domenica 28 febbraio 2010

Voci di dissenso

Ancora prima del nostro trasferimento in Svezia, quando avevamo iniziato a manifestare la nostra intenzione di lasciare l'Italia, ci siamo spesso confrontati con le opinioni contrarie di chi ci è vicino. Se in generale non è facile emigrare (sia dal punto di vista "mentale" che da quello meramente "pratico"), tanto meno lo è farlo contro il parere di chi sta più a cuore, e intuire che qualcuno sia in qualche modo "scontento" della nostra scelta non è esattamente una bella sensazione.

A più riprese, prima della nostra partenza, si è discusso, in un modo o nell'altro, di come poterci far desistere dal nostro proposito di andarcene, con l'elogio degli aspetti positivi del vivere in Italia (relativa vicinanza dei genitori, casa di proprietà, lavoro fisso nel caso di Gabriele, clima, cibo, e bla bla bla) e con la proposta di poco realistiche alternative per risolvere i problemi che ci hanno portato all'emigrazione. Anche ora che siamo qui, e che raccontiamo a voce e sul blog quello che ci accade più o meno ogni giorno, ogni evento spiacevole, finora davvero raro e banale, che ci accade viene largamente discusso e la conclusione di ogni simile discorso è così riassumibile: "sembra che le cose lì non stiano andando proprio bene (e tra parentesi forse sarebbe stato meglio che ve foste rimasti in Italia, lì di questi problemi non ne avreste avuto)". Certo: ne avremmo avuti di ben altri e di ben più importanti che prendere una multa di 30 euro o di pensare come convincere l'IKEA a emettere una fattura per una sedia da lavoro. E, per soddisfare la curiosità di tutti, qui in realtà le cose in generale vanno decisamente bene e la nostra qualità di vita è migliorata sensibilmente rispetto a quando eravamo in Italia.

Ecco, io penso che la percezione di come si vive in Italia al giorno d'oggi da parte di chi è già fuori dal mondo del lavoro e non vive più i problemi quotidiani di una giovane famiglia sia abbastanza diversa da come l'Italia l'abbiamo vissuta noi ultimamente. Chi ha vissuto la propria giovinezza e vita lavorativa negli anni 60-70-80, quando il mercato del lavoro "tirava", quando si viveva bene con uno stipendio medio in una famiglia di 4 persone, quando a 30 anni e con poco più di una decina di anni di lavoro ci si comprava la casa senza indebitarsi per la vita, quando ci si poteva permettere di offrire ai propri figli un'educazione scolastica di qualità e una serie di attività alternative (studi musicali, sport, ecc.), ecco chi ha vissuto in questi anni probabilmente fa fatica a capire come l'Italia di oggi sia cambiata e come, crisi o non crisi, sia molto difficile permettersi di offrire ai futuri figli almeno quello che noi abbiamo ricevuto dai nostri genitori (e non solo materialmente, ma anche in termini di valori nella società italiana d'oggi).

E da qui la seconda critica che spesso ci è stata rivolta, più o meno velatamente: "perchè, con le vostre capacità e le vostre idee, non rimanete e cercate di cambiare l'Italia partendo dal vostro piccolo ?" Grazie della fiducia, ma al di là di essere onesti e fare del proprio meglio sul lavoro e nella vita di tutti i giorni (cosa che già applicavamo), che senso ha lottare contro i mulini a vento senza speranza alcuna di cambiare un sistema corrotto dai vertici fino alla base, finendo per esaurirsi e "non vivere" ? A mio avviso, meglio andarsene: d'altra parte continueremo a dire la nostra (se a qualcuno interessa) su questo blog, e con il nostro voto dall'estero possiamo sempre esprimere la nostra opinione su quelli che vorremmo fossero i cambiamenti nella nostra Italia (ammesso che la nostra opinione valga ancora qualcosa).

Per farci tornare non servono riconoscimenti teorici, articoli su giornali più o meno diffusi, o la fama. Serve un cambiamento vero, di quello che si tocca con mano e nella vita di tutti giorni. E finchè questo non accadrà, spiacenti, ce ne staremo qui, e cercheremo di realizzare tutti i nostri sogni, la vita in fin dei conti è una sola.

21 commenti:

alessandro ha detto...

Già....

Luigi R. ha detto...

