lunedì 31 maggio 2010

Bollicine per tutti

Era da tempo che ci pensavamo e di tanto in tanto sentivamo il bisogno di qualche bollicina... tuttavia da quando siamo arrivati qui non avevamo mai acquistato l'acqua minerale in bottiglia. Silvia per un paio di volte si era cimentata nell'acquisto di bottiglie di acqua "aromatizzata" alla fragola, alle rose o qualche altro gusto delicato, ma a me non sono mai piaciute più di tanto.
In effetti il rubinetto qui è una fonte inesauribile di acqua buona e così non avevamo più sentito il bisogno di ricorrere all'utilizzo dell'acqua in bottiglia. C'è da dire che negli ultimi mesi che avevamo trascorso in Italia prima di partire avevamo già iniziato a bere l'acqua del rubinetto, ma purtroppo a Padova e dintorni non sempre l'acqua aveva un buon sapore... e così il ricorso alle bottiglie in plastica era l'unica soluzione e comunque ci concedevamo l'acquisto in bottiglia della sola acqua gassata.
L'acqua in Svezia sicuramente non manca, ma questo non significa che gli svedesi non siano attenti al loro utilizzo. Ai supermercati l'acqua in bottiglia non manca ma sicuramente non ci sono lunghissimi scaffali strapieni di bottiglie di tutte le marche come eravamo abituati a vedere in Italia ed è ovvio, se la richiesta è bassa anche l'offerta va di seguito.
In Svezia al ristorante del mio posto di lavoro ci sono sempre su tutti i tavoli brocche di acqua "liscia" già pronte all'uso e un distributore di acqua gasata a cui si può attingere liberamente. Però in un paio di occasioni quando siamo stati invitati a cena da coppie svedesi avevamo visto all'opera quello che per l'epoca ci sembrava uno strano aggeggio che da queste parti chiamano "carbonator".
Ed in effetti si tratta proprio di un "carbonificatore" o come piace chiamarlo a noi "il gasatore". E così dopo un'attenta indagine di mercato ed una visita al Media Market (il MediaWorld nostrano) per vedere i vari modelli dal vivo, ci siamo concessi un regalo di anniversario e ci siamo lanciati nell'acquisto del "gasatore" su internet grazie anche alla presenza di un'ottima offerta su un sito web svedese. Per poco più di 100 vecchi euro ci siamo portati a casa la nostra kolsyra maskin assieme anche ad una seconda bomboletta di CO2 da utilizzare quando quella in dotazione finisce. Le bombole si possono ricaricare per circa 60 corone (6 euro o poco più) in diversi supermercati ed ognuna di essere dovrebbe garantire circa 50-60 litri di acqua gassata (intanto abbiamo iniziato a prendere nota di quante "gasature ci spariamo"). Ogni tanto le bollicine sono così buone da alternare all'acqua liscia...

Per chi è amante dei conti economici si fa presto a capire che nel giro di qualche mese, l'investimento iniziale è presto ripagato... se si pensa che un litro di acqua minerale costa più o meno 50 centesimi di euro... ma non è finita qui! Al Media Market sono poi in vendita tantissimi "concentrati" differenti per aromatizzare l'acqua. E così oltre all'acqua gassata, adesso per 49 corone ci produciamo anche i nostri 12 litri di Cola Zero che non troviamo poi così diversa dalla Coca Zero (scommetto che se facciamo la prova bendati non si nota la differenza).
A conti fatti oltre al risparmio economico (che è secondario rispetto al guadagno in termini ambientali) ci risparmiamo la fatica di andare ad acquistare le pesanti bottigliozze di bibite al supermercato (con il rischio di finirle proprio quando poi ne hai più bisogno magari in occasione di una cena), e diamo una mano all'ambiente, niente bottiglie di plastica da riciclare o da fabbricare, nessuna catena di distribuzione da sovvenzionare, nessuna pubblicità da pagare in televisione e chissà quanti altri motivi ci sarebbero ancora...
E per i veri maniaci della kolsyra maskin (e per chi ha una casa propria) poi c'è anche un sistema che si può installare direttamente sul lavabo della cucina con un miscelatore extra che si "appoggia" alla bombola da mettere sotto il lavabo !

giovedì 27 maggio 2010

Casa mia casa mia...

