alberghi hanno determinato gioie e dolori dei giocatori. Per me la vacanza è anche questo: ritornare bambini per qualche ora, uscire dagli schemi quotidiani, vivere delle belle giornate spensierate…
venerdì 15 gennaio 2010
Ecco cosa mi manca in Svezia
La nostra vacanzina italiana dopo essere iniziata nel segno di qualche visita a parenti, amici, ex colleghi con un paio di pizze serali, adesso ci concede qualche giorno di vero relax in montagna. Durante gli ultimi anni quando vivevamo in Italia eravamo sempre riusciti, nonostante i turni lavorativi dei weekend miei e di Silvia, a trascorrere qualche giorno sulle piste da sci. Così anche quest’anno ci siamo organizzati per spendere i nostri tre giorni bianchi sulle piste di casa.
Questa volta i nostri compagni di viaggio sono stati la sorella di Silvia e Daniele e la meta è stata la Val Gardena. Dopo una prima giornata all’insegna delle nuvole che comunque non ci hanno impedito di scaldare i muscoli, la giornata di giovedì è stata spettacolare. Un cielo blu intenso, un bel sole e delle temperature gradevoli (meno freddo di quanto l’inverno ci sta offrendo in Svezia) hanno fatto da contorno alla nostra Sellaronda arancio, ossia il giro dei quattro passi (Gardena, Campolongo, Pordoi e Sella).
Il resto l’hanno fatto le Montagne, quelle con la M maiuscola; dal maestoso gruppo del Sella, al Sassongher, da Porta Vescovo al Sassolungo passando per il Sasso Pordoi. Montagne immense e magnifiche che quando si stagliano contro il blu del cielo in qualche punto sembrano che stiano quasi per caderti addosso. Ho scoperto qualcosa che mi manca in Svezia: le Dolomiti.
Il resto l’hanno fatto le Montagne, quelle con la M maiuscola; dal maestoso gruppo del Sella, al Sassongher, da Porta Vescovo al Sassolungo passando per il Sasso Pordoi. Montagne immense e magnifiche che quando si stagliano contro il blu del cielo in qualche punto sembrano che stiano quasi per caderti addosso. Ho scoperto qualcosa che mi manca in Svezia: le Dolomiti.
Sulle piste, grazie al periodo post-natalizio ed infrasettimanale niente folla, anzi possiamo dire che non abbiamo mai fatto coda. La cosa che mi ha più colpito però è stato sentir parlare tante lingue diverse, poco tedesco ed inglese ma molte lingue come polacco, croato e russo. I turisti dell’Europa orientale sono in questo periodo la maggioranza e molto meno spesso abbiamo sentito parlare qualche dialetto italiano. Pensate che ad Ortisei qualche ristorante ha anche i cartelloni fuori dal locale (dove di solito si trova scritto il menù del giorno) con le parole scritte in qualche lingua a noi sconosciuta e ne abbiamo trovato uno scritto persino in cirillico !
domenica 10 gennaio 2010
Ritorno in Italia
Eccoci qui, nell'umida pianura padano-veneta, con uno sbalzo termico di circa 30°C da quando siamo partiti ieri mattina da casa. Eh sì, perchè quando abbiamo messo il naso fuori casa alle 4.15 del mattino per salire sul taxi che ci avrebbe portato in stazione, la colonnina di mercurio segnava -24°C ! E dopo un'attesa di 20 minuti alla fermata del Flygbuss, abbiamo iniziato la tratta bus+aereo+A4 che finalmente ci ha portato in terra italica, dove ci aspettava il diluvio universale e una temperatura di 6°C. All'arrivo la sensazione, almeno per quanto mi riguarda, è stata quella di completo spaesamento: troppo umido, troppa gente, troppo traffico, addirittura mi sembrava che mio padre (notoriamente morigerato al volante) guidasse come un pazzo da quante macchine gli stavano vicino. E questo dopo soli 6 mesi di Svezia. Non mi immagino come potevano sentirsi gli emigranti che 40 anni fa andarono in Australia o nelle America e tornarono in Italia 10 o 20 anni dopo essere partiti trovando del tutto cambiato ciò che avevano lasciato...
