mercoledì 30 marzo 2011

Ultimo dell'anno a caccia di aurore boreali, chi viene?

Mentre la primavera è ormai alle porte è già tempo di pensare al prossimo inverno proprio perché queste genere di attività richiedono tempi di programmazione e preparazione molto ampi. Di cosa si tratta? Del nuovo viaggio a caccia di Aurore Boreali nella Lapponia svedese.


Grazie alla splendida esperienza dello scorso gennaio, il programma del prossimo viaggi è stato ulteriormente ampliato e curato nei dettagli per offrire ai partecipanti un'esperienza ancor più coinvolgente ed emozionante. Il "Northern Lights 2012 - New Year edition" si svolgerá dal 27 dicembre al 1 gennaio 2012. Quale migliore occasione quindi per festeggiare l'arrivo del nuovo anno in un mondo fatato nel cuore dell'inverno artico e nel bel mezzo della notte polare?


Consiglio a tutti di dare un'occhiata alla nuova galleria di fotografie scattate durante il primo viaggio e pubblicate nel sito web http://www.northern-lights.it/ e leggere il racconto del viaggio, cose che permettono di cogliere per un attimo le emozioni che si possono vivere in un'esperienza del genere. Nel sito è anche disponibile la brochure a colori con il programma dettagliato, i costi e quant'altro si desidera conoscere. Le prenotazioni sono aperte e chi vuole garantirsi un posto è invitato ad inviare la propria prenotazione preferibilmente entro il mese di maggio.

giovedì 24 marzo 2011

Passaporto per neonati: istruzioni per l’uso

In vista delle vacanze di Pasqua abbiamo iniziato le pratiche burocratiche per riuscire ad ottenere il passaporto per il piccolo Galileo che rimarrá valido 3 anni. Per far questo occorre effettuare diversi passaggi burocratici che non si possono definire la cosa piú semplice del mondo. Ecco quindi un piccolo vademecum per i nuovi italiani nati in terra svedese. Ovviamente il merito va tutto a Silvia che é riuscita a recuperare tutte le informazioni necessarie dal sito dell’Ambasciata italiana a Stoccolma. La procedura non é difficile ma bisogna stare attenti a non tralasciare alcunché, ma andiamo con ordine.

1) scaricare la “Domanda rilascio passaporto per minorenne” e compilarla in ogni sua parte (compresa la Statura : 50 cm (anche se dopo due settimane dalla domanda è già 57 cm), e il colore degli occhi: blu???;
2) allegare una fotocopia del passaporto di entrambi i genitori;
3) allegare due fotografie del neonato “con sfondo bianco, in posizione frontale, a viso scoperto, con gli occhi aperti e la bocca chiusa”. Ma lo vedete Galileo a 10 giorni di vita rimanere in posa? Mmhhh... impresa non facile ma che il sottoscritto ha risolto una mattina appena dopo aver cambiato il pannolino al pupo ancora sul fasciatoio mettendo un panno bianco dietro il piccolo e fotografandolo frontalmente ma con la testa di lato (altrimenti é impossibile);
4) far autenticare le fotografie del neonato da un ufficio consolare o presso un autoritá svedese (Comune, Polizia, Notaio Pubblico, Direttore di scuola/asilo, Patronato INCA);
5) allegare un familjebevis emesso dallo Skatteverket di uno dei genitori (é uno stato di famiglia);
6) effettuare il pagamento di 775 kr;
7) se non si vuole recarsi direttamente alla Cancelleria consolare in Stoccolma si puó spedire tutta la documentazione a mezzo posta. Se si vuole ricevere il passaporto via posta occorre allegare una busta preaffrancata come raccomandata 67 kr.

Prima di iniviare tutta la documentazione é necessario che l’atto di nascita sia trascitto presso il comune di iscrizione A.I.R.E. di un genitore. Quindi occorre:

1) scaricare il modulo “Trascrizione in Italia dell’atto di nascita avvenuta in Svezia” e compilarlo in ogni sua parte;
2) allegare un personbevis emesso dallo Skatteverket intestato al figlio e contenente i dati anagrafici dei genitori;
3) far compilare da un Notarius publicus svedese il personbevis con Apostille dell’Aja in lingua inglese (costo 550 kr);
4) allegare fotocopia passaporto/carta d’identitá di entrambi i genitori;
5) se non si é sposati serve anche una copia del riconoscimento paterno (“bekräftelse av faderskap”) emessa dal Socialnämnden/Familjerätten e munita di apostille in inglese.
Per completare il tutto si puó anche richiedere direttamente anche l’iscrizione del piccolo all’A.I.R.E.
1) scaricare il modulo “Iscrizione all’A.I.R.E.” e compilarlo in ogni sua parte;
2) allegare fotocopia di passaporto o carta d’identitá di un genitore;
3) allegare un familjebevis emesso dallo Skatteverket.