Ciao, sono assolutamente daccordo con tutto quello che dici; io e la mia fidanzata siamo vostri "accaniti" sostenitori..
Per noi siete un'esempio e, da quando leggiamo il vostro blog (dopo aver visto la vostra intervista sul Sole24Ore) stiamo seriamente pensando ad intraprendere la vostra esperienza.
Per il momento vi leggiamo e ci pensiamo...
Ciao da Milano...

melamerito ha detto...

Che altro aggiungere... forse che varrebbe la pena restare per lottare ad armi pari. O almeno secondo le regole. Ma il problema è proprio quello. Le regole sono truccate. E se io mi muovo e lotto ogni giorno seguendo le regole vengo sopraffatto da una serie di avversari che alle regole non si sottomettono: le aggirano, le ignorano e, se possono, le modificano. Ed è forse per questo che ci attira la Svezia. Da voi il gioco non è truccato. Le regole sono rispettate dai più, e sono le stesse per tutti (o almeno per molti).

Anonimo ha detto...

D'accordissimo con il vostro punto di vista, non è rimanendo che le cose inezieranno a cambiare qui e... a dir la verità credo che ormai un nuovo processo culturale sia lontano da poter iniziare in questo paese. Sono compromessi i comportamenti di una grande percentuale del popolo Italiano, basta vederlo nelle piccole cose di ogni giorno, e questo sinceramente mi fa stare molto male e non riesco a far finta di nulla. Questi comportamenti che ci sono normalemente qui sono per me una grande molla per andarmene!! Racconto un piccolo fatto esemplificativo: ero posteggiato in auto ed aspettavo una persona, nell'auto a fianco c'era una signora che puliva il muso del bimbo con dei fazzoletti di carta che puntualmente buttava dal finestrino, al terzo fazzoletto sono sceso, gli ho chiesto di raccorglieli e buttarli successivamente nella spazzatura... lei mi guarda stranita non dicendo nulla ma seccata li raccoglie, come vado via con l'auto scorgo dallo specchietto retrovisore che le li ributta fuori data la mia assenza!! Ecco queste cose qui sono all'ordine del giorno!!!!
Fabio M

Antonio ha detto...

E' la stessa sensazione che ho io.
A casa tutti "tifano" perchè la Svezia bocci il mio progetto, mia nonna addirittura mi ha detto che prega perchè non mi chiamino...
Forse perchè son figlio unico o forse è così sempre, ma ormai ho im testa solo il grande passo che sono pronto a fare..

gattosolitario ha detto...

Been there, done that. Sembra proprio che gli italiani che vivono in Italia sono cosí. Non ti curar di lor, ma guarda e passa. Anche se so benissimo per esperienza personale che proprio quando sono i tuoi parenti piú stretti a fare cosi é dura. Siamo proprio sulla stessa barca...

flavia ha detto...

ciao, volevo lasciare un commento per dirvi che vi ammiro moltissimo per quello che avete fatto e per quello che scrivete. avrei voluto anch'io fare il grande passo alcuni anni fa, ma per vari motivi sono dovuta rimanere, e mi consolo leggendo il vostro blog e invidiandovi molto -naturalmente nel senso migliore del termine!
un abbraccio grande dalla toscana!

Unknown ha detto...

Solo un abbraccio!

sassi67 ha detto...

Il problema è che il fondo del barile non è ancora stato raggiunto: i nostri genitori vivono ancora bene tutto sommato. Quando il paese si impoverirà ulteriormente e inizieranno a non essere più pagate le pensioni allora qualcosa inizierà a muoversi. Forse.

Anonimo ha detto...

Io pense che è un problemo diverse.
Se avete in testa la voglia di andare via, non dovete pensare che in un altro paese sarà veramente meglio...Ci saranno delle cose migliore, ma anché delle cose brutte...
Tutto lasciare per cominciare di un'altra parte non è cosa facile...Non è la stessa cosa conoscere un paese durante le ferie, e veramente vivere in questo paese..

La mia esperienza sulla Svezia è che è un bel paese, ma veramente con problemi di integrazione..La storia della multa mi ricorda veramente quello che abbiamo vissuto di là : perché solo la macchina targata italiana ha avuto la multa ? Abbiamo vissuto delle cose similare durante la nostre esperienza in Svezia...Mi dispiacce dirlo, ma noi, europeani del sud siamo considerati in Svezia come populazione inferiore...
Prima di viverlo, non credevo che fosse vero..

