mercoledì 25 luglio 2012

Famiglie diverse

Pranzo al lavoro, siamo tutti seduti al sole all´aperto, si chiacchiera del piú e del meno. Con noi anche due colleghi - un ragazzo e una ragazza entrambi piú o meno della mia etá - che hanno iniziato da poco a fare il loro periodo di tirocinio in medicina generale. Tutti e due con bambini piccoli, di appena qualche mese piú giovani di Galileo.
Il mio collega - molto in gamba sul lavoro - racconta delle vacanze appena trascorse, e di come alla fine del tirocinio si trasferirá vicino a Stoccolma dove ha appena comprato casa e dove fará la specializzazione in medicina generale. Complimenti - gli dico -  ma come mai Stoccolma ? Tu sei nato e cresciuto qui, no ? E´tua moglie ad essere di lá ?
No, mio marito - mi risponde.
Accidenti, non ne avevo la minima idea, mi sento un po´ in imbarazzo per averlo messo (forse) in imbarazzo. Vengo poi a sapere che si sono sposati l´anno scorso, ufficialmente qui in Svezia (dove anche la chiesa luterana riconosce i matrimoni tra persone dello stesso sesso, tra l´altro). E che hanno avuto una bambina tramite un "utero in affitto" all´estero. La loro storia era stata anche resa pubblica in un documentario trasmesso da SVT (la televisione pubblica svedese) qualche mese fa, ma questo noi non lo sapevamo.
E poi ci penso. A. e J. hanno proprio una bella famiglia, una meravigliosa bambina. E si meritano davvero tutto questo. Ma soprattutto sono fortunati a vivere qui, dove questo é possibile.

domenica 22 luglio 2012

Harstena

Di una giornata così bisognava approfittare: dopo giorni e giorni di tempo instabile, ecco la prima domenica in cui era previsto sole splendente senza nemmeno una goccia di pioggia. Ore 9, pronti a partire alla volta dell'arcipelago con destinazione Harstena, una delle numerosissime isole al largo della costa. 
Piccola isola con faro, vicino ad Harstena
Harstena si raggiunge solo per mare, con mezzi propri o con il traghetto che d'estate collega fra di loro la terraferma e alcune delle isole più grandi dell'arcipelago di Arkösund, Sankt Anna e Gryt. 
Arriviamo quindi di buon'ora al molo del paesello di Tyrislöt, per poi imbarcarci per un piacevole viaggio di 45 minuti fino all'isola. Con noi numerosi gitanti della domenica, ma anche villeggianti che su Harstena hanno la loro casa di vacanza e che vi giungono carichi non solo di vestiario ma anche di generi alimentari, visto che sul posto non vi sono negozi ma solo un piccolo bar, una piccolissima pasticceria/panetteria ed un ristorantino. 
Un sentierino sterrato si snoda tra i vari angoli di questo piccolo paradiso, che si gira comodamente a piedi in un paio d'ore di cammino tranquillo. Dopo aver attraversato l'agglomerato di case dell'isola (ad occhio e croce non più di una ventina in tutto), ci gustiamo un pranzo al sacco crogiolandoci al sole di mezzogiorno davanti alla mini-pasticceria del luogo che ci serve kanelbullar e kardemummabullar calde di forno. E perchè non finire con un dessert offerto dalla natura stessa ? Mirtilli, ribes e lamponi fanno bella vista di sè ad ogni angolo della passeggiata ed è impossibile ignorarli.


Galileo ormai dorme beato nel passeggino ma questo non ci impedisce di addentrarci nel boschetto per raggiungere l'estremità opposta dell'isola, che ci riserva una meravigliosa sopresa: una silenziosa laguna coperta da centinaia di ninfee, dove sarebbe proprio bello sedersi in riva all'acqua a prendere il sole e leggere un libro, e godere dei meravigliosi colori della natura...


Ma suvvia, dopo qualche doverosa foto procediamo oltre, fino all'antico stabilimento (in realtà una baracca di legno color rosso Falun) dove una volta aveva sede l'industria della lavorazione della carne di foca grigia (un tempo molto diffusa nell'arcipelago ma ora quasi estinta dopo un lungo periodo di caccia incontrollata e perciò specie protetta).


Per finire passiamo davanti all'antica scuola dell'isola (che ai suoi tempi migliori contava circa 80 abitanti stabili)  e al piccolo museo degli attrezzi d'epoca, per ritornare poi sui nostri passi e concludere in bellezza il giro con un gelato sul molo, in attesa della barca che ci riporti sulla terraferma. 
Che giornata ! Che paesaggi ! Ognuno in Svezia ha il proprio "posto delle fragole", un angolino preferito dove semplicemente rilassarsi e godere della quiete e della natura. Per me, che ancora non ne ho eletto uno a preferito, questo potrebbe sicuramente fare al caso.

sabato 7 luglio 2012

Tutti a scuola (fra un po') !