Da alcuni mesi nelle nostre testoline frullano molti pensieri e i nostri girovagare in bicicletta in città e in auto nelle campagne svedesi non fa altro che stimolare i nostri progetti per il futuro. E' inutile negarlo, è il sogno nel cassetto di tantissime famiglie... avere una casa propria !
Ovviamente queste paroline messe assieme rappresentano un qualcosa di grande, molto grande, che implica delle difficoltà e delle questioni da affrontare che quando vivi in un paese straniero diventano ancora più grandi. Questo però non significa che la cosa sia impossibile anzi aumenta solo il senso di sfida e poi si sa che le cose sudate e desiderate sono quelle che poi si apprezzano e si godono di più.

Scrutare gli annunci delle case "usate" in vendita sui siti internet è una gran bel passatempo da queste parti e gli svedesi continuano a farlo anche quando hanno fatto il grande passo di comprare una casa. Già a suo tempo in ottobre ne avevamo parlato in un post dedicato all'argomento ed il sito web Hemnet è stato sicuramente uno di quelli visitati più frequentemente da noi durante tutto l'inverno e la primavera. Quello che cercavamo erano soprattutto informazioni, nozioni, il cercare di capire come funzionano le cose, come sono costruite le case da queste parti, quali sono le differenze tra abitare in una casa singola ed abitare in un appartamento.
E' stato un lungo periodo durante il quale abbiamo cercato di far luce nelle nostre menti, per cercare di capire quale potrebbe essere stile di casa giusto in base alle nostre esigenze ed alla nostra storia, ma soprattutto cercare di capire in quale zona della città ci piacerebbe vivere. Questi mesi ci sono serviti anche per comprendere meglio come sono fatte dentro le case svedesi, visto che l'abbondanza di fotografie e di dettagli negli annunci permette in pratica di entrare quasi in casa e poi abbiamo ormai diversi amici e colleghi che hanno soddisfatto spesso le nostre curiosità.
Dopo tutti questi mesi siamo arrivati davanti ad un bivio e abbiamo dovutoscegliere la strada da prendere. Il bivio, anzi il trivio, vedeva tre strade possibili.
La prima opzione è rappresentata dall'abitare in una zona abbastanza centrale che però comporta inevitabilmente dei compromessi quali ad esempio l'impossibilità di costruire nuovo, la necessità di acquistare una casa con sulle spalle alcune decine di anni (se va bene), la disponibilità di scelta abbastanza limitata (non sono poi così tante le case singole in vendita in quartieri centrali) ed infine un prezzo relativamente più alto.

L'opzione due era rappresentata dalla scelta di vivere fuori città, in uno dei paeselli satellite che ci sono tutto attorno. Questa scelta dev'essere in ogni caso oculata visto che i mezzi di trasporto pubblici rappresentano un punto chiave (essendo queste zone a 10-15 km dal centro città). Il vantaggio è però disporre spesso di lottizzazioni nuove, ampi spazi e prezzi inferiori. Ovvio che però bisogna amare la vita fuori città in tutto e per tutto.
La terza soluzione era una via di mezzo, permettendo di combinare i vantaggi e limitare gli svantaggi di entrambe le soluzioni precedenti: comprare o costruire su uno dei quartieri periferici della città (che comunque non distano mai più di 3-5 km dal centro) dove, ai margini della campagna o dei boschi, è ancora possibile trovare dei terreni disponibili e costruire nuovo oppure nel caso dell'usato la disponibilità in termini di numero e di offerta è molto maggiore.
La nostra scelta è "lagom", alla ricerca dell'equilibrio prefetto.