Anonimo ha detto...

Ho dimenticato di dire che la differenza entro noi e loro, e che loro non si lamentano mai sulla lora vità, allora che noi ci lamentiamo sempre...
Tuttavia ci sono delle cose che non vano bene anche da loro : il sistema medicale non funziona bene..Bisogna aspettare settimane prima di potere incontrare un specialista..

Silvia ha detto...

@ Anonimo: é ovvio che non saremo mai come loro, ma se in Italia non si riesce a vivere, allora l´unica soluzione é emigrare (ognuno scelga il Paese che piú offre, o che piú si addice alle proprie aspettative. Per noi é stata la Svezia per questioni di lavoro). Non vedo altre alternative purtroppo, almeno nel nostro caso.

Anonimo ha detto...

Silvia, capisco bene, non era per contraddire quello che dicevi, solo per mettere "un po d'acqua nel vino" di quello che è scritto, e soppratutto sui commenti. E una scelta personale che avete fatto, e penso che avete bene pensato a tutto questo e non la rimetto in causa.
Ma vedo certi commenti che mi fanno reagire, da gente che vuole solo partire, pensado che in un'altro paese tutto sara perfetto, bello, etc...
Quando vedo il commente di Fabio M, dicendo che " Questi comportamenti che ci sono normalemente qui sono per me una grande molla per andarmene!!" quandi si tratta di fazzoletti buttati di una finestra di macchina, mi fa reagire perchè anch'io non trova normale di buttare cose sulla strada, ma se questo signore pense di andare via e trovare un posto completamente pulito e meglio per lui non andare via, perché sara deluso.

Dov'è abbitavo in Svezia, tutte le domeniche mattina la città era una vera spazzatura con carta, bottiglie per terra..
Abbiamo anche visto delle cose butate nella natura in Svezia..
Non buto niente per terra, e quando veddo qualcunno che lo fa mi rende nervosa, ma quello è universale...

Mi scuso per il mio italiano, sono francese !

Fab

Anonimo ha detto...

carissimi ma avete fatto benissimo ..pero' ci lasciate soli coi raccomandati gli "amici " amanti parenti di qc..ehhehe ...e meglio se ne vanno ...ecco ...specialemnte nell'ambito universitario ed ospedaliero ne sento di spinte parentele raccomandazioni ...ne potrei fare un volume della bibbia ..come darvi torto?dopo la scelta è soggettiva

Anonimo ha detto...

Complimenti Silvia, sei riuscita a trovare il lavoro adatto a te e ai tuoi titoli, a a trarne il giusto riconoscimento economico e sociale. Se questo era l'obiettivo l'hai centrato, poi ci saranno problemi e difficoltà, anche io sono stata a lungo in Svezia ed è vero, come ovunque ci sono problemi di integrazione, e certo, essere svedese per nascita, lingua, formazione e cultura nella grande maggioranza dei casi aiuta, ma questo lo avevate sicuramente messo in conto. E poi bisogna ricordare che ci sono situazioni in cui la diversità diventa un 'valore aggiunto', anche se gli svedesi possono sembrarne un po' intimoriti :) Dunque non è proprio il caso di stare a pensare a ciò che si è lasciato, mi pare abbiate abbastanza ragioni per poter essere più che soddisfatti della vostra attuale situazione. Avete ottenuto, non senza sforzo, ciò che veramente volevate, e questa è una cosa impagabile! Kramar från Italien ;)

Unknown ha detto...

Ciao ragazzi, vi leggo sempre e sono fiera di voi. Mi rendo conto che non dev'essere stato facile ma siete in due e vi supportate a vicenda. Questo conta molto. Se qui in Italia andiamo indietro così, mi sa che vi raggiungeremo in diversi! Un abbraccio e tantissimi auguri per la realizzazione dei vostri sogni

ousneive ha detto...

Mi dispiace doverti dare ragione, perché anche io sto vivendo tutto ciò e lo capisco al 1000%. Per i miei genitori sono un ragazzino (28 anni!) con la voglia di fare il giramondo. Per loro è la mia presunzione la causa delle scarse(-issime) possibilità lavorative in Italia, perché altrimenti non si spiega. Nel frattempo loro tengono molto strette una posizione nel pubblico (ambitissima in Italia) e una pensione dopo un lavoro pubblico (un altro), mettendosi tranquillamente in malattia per due mesi grazie ai certificati dell'amico medico. Cercano di trovarmi alternative italiane tramite amici, contatti politici, sì insomma raccomandazioni che alla fine si concludono in nulla di concreto. E non capiscono che questo sistema non può funzionare a lungo, rispondono: 'E' così, che ci vuoi fare?'