Ormai il periodo del congedo parentale per Gabriele sta per volgere al termine: un altro paio di mesi scarsi di lavoro part-time (grazie ai nonni che sono venuti a farci visita e si sono offerti di fare da baysitter per un po' di ore al giorno) e poi si riprende a lavorare a tempo pieno.
Nei mesi scorsi abbiamo quindi dovuto affrontare la scelta dell'asilo (nido) per Galileo. Ecco la nostra esperienza. 

In Svezia è comune che dopo il compimento di 1 anno di età - o poco più- i bambini  inizino il dagis (asilo), quando i genitori tornano entrambi a lavorare. Prima dell'anno di età non c'è nessuna struttura disposta a tenere bambini piccoli (a differenza dell'Italia dove al nido vanno anche neonati di pochissimi mesi).  Il termine dagis o meglio förskola non si riferisce solo all'asilo nido ma alla struttura che si occupa dei bambini piccoli per tutti quegli anni che precedono l'inizio della scuola elementare, e quindi comprende sia il nido che l'asilo vero e proprio, i quali di solito si trovano nello stesso stabile. Vi sono quindi bambini da 1 a 5-6 anni, di solito divisi in gruppi diversi in base all'età. 
La scelta dell'asilo può ricadere su strutture comunali oppure private, a seconda della volontà dei genitori. Spesso le strutture private sono gestite da fondazioni o cooperative di genitori e in quest'ultimo caso i genitori contribuiscono in modo pratico alla gestione dell'asilo, per esempio facendo le pulizie ogni tanto. Il costo, sia che si scelga un asilo privato o uno pubblico, non cambia: dipende dal reddito del nucleo familiare ma in ogni caso non può superare i 130 euro al mese. In questa cifra sono compresi i pasti (a Norrköping colazione, merenda della mattina, pranzo e merenda del pomeriggio) e i pannolini (in altri comuni no). Dal momento della ricezione della richiesta di un posto all'asilo, il comune ha l'obbligo di offrire un posto entro 4 mesi. Nella maggior parte dei casi vengono assecondate le richieste della famiglia in base ad una lista-preferenze che viene fatta compilare al momento della richiesta. 
L'orario della permanenza all'asilo coincide con gli orari lavorativi dei genitori, e quindi è di circa 40 ore alla settimana (la nostra struttura è aperta dalle 6:15 alle 18). Per i genitori che non lavorano la permanenza non può invece superare le 15 ore alla settimana. Se si lavora meno di 40 ore la settimana la permanenza coincide con gli orari in cui i genitori lavorano (quindi è variabile tra 15 e 40).

Nel nostro quartiere, dove abitano moltissime famiglie con bambini in età da asilo, sono presenti molti dagis comunali (5 solo nelle immediate vicinanze della nostra casa più 3 a distanza di circa 15 minuti a piedi), mentre quelli privati sono geograficamente un po' più lontani e scomodi da raggiungere. 
Al momento dell'iscrizione abbiamo quindi visitato alcuni degli asili della zona, e alla fine avuto un ottimo posto in un dagis a 15 minuti a piedi da casa.

Il "nostro" asilo "Körsbäret" (Ciliegia)

La settimana scorsa abbiamo anche ricevuto l'invito da parte del personale a partecipare (con Galileo naturalmente) ad un incontro con tutti i genitori dei bimbi che inizieranno il 20 agosto, quando qui inizia ufficialmente l'anno scolastico. Si è cantato, fatta merenda tutti assieme, e fatta conoscenza con tutti gli altri bambini e genitor e naturalmente con le maestre. E' stata anche un'occasione per vedere meglio i locali, che si hanno lasciati piacevolmente sorpresi: stanza per la musica, stanza della lettura, stanza dell'acqua (con tanto di vasca da bagno non per lavarsi ma per giocare !), stanza del mistero, oltre naturalmente al salone comune per i pasti, alla cucina e alla stanza per la nanna. Inoltre, un bel po' di posto all'esterno dove i bimbi passano parecchio tempo al giorno, tutti i giorni (sì, nessun giorno escluso: anche in inverno, quando piove e quando nevica).
Qualche giorno fa abbiamo anche ricevuto la visita a casa di una delle maestre. Scopo della visita, quello di vedere l'ambiente dove il bambino vive e vederlo interagire nel proprio ambiente. Peccato solo che Galileo dormisse della grossa: sarà per un'altra volta. E' stata comunque un'ottima occasione per un contatto più "personale" con la maestra e il momento per esporre dubbi e domande. 
Insomma, un ottimo inizio fino ad ora. Non resta che cominciare a fare shopping di vestiti adatti alle attività all'aperto: tute impermeabili e antivento, stivali di gomma e scarponcini caldi per l'autuno che verrà !