Con il nostro arrivo in Italia è iniziata una serrata lista di impegni che ci lascerà poco tempo per oziare: a parte le visite a parenti, amici ed ex-colleghi, anche qualche incombenza burocratica (la Brontolina dovrà essere "sbattezzata" in Italia e "ribattezzata" con targa svedese - dettagli seguiranno a breve sulla già complicata vicenda) ma soprattutto la tanto agognata vacanzina sciistica sulle Dolomiti che i nostri amici svedesi ci invidiano particolarmente.
Sarà stata la stanchezza e lo scombussolamento del viaggio, o il pensiero di tutte le cose che dovremo fare il questi giorni, ma il tornare nella nostra ormai ex-casa in terra padovana mi ha messo un po' di tristezza: non pentimento per essercene andati - perchè mai come ora siamo convinti di aver fatto la scelta giusta - ma una sorta di malinconia che trasuda dai muri e dagli oggetti di una casa che si è amata, a cui sono legati tantissimi ricordi che passano attraverso la mente ad uno ad uno, limpidi come fossero ieri e carichi di sensazioni, profumi e musiche, dal primo giorno in cui in quest'appartamento siamo stati in due a quando in due abbiamo chiuso la porta dietro di noi per partire con la macchina carica alla volta della nostra nuova avventura.
giovedì 7 gennaio 2010
Nel cuore dell'inverno
Tra meno di ventriquattro ore rientreremo in Italia dopo oltre quattro mesi di sola Svezia. Che dire... le feste natalizie sono state bellissime, il tempo meteorologico ancor di più, freddo e neve a più riprese. E proprio ieri si è registrata la temperatura più bassa di tutto l'inverno nel nord della Svezia con -41°C, si avete letto bene...
Tanto per cambiare, dopo la bella giornata di sole di ieri, stamattina nevica ancora, ormai siamo quasi dipendenti... non ne possiamo fare più a meno. Mi stavo chiedendo da quanto tempo le temperature non salgono sopra lo zero... una rapida occhiata a qualche dato e la risposta è: da metà dicembre (a parte qualche ora in un paio di occasioni in cui ci sono stati +1/2°C).
Ma ora sia già all'inizio di gennaio, nel cuore dell'inverno, e quando il cielo è sereno al tramonto (come ieri pomeriggio) ci si accorge che il giorno più buio è ormai alle spalle e si stanno già guadagnando qualche minuto di luce in più. Devo quindi dire che la tanto millantata questione del buio non è poi stata così tragica (alla nostra latitudine di 59°), anzi.... penso che sia quasi più fastidioso il sole d'estate quando la notte non arriva mai e cerchi in tutti i modi di fare buio in camera da letto.
Anche al freddo ci si abitua, basta vestirsi bene, cappello sempre in testa e guanti onnipresenti. Quelle che si abituano di meno sono le auto. Stamattina ho tolto la batteria al Discovery (che dorme all'addiaccio ogni notte) visto che per una decina di giorni nessuno gli darà vita; in questo modo evito di ritrovarmelo "dead" quando rientreremo. Questa volta per il tragitto casa-aeroporto abbiamo optato per il Flygbussarna, il servizio di autobus; l'unico svantaggio è che dovremo fare una levataccia alle 4 del mattino !
Neve e ghiaccio
Da ieri pomeriggio la neve è caduta copiosa per diverse ore con una temperatura inferiore ai -10°C. Durante la giornata di festa, mentre ne ne stavo appollaiato sulla finestra di casa a guardare la neve che cadeva incantato come un bambino, pochissime erano le persone che uscivano alla scoperto sfidando le intemperie. Fiocco dopo fiocco, ora dopo ora, prima di andare a dormire c'erano ormai quasi dieci centimetri al suolo e grazie al fatto che nessun mezzo spazzaneve era ancora passato nei vialetti pedonali sotto casa, tutto era immacolato.