Adesso dobbiamo solo sperare che il passaporto venga rilasciato in tempo utile per il nosto viaggio di rientro in Italia previsto per Pasqua... intanto i biglietti Ryanair sono giá stati acquistati, incrociamo le dita o come dicono da queste parti "hålla tummarna".

mercoledì 16 marzo 2011

Un nome per il futuro

Siamo felici che la "coraggiosa" scelta del nome Galileo sia stata apprezzata dai piú. Da parte nostra non abbiamo mai avuto alcun dubbio su questa scelta: possiamo dire che é stato amore a prima vista non appena ci é balzato in mente. Inizialmente siamo stati un pochino ostacolati in questa scelta per via di alcune indicazioni di carattere cattolico. Oggi siamo fieri di questa scelta che rappresenta il nostro modo di ricordare a tutti che spesso le scelte che vanno contro-corrente, quelle fuori dagli schemi, quelle che magari "costano" di piú, quelle che sono le piú difficili da prendere, alla lunga pagano e valgono tutte le difficoltá incontrate.
Ma lo sapevate che in Svezia ci sono solo sei persone con il nome Galileo di cui una con Galileo come primo nome ? Per chi fosse interessato o volesse semplicemente curiosare alla ricerca di quante persone portano il proprio nome in Svezia ecco il link del Statistiska centralbyrån. In Italia ci sono poco meno di 1.700 persone con il nome Galileo di cui 360 (poco piú del 20% del totale) in Veneto. Non a caso poi di queste 360, 140 sono presenti nella provincia di Padova. Il nome é "diffuso" anche in Emilia Romagna, Toscana e Lombardia, molto meno al centro e al sud Italia.
Difficile capire cosa vorrá fare da grande il piccolo Galileo, ma sicuramente il papá e la mamma cercheranno di aiutarlo nel difficile obiettivo di trovare la propria strada. Nel frattempo non solo la mamma e il papá sognano per lui un "futuro spaziale" ma anche qualche caro amico. Domenica infatti é passato da queste parti in Ostrogozia (Östergötland) il caro Mauro cittadino della capitale, amico e compagno di avventure nel viaggio a caccia di Aurore dello scorso gennaio. E sapete cosa ha portato in dono per Galileo? Una tuta da astronauta a misura di pupo !


Meraviglioso... non poteva farci pensiero piú bello! Sicuramente la indosserá in occasione del prossimo viaggio a caccia di Aurore Boreali previsto per fine dicembre quando il piccolo Galileo sará la mascotte dell'avventura invernale nel Grande Nord, con tanto di tuta da astronauta al seguito! Speriamo che sia di buon auspicio.

sabato 12 marzo 2011

Un affollato compleanno

Mettete un sabato pomeriggio, due-tre compleanni da festeggiare, qualche famiglia di italiani emigrati in Svezia, un'"affollata" famiglia italiana in visita in città, qualche amico/a svedese, dal Cile e dalla Russia, una mandria di bambini ed ecco fatto una festa con i fiocchi.
L'occasione è il compleanno simultaneo di Emma e mamma Tiziana (vi ricordate la famiglia di friulani trasferitisi a Norrköping la scorsa estate?) e il compleanno di Eleonora meglio conosciuta nel mondo dei blogger italiani in Svezia come Zarinaia. Il capo famiglia Michele ovviamente temendo questa volta lo sfratto immediato aveva pensato bene di noleggiare una sala dove poter riunire tutta la combriccola e così festeggiare liberamente senza preoccupazioni di sorta sui probabili disturbi acustici che sarebbero stati causati ai vicini.