mercoledì 26 maggio 2010

Un titolo avventuroso

Oggi vogliamo condividere con voi lettori una piccola soddisfazione che ci giunge dalla terra natia. Alcune settimane Silvia era stata contattata da un noto giornalista de "Il Giornale di Vicenza" arrivato sulle nostre tracce grazie proprio alla nostra casa virtuale.
E così dopo uno scambio di alcune mail in cui noi abbiamo raccontato la nostra esperienza ecco che una mattina un amico ci manda un sms comunicandomi l'avvenuta pubblicazione.
Ecco quindi l'articolo dal titolo un po' "avventuroso" e che in fin dei conti rispecchia la nostra vita sempre alla ricerca di nuove emozioni: "Inseguendo i tornado... diventa medico in Svezia". Un grazie particolare all'autore Antonio Di Lorenzo.


martedì 25 maggio 2010

C'è posta per te

Pensate di voler partecipare ad un programma di prevenzione sanitaria indetto dalla vostra regione, che prevede un prelievo di materiale biologico diverso dal sangue da far analizzare in laboratorio. Pensate, ancora, di volervi iscrivere ad una biobanca e di dover effettuare un prelievo di sangue a questo proposito. Uno si immaginerebbe di ricevere una comunicazione per presentarsi al più vicino laboratorio analisi - e che ci pensino loro, che sono del mestiere.
E invece no: nel primo caso si riceve a casa una bella busta imbottita con tutto l'occorrente per effettuare da soli il prelievo del suddetto materiale biologico (suvvia, non ci vuole una laurea) da reimpacchettare e rispedire - udite udite - imbucandolo nella più vicina cassetta postale.
Nel secondo caso si riceve un'altrettanto bella busta contenente provetta per il prelievo di sangue, portaprovetta a chiusura ermetica e plico preaffrancato per la risposta: per il prelievo ci si può rivolgere ovunque (uno se lo può fare anche da solo, se ha tutto l'occorrente e se è in grado), si rimette il tutto nella busta e la si rispedisce al mittente, sempre per posta normale.
Pratico, non credete ?


lunedì 24 maggio 2010

Ancora su medicina e dintorni...

Di ritorno da una bella settimana nel sud della Spagna, leggo oggi il dibattito nato su questo blog a seguito di un recente post sui lati positivi e negativi della Svezia. Tra l'altro, leggo molti commenti riguardo alla sanità e all'istruzione svedese, e vorrei aggiungere qualcosa di mio a proposito.
Premetto di non avere alcuna esperienza di scuole svedesi, tranne la Komvux (scuola comunale per adulti, gratuita, che offre un'ampia varietà di corsi dal livello basico a quello superiore) che ho frequentato per migliorare lo svedese. Tuttavia vorrei dire la mia sull'istruzione in campo medico dal momento che posso constatare con mano, nel mio campo lavorativo, quale sia la media della preparazione scientifico/professionale dei miei giovani colleghi medici al termine degli studi in medicina, e quale sia il livello professionale di tutti gli altri colleghi in generale.