Stanotte però alle cinque e pochi minuti è arrivata la piccola ruspa e in due e due quattro ha riportato i vialetti al loro stato naturale: uno strato di ghiaccio e neve compatto con sassolini sparsi sopra che permette a tutti di camminare più o meno agevolmente, comprese le vecchiette con il rollator.
In città però ieri ci sono stati dei disagi dovuti alla nevicata visto che la neve compattata dal passaggio dei mezzi si è rivelata piuttosto scivolosa. Come effetti però solo un paio incidenti senza feriti gravi e l'interruzione del servizio del tram per un po' di ore. Quando nevica ho comunque osservato che la gente tende a guidare in generale con più prudenza e più piano, anche se poi esistono sempre le eccezioni: più di qualche volta in partenza dai semafori qualcuno non perde l'occasione per partire sgommando o per fare una curva in allegria; in fin dei conti ci sarà pure un motivo per cui gli scandinavi nei rally non se la cavano poi così male....
Le gomme chiodate, che qui mi sembrano siano montate in almeno metà delle automobili circolanti, rimangono l'unica soluzione valida per evitare brutti scivoloni sul ghiaccio. Tempo fa anche noi avevamo provato cosa significa frenare (seppur dolcemente) sopra un'insidiosa lastra di ghiaccio nascosta: la bassa velocità e l'assenza di traffico avevano comunque garantito un esito positivo al piccolo inconveniente.
Intanto a Soderköping, un paese pochi chilometri a sud-est di Norrköping, hanno trovato il modo di sfruttare il ghiaccio. Il freddo abbondante di quest'inverno ha permesso il formarsi di uno spesso strato di ghiaccio nei piccoli laghi e nei canali. E come i nostri vecchi lettori sapranno, a Soderköping c'è il Göta Kanal, destinazione di molte gite estive in bicicletta.
L'amministrazione comunale si sta dando da fare per liberare la superficie del canale dalla neve e rendere quindi l'intero tratto da Soderköping fino alla chiusa di Mem sul mare, una pista per il pattinaggio lunga poco più di quattro chilometri. Abbiamo pronta la prossima avventura...
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martedì 5 gennaio 2010
Swedish hero
E' da un po' che anche noi ci sentiamo dei piccoli eroi svedesi, in pratica da quando siamo sbarcati nel Grande Nord... ma oggi è giunto il momento di svelarlo al mondo intero !
Gustatevi il video (alta definizione - definizione normale) che ci hanno dedicato. Ecco un'anteprima della notizia...
Non è solo una questione di regole... ma anche di contenuti. Perché la RAI in Italia non pensa a qualcosa di carino e diverso dal solito sia per "stimolare" i contribuenti tutti a pagare il canone ma soprattutto per aumentare il livello qualitativo dei contenuti del palinsesto grazie al denaro dei contribuenti ? Il canone qui lo pagano praticamente tutti, ma a fronte della spesa c'è una TV di stato che, a nostro parere, non solo è di buona qualità e apolitica, ma anche senza pubblicità.
Ed anche noi abbiamo fatto la nostra parte...
lunedì 4 gennaio 2010
Vergognosamente oltre i 110 !
Li aspettavamo da tempo i risultati del TOEFL, da quel sabato pomeriggio di dicembre in cui sfiniti dal famoso test di inglese, tornammo a casa da Stoccolma sotto una bufera di neve. Finalmente oggi sono arrivati i tanto attesi risultati. Tenendo in considerazione che il massimo del punteggio è 120, mentre il punteggio richiesto per l'accesso all'università è 79, è necessario premettere che io e la Silvia avevamo fatto una scommessa: se Silvia avesse preso più di 100 non avrebbe mangiato più cioccolato per un mese. Da parte mia, poi, non vi era alcuna speranza di competere con lei visto che notoriamente il suo inglese è molto buono: la mia vera sfida era con il test vero e proprio.