E devo dire che non c'è stata soluzione migliore visto che il bellissimo pomeriggio che ne è uscito fuori; ecco qualche numero che possa rendere un'idea di quanto sia stata colorita la giornata.
Famiglie al completo: sei.
Bambini in grado di camminare da soli: undici (ma non sono completamente certo del numero).
Bimbi non in grado di camminare (sotto i 3 mesi): due.
Mamme che allattano contemporaneamente: due.
Bambini in pancia: due.
Età dei minori presenti: 15 giorni, 3 mesi, quasi 3 anni, 4, 5, 6, 7, 9, 11, 12, 15 (più o meno)...
E' stato proprio un bel pomeriggio... ed alla fine è arrivata anche una fantastica sorpresa per festeggiare l'arrivo di Galileo, confezionata proprio dai "padroni di casa", dai Piccoli Vichinghi e da Frans Halmsson e famiglia, compagni di avventura qui a Norrköping. Questa volta non è un regalo per Galileo ma più che altro per il papà e la mamma: una fantastico barbecue Weber OneTouch Premium !
Da mesi oramai aspettavamo il momento giusto per fare questo acquisto ma per un motivo o l'altro non l'avevamo mai fatto forse in attesa di entrare in casa nuova. Adesso è arrivato !! La prima domenica dopo il trasloco si inaugurerà il barbecue nel giardino della casa nuova e Marco non potrà tirarsi indietro dall'essere il  fuochista ufficiale. I festeggiamenti continueranno... anche perché ci sarà da festeggiare l'arrivo degli altri due bebé che attualmente se la spassano ancora in pancia (un altro/a piccolo/a vichingo/a ed un altro/a italo-russo).


mercoledì 9 marzo 2011

Partorire in Svezia - il punto di vista della mamma

Finalmente, dopo 11 giorni, riesco a trovare il tempo per scrivere qualcosa anch'io... e come già preannunciato si tratta di alcune osservazioni sul tipo di assistenza al parto e sulle cure post-natali che abbiamo ricevuto qui all'ospedale di Norrköping dov'è nato Galileo. 
Già positiva era stata l'esperienza con i controlli effettuati durante la gravidanza presso l'ambulatorio ostetrico ospedaliero, e molto positiva è stata anche l'esperienza di partorire qui - ovviamente il parto in sè non è una passeggiata ma l'impressione che abbiamo avuto è di aver ricevuto un'assistenza di ottimo livello e le cure migliori per iniziare al meglio la nostra avventura a tre.
Tutto il travaglio e il parto si sono svolti in un reparto dedicato, dove ci avevano assegnato un'ampia e luminosa stanza singola con bagno (non esistono stanze doppie nel reparto travaglio/parto), attrezzata di tutto ciò che occorre fino alla nascita del bambino e nelle successive prime ore. Lì si è assistiti da un'équipe formata da un'ostetrica e un'operatrice sanitaria, mentre il medico ginecologo viene chiamato in caso di bisogno - e questo per fortuna non è stato il nostro caso. Vengono offerte varie possibilità di controllo del dolore: dalla doccia calda/vasca con acqua calda, al gas esilarante (una cosa di cui ho sentito parlare per la prima volta qui in Svezia, e che è stata per me un'esperienza indimenticabile con la sensazione indescrivibile di una "sbronza" colossale - senza però gli effetti collaterali successivi !), all'epidurale garantita e gratuita 24/7. Ci sarebbe stata anche la possibilità di sperimentare l'agopuntura, visto che tutte le ostetriche del reparto sono abilitate a praticarla, ma nel pieno della notte e con un bel  po' di tensione addosso non ci è nemmeno venuto in mente di chiederla. Il personale ci è sembrato molto competente, efficiente e disponibile, insomma: 10 e lode !
Dopo il parto, una volta espletati velocemente i controlli di routine, la nuova famiglia viene lasciata in pace per qualche ora, per riposare e iniziare a conoscere il nuovo arrivato: e per festeggiare viene offerto anche un vassoio con un drink di sidro analcolico e gustosi panini per mamma e papà che devono riprendersi dallo sforzo (eh sì, anche il papà !). 