Mi viene da pensare al film 'La meglio gioventù', alla scena in cui il professore parla di dinosauri da sconfiggere, se non sbaglio l'avevate pubblicata voi, vi seguo da un po'. A me, giorno dopo giorno, sembra proprio che mio padre e mia madre rappresentino benissimo la categoria. Certo, mi dispiace, ma è così.

La risposta che danno a te mi farebbe molto innervosire, perché a mio giudizio, in Italia il sistema è impostato in questo modo, lo si vuole così dalla maggior parte e non lo si vuole cambiare. Le minoranze possono ben poco se c'è una maggioranza così determinata, le si lascia parlare e basta. Sono proprio le generazioni dei nati negli anni 50-60 ad aver impostato tutto così, gli stessi che oggi ci danno dei bamboccioni o dei presuntuosi.

Anche a me piacerebbe che non venissero pagate più le pensioni un giorno, così almeno aprirebbero gli occhi. Ma avrei poi due genitori anziani in difficoltà economiche.

Saluti da Rotterdam

Suomenrakastaja ha detto...

Ancora una volta d'accordo con voi! Purtroppo in Italia la vita dal punto di vista lavorativo ed economico è molto dura, in particolare per i giovani e scelte come la vostra, seppur complesse e dure per alcuni da accettare, ripagano sotto ogni punto di vista.

Franco Fazio ha detto...

@Silvia:
Non importa quello che pensano gli altri di te. Non importa se i sogni sembrano irraggiungibili. Lo sono per gli altri, ma non per te.Hai appena spiccato il volo in Svezia e soltanto quando avrai aperto le ali al massimo per raggiungere il punto più alto del cielo, potrai capire dove puoi arrivare. E ovunque arriverai, potrai dire di non dover ringraziare nessuno, ma solo te stessa e solo allora ti renderai conto di non aver mai visto un sole così luminoso.

Anonimo ha detto...

Rispondo a Fab (francese) l'esempio che ho citato quello dei fazzoletti era per indicare un comportamento di totale menefreghismo, in quanto se hai letto bene è avvenuto dopo il mio rimplrovero per farglieli raccoglere... forse questo ti è sfuggito come esempio indice dei tanti comportamenti che viviamo qui con la massima normalità. Non so se sei mai stato in Italia ma ultimamente è davvero il farwest dei comportamenti, ti assicuro che con assoluta normalità puoi trovare ad es le seguenti azioni:
- semaforo, salta tutti e si mette per primo
- parcheggio in doppia fila ingombrando la corsia, per andare al bar
- sorpassi da parte del 50% senza esagerare di chi ti sta dietro, e viaggio a velocità scorrevoli
- normalmente si gettano cicche e carte a terra
- per non parlare del lavoro... sono un libero professionista, quando emetto fattura i pagamanti NON avvengono mai a scadenza per l'80% dei clienti a cui devi far seguito una serie di telefonate "mediatorie"

Posso continuare parlando di condomini, politica, amm.ne pubblica, condizioni nel sud italia ecc... ma rischio di diventare un sarmone micidiale, ma quel che vorrei dire è che tante persone in europa non sanno minimamente cos'è la vita qui, specie nel sud Italia, per chi ci fa l'abitudine tutto scorre a distanza, pe me no!
Fabio M

Anonimo ha detto...

Rsisposta a Fabio M : Capisco bene, e sono d'accordo con te. Ci sono comportamenti veramente non accetabili. Forse avrebbero detto la stessa cosa a questa persona che buttava fazzoletti sulla strada. E qualcosa che non trovo normale..Come le persone che si parchegiano sui posti andicappati..Ho gia laciato qualche parole scritte sul parabrezza scrivendo che non troveva questo normale..
Comunque uno non puo decidere di tutto lasciare solo per questi motivi, che purtroppo esistono anche in Svezia, o in altri paesi.

Non conosco veramente com'e la situazione in Italiano, ma leggendo i vostri commenti mi sembra che non e tanta bene..E un peccato, perche l'Italia e veramente un bel paese.
Fab