Nei giorni precedenti il test avevo cercato di leggere ed ascoltare il maggior numero di cose possibili in lingua inglese e pochi giorni prima avevo fissato il mio obiettivo a 90, mentre Silvia non aveva avuto il tempo di prepararsi se non il giorno prima dell'esame.
Da questo eravamo usciti distrutti, specie per la difficoltà di mantenere la concentrazione per oltre quattro ore, ma anche contenti, seppur avessi personalmente trovato il test più difficile rispetto ai possibili esempi che si possono trovare qui e là sul web.
Ebbene... Silvia ha perso la sua scommessa in quanto ha superato "vergognosamente" i 110 e, anche se ha perso, sarà praticamente impossibile tenerla lontana dal suo amato cioccolato... Ma anche io ho vinto la mia scommessa personale superando il test con quasi 100 punti.
Tutto bene quel che finisce bene ! Adesso non ci resta che completare l'application per la nostra università, che ci vedrà impegnati nel prossimo agosto... maggiori dettagli prossimamente !
Come sfruttare un lago ghiacciato
Anche gli ultimi ospiti ormai sono sulla via del ritorno. Queste feste hanno rappresentato sicuramente un periodo impegnativo dal punto di vista organizzativo e di "presenza sul campo", tuttavia è stato senza ombra di dubbio per me e Silvia il Natale più bello degli ultimi anni.
L'ultima in ordine di tempo è stata una breve escursione sul lago Roxen ghiacciato nei pressi delle chiuse di Berg seguita da una cena a casa di amici svedesi. Che impressione vedere le "chiuse semi aperte" intrappolate nella morsa del ghiaccio. Sembrava quasi impossibile pensare a quest'estate quando la gente prendeva il sole distesa sui prati verdi d'erba e qualcuno si tuffava persino nei bacini pieni d'acqua tra uno sbarramento ed il successivo...
Camminare sul lago ghiacciato è un must, come anche pattinare anche se non abbiamo ancora avuto l'occasione di provare... ma c'è qualcuno che osa anche di più. Volete sapere chi? Ovviamente i nostri "speciali" amici svedesi di Linköping: Anna e Martin, quelli del giro dell'Atlantico in barca a vela, per chi non si ricordasse.
Anna e Martin per il giorno dopo il primo dell'anno ci hanno invitato per un Julbord a casa loro e noi, i nostri ospiti, Marco, Giulia e pupo non abbiamo perso l'ottima occasione per provare del cibo tipico del periodo natalizio sapientemente da loro preparato. Come qualcuno forse si ricorderà i nostri amici abitano in una casa in riva al lago Roxen.
Sapete cosa c'è parcheggiato fuori dalla finestra di casa oltre alla macchina? Un piccolo aereo, normale no? Beh volete sapere cosa hanno combinato quei due la mattina prima di mettersi al lavoro per prepararci lo Julbord? Un volo in aereo con partenza ed arrivo dal lago dietro casa !!! A testimonianza di ciò ci hanno mostrato le foto ed ovviamente non potevamo che rimanere a bocca aperta increduli... ovviamente prima di utilizzare la speciale pista, avevano effettuato un'ispezione sul posto al fine di verificare con l'apposita trivella lo spessore del ghiaccio sul luogo prescelto per l'atterraggio: e 25 centimetri di ghiaccio sono bastati.
Il resto del pomeriggio lo abbiamo passato al calduccio, mentre fuori dalla casa in legno rosso la temperatura scendeva fino ai -11°C e le candeline protette da un paio di geniali involucri di ghiaccio riscaldavano tremolanti l'atmosfera (in pratica avevano messo dell'acqua a congelare in un secchio per qualche decina di minuti in modo tale che, una volta rimossa l'acqua non solidificata e creato un buco sul lato superiore, rimanesse un involucro di ghiaccio a proteggere la debole fiamma della candelina).