Quando la mamma si è ripresa e rimessa in ordine, si viene trasferiti in un altro reparto detto BB - ovvero la nostra "maternità". A noi era stata assegnata una stanza doppia, e al papà viene data la possibilità di restare per la notte con la mamma e il bimbo potendo noleggiare un letto pieghevole e potendo usufruire di colazione e cena leggera in reparto a fronte di un costo di 250 corone/notte. 
In Svezia si pratica ormai da lungo tempo il rooming-in, e non esiste quindi la nursery: mamma e bimbo sono assieme 24 ore al giorno e ai neo-genitori spetta il compito di prendersi cura in tutto e per tutto del neonato: dal cambio pannolini, all'allattamento, ecc. Il personale è solamente a disposizione nel caso in cui vi siano problemi, domande, dubbi. A noi genitori alla prima esperienza è stata poi data la possibilità di partecipare ad una breve lezione con consigli su allattamento e cura del neonato, con tanto di libro illustrato da prendere in prestito durante il soggiorno in reparto.


L'unico controllo che viene effettuato è quello da parte del pediatra subito prima della dimissione, che può avvenire anche molto presto (anche dopo sole 6 ore dal parto) se i genitori lo desiderano. In tal caso viene offerto un contatto telefonico quotidiano con il reparto, per controllare che tutto proceda bene una volta effettuato il rientro a casa. 
Dal punto di vista logistico, i locali sono ampi e luminosi: in particolare la sala da pranzo/soggiorno, attrezzata da una parte con tavoli rotondi per i pasti vicino a grandi finestre con vista sul boschetto che confina con l'ospedale, e frigo/freezer/microonde a disposizione delle mamme e anche dei papà, dall'altra con una "zona relax" provvista di poltrone, tavolini, giochi per bambini (i fratelli/sorelle del neonato - così come il papà - hanno libero accesso al reparto a qualsiasi ora), televisione, riviste. 
Le visite da parte di altre persone oltre al papà e ad eventuali fratelli/sorelle del neonato non sono ammesse, per permettere alla nuova famiglia di adattarsi al cambiamento in tutta tranquillità: dopotutto la dimissione avviene in tempi molto brevi (48-72 ore al massimo) e quindi si presume che parenti/amici possano aspettare almeno un paio di giorni...
Infine, in reparto si viene riforniti all'occorenza di tutto ciò di cui si possa avere bisogno durante la degenza: vestiti per il neonato, pannolini, asciugamani, biancheria per la mamma, ecc. Oltre a questo, vengono regalati due borsoni ripieni di campioni di prodotti per la cura del neonato: si tratta certo di pubblicità, ma sicuramente sono cose utili per i primi giorni a casa (anche se ovviamente noi ci eravamo riforniti comunque). 


Alla dimissione viene fissato un appuntamento per un ulteriore controllo del piccolo dopo un paio di giorni nello stesso reparto, si riceve un appuntamento per lo screening uditivo e si viene successivamente contattati telefonicamente per la prima visita al "Barnavårdcentralen", ovvero dal pediatra di base - dove siamo stati oggi: il Brontopiccolo cresce bene (mangia davvero come un brontosaurino !)  e dovrà tornare per un altro controllo tra due settimane. 

martedì 8 marzo 2011

Tra pannolini e scelta dei colori

Tra il pupo che richiede attenzioni e la casa che richiede tempo per pianificare nei dettagli l'impianto elettrico e le piastrelle non rimane molto tempo a disposizione. Fortunatamente il governo svedese mi ha offerto i famosi "pappadagar", dieci giorni lavorativi durante i quali il papà si può assentare dal lavoro in occasione della nascita di un figlio. Questi giorni si possono prendere tutti assieme o divisi ma comunque entro i 30 giorni dalla nascita. Nel nostro caso abbiamo deciso di prenderli tutti e dieci subito visto che essendo da soli qui in terra svedese dobbiamo contare solo sulle nostre braccia (come è anche giusto che sia...). Così questi giorni sono caduti proprio a fagiolo.
Mentre la mamma ha affrontato le difficoltà imposte della prima settimana di allattamento, il papà è diventato un vero esperto nel cambio pannolini e nei lavori di casa. E Galileo nei giorni scorsi ha già fatto le sue prime uscite all'aperto ed in un paio di occasioni ce lo siamo scorrazzati nell'ovetto o in carrozzina in giro per supermercati e negozi di colori. Autonomia massima attuale: circa 2 ore poi occorre essere pronti al rifornimento.


Ma oggi volevo raccontare qualcosa sulla casa il cui montaggio sta procedendo a gonfie vele, tanto che tutte le pareti interne sono già state montate. Entro qualche giorno anche le tegole avranno trovato il loro posto sul tetto. Questa settimana siamo alle prese però con i colori e con l'impianto elettrico.
In particolare la scelta delle tinte interne (abbiamo deciso di evitare le carte da parati che in Svezia vanno tanto di moda) è quella che ci sta tenendo più occupati. Da poco infatti abbiamo scoperto che in pratica si può scegliere qualsiasi tipo di colore a partire da un sistema di colori che si chiama NCS (Natural Color System). L'occhio umano è in grado di percepire qualcosa come 10 milioni di colori differenti e lo scopo di NCS è quello di fornire un catalogo di 1.950 colori che sia tale da riprodurre al meglio la distribuzione dell'intera gamma. Così sbirciando nel sito di NCS sono approdato sul NCS Navigator 2.0 con il quale si può giocare con i colori e provare tutte le tinte e gli abbinamenti. Non rimane altro che provare e riprovare tinte e combinazioni con l'idea di osare magari qualcosa in più su una parete particolare...

giovedì 3 marzo 2011

La nascita di un figlio nell'era di internet

In attesa che la mamma trovi la voglia di staccarsi dal pupo per raccontare la sua versione del parto (non che io non mi diverta anzi tenerlo in braccio è un vero spasso...) il sottoscritto, che non deve allattare e quindi tra un lavoretto e l'altro ha un pochino più di tempo, riesce a scrivere qualcosa.
Con l'arrivo di Galileo ci sono giunti una valanga di commenti sul blog, su Facebook, via email... nell'era di internet le emozioni viaggiano via rete ma comunque vi posso assicurare che ci si emoziona ancora leggendo su uno schermo di un computer le parole dei nostri cari, degli amici o della grande famiglia del nostro blog: grazie di cuore a tutti da parte nostra.
Ma in questi giorni abbiamo avuto anche l'emozione di scartare un pacco ritirato dalle poste, aprire la porta per ricevere un mazzo di fiori che viene da lontano, entrare in casa e trovare appeso al soffitto uno splendido "Benvenuto a Galileo" o ancora sentire la cassetta della posta sulla porta sbattere per l'arrivo di alcune lettere.






Oggi viviamo così la nascita di nostro figlio, davanti ad una webcam Skype, perché abbiamo deciso di vivere a duemila chilometri da casa lontano da vecchi amici e parenti, per gettare le basi di un futuro che speriamo sia migliore soprattutto per lui: non per questo è un'emozione meno bella.