Un'atmosfera appunto romantica nella quale consumare assaggino dopo assaggino tutte le prelibatezze che ci sono state preparate appositamente, il tutto accompagnato da Julmust, birra e speciali bottigliette con delle "grappette" sui 28% da consumare in due sorsi dopo appositi brevi canti di brindisi in svedese.
Che dire... un'altra splendida giornata a coronare queste vacanze che sono state veramente natalizie!
sabato 2 gennaio 2010
Un "caldo" inizio d'anno
Per iniziare bene l'anno nuovo all'insegna del benessere e del relax abbiamo deciso ieri di sperimentare una "facility" presente nel nostro complesso edilizio e di cui i condomini possono usufruire gratuitamente: la sauna, in svedese bastu (la parola deriva dalla contrazione di "badstuga" ovvero stanza per il bagno). La giornata, meteorologicamente parlando, si presentava perfetta per l'occasione, -8°C e neve fuori: e così, dopo una bella passeggiata di un paio d'ore all'aperto, siamo tornati a casa infreddoliti al punto giusto per sorseggiare un bel the caldo e scendere in sauna a riscaldarci le ossa.
Mentre in Italia la presenza di una sauna è considerata qualcosa di piuttosto esclusivo, qui è abbastanza comune, ed è presente in parecchie case private nonchè in moltissimi condomini (anche nel nostro, di proprietà del comune !) dove l'uso è condiviso dai condomini e il proprio turno va prenotato in un'apposita bacheca o via internet.
Il locale nel nostro caso è situato al piano terra dello stabile di fronte al nostro (quello dove abitano Marco e Giulia) e consiste in un'anticamera dotata di cucina, divanetti, tavolino, e poi in uno spogliatoio, un WC, due docce e il locale sauna vero e proprio, il tutto molto simile a questo:
Dopo la sauna avremmo dovuto concludere con una bella rotolata sulla neve (ieri fresca) ma, pavide (e non ancora vichinghizzate al punto giusto) ci siamo accontentate di una doccia freschina per concludere con una dormitina sul divano di casa. L'esperienza è stata proprio piacevole, e sicuramente la ripeteremo. E chissà, magari la prossima estate sperimenteremo anche un altro tipo di bastu, quella sull'acqua (con tuffo finale nel lago !)
venerdì 1 gennaio 2010
3..2...1... Auguri !
Eccoci arrivati al 2010... una decade che per noi inizia in terra straniera, una terra che piano piano sta entrando nei nostri cuori e nelle nostre abitudini.
Ieri sera abbiamo festeggiato circondati da amici vicini e lontani ma che si sono tuffati nell'artica Svezia di questi giorni per passare con noi alcuni giorni di festa. Prima di arrivare al cenone di fine anno c'è stato anche il tempo per partecipare con Marco e Silvia, appena giunti in città con un volo Ryanair, alla mitica Nyårspromenaden. Si tratta della tradizionale passeggiata di fine anno: una lunghissima fiaccolata attraverso i luoghi più suggestivi della città, lungo l'Industrilandskapet, gli scorci più belli del paesaggio industriale per cui Norrköping è famosa.
Nelle ultime luci del pomeriggio, mentre il buio e il freddo avvolgevano tutto e tutti, solo le fiaccole a mano e le candele disposte lungo il percorso rimanevano a riscaldare l'atmosfera assieme alle 30-40.000 persone lungo il percorso. E' stato proprio una bella esperienza, ulteriormente riscaldata da glögg e pepparkakor offerti all'Arbetetsmuseum.
Al rientro poi ci siamo dedicati alla preparazione del cenone di fine anno iniziato all'insegna del mitico Spritz all'Aperol padovano. Tra renna, alce e sopressa siamo così giunti al countdown scandito in svedese fino allo scoccare della mezzanotte. I fuochi d'artificio hanno illuminato la serata mentre noi brindavamo e gustavamo la splendida torta "ricamata" da Nastya.
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