martedì 1 marzo 2011

La nascita dal punto di vista del papà

I giorni da bollino rosso sono ormai alle spalle e rientrati nella tranquillità offerta dalle mura di casa, soli noi due e il pupo, c'è ora tutto il tempo di riordinare le idee e ripensare a quella valanga di emozioni e accadimenti che si sono susseguiti da venerdì sera. Durante la settimana scorsa ogni mattina che arrivavo in ufficio c'era un collega la prima cosa che mi diceva ancor primo di "Morgon" era "bambino?". La mia canonica risposta era "bambino är fortfarande i magen", che non è difficile tradurre come "... ancora in pancia". Venerdì al mio rientro dal lavoro Silvia aveva qualche doloretto iniziato già verso le tre e mezzo del pomeriggio ma non ci davamo più di tanto peso visto che già altri falsi allarmi erano arrivati e passati. Alle sei e mezzo abbiamo pensato bene di mettere cibo sotto i denti nel caso in cui fosse successo qualcosa e così, trasferitici da Marco e Giulia, ci siamo pappati un bel kebab. Poi al rientro a casa c'è stato solo il tempo di una mezz'ora di divano prima che succedesse l'imprevedibile, si perché ci ha colto di sorpresa inondandoci di pura adrenalina: la rottura delle acque. Una telefonata all'ospedale per annunciare il nostro arrivo e che l'avventura abbia inizio.
Durante i mesi che hanno preceduto l'arrivo di Galileo anche io ho cercato di fare del mio meglio per prepararmi all'evento del parto cercando di leggere, con molta meno assiduità di Silvia però, l'abbondante materiale in svedese forniteci a suo tempo all'inizio della gravidanza. La preparazione di Silvia invece aveva quasi del maniacale; penso abbia letto tutto quello che ci sia da leggere su internet e fuori, tanto che un giorno al mio rientro dal lavoro mi disse: "devi assolutamente vedere questi video". All'inizio pensavo che il parto fosse qualcosa a cui il papà poteva si partecipare, ma come in seconda fila, quasi estraneo. Adesso sono convinto che il ruolo del papà sia molto importante per la mamma e quello che si vive lo si faccia con un'intensità ed una partecipazione unica. 
Così le settimane che hanno preceduto il fatidico evento sono passate con un misto di curiosità ed attesa, ma mai paura, convinto che Silvia fosse stata in grado di superare ogni ostacolo. Noto infatti è il suo livello di sopportazione del dolore "generico", tuttavia l'ignoto era ancora davanti a noi. Ho quindi applicato il metodo che cerco di utilizzare sempre per eliminare le situazioni di possibile stress dovuto all'incalzare degli eventi: preoccuparsi va bene un pochino, ma mai troppo, soprattutto mai fasciarsi la testa prima di essersela rotta, attendere l'evolvere degli eventi e viverli quando arrivano, affrontando le difficoltà con calma e senza farsi prendere dal panico.
La rottura delle acque, nella sua imprevidibilità è stata, dal mio punto di vista, l'unica vera situazione di stress, con l'adrenalina che a mille è partita in circolo. Ma tutto era già pronto, quindi è bastato fermarsi un attimo riordinare le idee, ricordarsi la macchina fotografica e le chiavi dell'auto.
L'arrivo in ospedale e l'ambiente che ci ha accolto hanno contribuito a mantenere tutto entro un certo limite di tranquillità e calma. Eravamo soli nel senso che non c'erano altre partorienti al nostro arrivo; le barnmörskor (ostetriche) e le sjuksjöterskor (infermiere) erano talmente tranquille che durante la notte le ho "scoperte" fare tranquillamente a maglia.
Poco prima di mezzanotte eravamo già nella nostra stanza, una bella stanza di angolo con vista sul boschetto da una parte. Da quel momento non mi ricordo di essermi mai seduto, ho passato tutta la notte in piedi ma è stato naturale, a mano a mano che passava il tempo e gli eventi si succedevano in sequenza mi sentivo sempre più partecipe, sempre più dentro all'evento. Le infermiere e l'ostetrica non mi hanno mai fatto sentire come di troppo anzi la mia partecipazione è diventata sempre più attiva con il passare delle ore. Sul "foglio dei desideri" dove si scrivono i propri desideri/richieste/paure relative al parto e che si consegna all'arrivo in ospedale alle infermiere, avevamo scritto che il papà aveva un po' di timore per il sangue e che avrebbe tagliato il cordone (con con mille dubbi).
I miei timori sono scomparsi stando al fianco di Silvia, incoraggiandola minuto dopo minuto mentre la mia curiosità si faceva sempre più grande tanto che pian piano sono in pratica diventato "l'infermiera aggiunta". Qualcuno dice che i papà svengono in sala parto, ma per me è stata tutt'altra esperienza, mi sono sentito sempre più forte mano a mano che l'orologio sulla parete girava e girava mentre Silvia diventava suo malgrado sempre più stanca. Alla fine non temevo più nulla e cercavo di infondere alla mamma le ultime forze convinto che prima o poi ce l'avrebbe fatta, nonostante la fatica si facesse sentire sempre di più.
Quando poi vedi la testolina del piccolo uscire allo scoperto ti rendi conto che stai per assistere ad un qualcosa di meraviglioso, alla nascita della vita e rimani incantato vedendo quel piccolo mammifero indifeso sgusciare fuori ed essere messo subito sulla pancia della mamma... le lacrime non si possono trattenere e il dolore della mamma scompare tutto ad un tratto per lasciare il posto alla gioia e all'incredulità.


Il taglio del cordone è stato un altro bel passaggio che suggerisco vivamente a tutti i papà... non tanto per l'atto in sé (sembra di tagliare un tubetto di plastica gommosa) ma più che altro perché è il momento in cui il pupo si stacca definitivamente dalla mamma ed inizia la sua vita indipendente.
La paura del sangue non c'è mai stata tanto che ho assistito all'esame della placenta e alla sutura di qualche piccolo taglietto confortando la mamma sulla situazione... che dire... per la mamma non è stata per niente una passeggiata e per il papà è stata un'esperienza che gli ha infuso una forza incredibile, sentivo che nulla poteva scalfirmi... nemmeno le 38 ore di fila senza sonno...