In Svezia gli studi medici durano 5 anni e mezzo: un po' meno dell'Italia, dove la laurea in medicina richiede 6 anni. Apprezzabile fin dal primo anno di corso, è l'attenzione riservata in Svezia alla parte "pratica" del corso di studi, con tirocini in ospedale e contatto con il paziente. In Italia, al contrario, moltissima importanza viene riservata alla parte teorica, soprattutto nei primi 3 anni di corso, con lezioni dettagliatissime delle materie propedeutiche, ma anche negli ultimi 3 anni, in cui le risorse dedicate alle attività pratiche sono abbastanza limitate (almeno nei miei ricordi degli studi padovani). Certamente l'approccio italiano può essere utile a coloro i quali sono più interessati alla ricerca medica di base che alla professione di medico a contatto con il paziente, ma dal punto di vista pratico ritengo l'approccio svedese più utile e stimolante.
A partire dal 4° anno e mezzo, poi, gli studenti di medicina svedesi sono autorizzati a "lavorare" sotto supervisione per periodi anche abbastanza lunghi (per esempio nei mesi estivi, e per alcune settimane anche durante i semestri accademici), dietro compenso monetario non simbolico, in ospedali/presidi di medicina di base convenzionati con l'università, per apprendere gradualmente le routine lavorative e formarsi professionalmente. Non è quindi raro che mi sia trovata a dividere i miei turni di guardia anche notturni e festivi con giovani aspiranti medici, detti "läkarassistent" o "assistenti medici", che si cimentano inizialmente con i pazienti meno complicati e che naturalmente consultano i colleghi più anziani durante il processo diagnostico/terapeutico.
Dopo la laurea, e prima di poter sostenere l'esame per l'abilitazione professionale, i neo-dottori sono obbligati ad un anno e mezzo di tirocinio professionale (chiamato AT o Allmänntjänst), che si svolge a rotazione in medicina interna (comprese le attività di pronto soccorso), chirurgia generale/ortopedia/anestesia e rianimazione, medicina di base, psichiatria più alcuni periodi in specialità a scelta del singolo. A differenza che nel tirocinio professionale italiano, il medico AT opera del tutto indipendentemente, sempre con il diritto/dovere di consultare i colleghi più esperti, e può/deve farsi carico di prescrizioni, ricette, certificati: insomma deve saper fare tutto quello che possa essere richiesto ad un medico non specializzato.
In conclusione: i medici qui in Svezia, una volta raggiunta l'abilitazione professionale, hanno alle spalle un percorso molto più "pratico" e lungo che in Italia, il che li porta ad essere in media professionalmente più preparati rispetto ai neoabilitati italiani, che spesso di esperienza clinica ne hanno pochina (a meno che non se la siano creata per iniziativa personale). Quindi a mio parere l'istruzione medica in Svezia non è per niente di basso livello, e non ha nulla da invidiare a quella italiana. Semmai, il contrario.


Venendo ai medici di medicina generale, altro argomento alquanto dibattuto su queste pagine, leggo qui che sono stati spesso definiti incompetenti, cosa che raramente ho potuto constatare personalmente nel mio anno di esperienza qui. Le visite, tanto in ospedale quanto dal medico di base, sono sempre documentate molto dettagliatamente nella cartella clinica elettronica (quante volte il vostro medico di base documenta il tutto per iscritto con anamnesi dettagliata ed esame obiettivo ogni volta che andate a farvi visitare in Italia ?) e i medici di base si fanno carico di molti più problemi "di poco conto", anzichè spedire il povero paziente al Pronto Soccorso (quanti medici di base nel Bel Paese sanno/vogliono eseguire personalmente la rimozione di un'unghia incarnita, una rettoscopia, una sutura di una ferita cutanea ?).

Quanto poi alle visite mediche a domicilio, anche qui è possibile ottenerle, purchè il motivo sia effettivamente valido. Durante le mie numerose esperienze da sostituta di medici di base, ricevevo richieste di visite a domicilio per motivi piuttosto futili: febbre 38° C e mal di gola da 1 giorno (l'esistenza degli antipiretici è evidentemente sconosciuta e la condizione è ritenuta evidentemente grave), o lombalgia con paziente che tranquillamente passeggiavano per casa propria (ma si ritenevano troppo gravi per recarsi - o farsi accompagnare - dal medico). Ecco: qui la visita medica a domicilio si ottiene solo se si è effettivamente impossibilitati a recarsi dal medico (per esempio anziani costretti a letto). Per tutto il resto, ci sono la macchina, il bus, il taxi o i propri piedi fino all'ambulatorio più vicino. E se non ce la si fa (davvero), probabilmente è il caso non di cercare il medico di base ma il pronto soccorso.

I tempi d'attesa a volte sono lunghi (problema comune a tutti i sistemi sanitari pubblici, a quanto pare), ma anche qui vige una garanzia sui tempi d'attesa: contatto con il proprio medico di base lo stesso giorno della richiesta (questo vuol dire valutazione del problema: se non è urgente l'appuntamento può venir dato anche nei giorni successivi), visita dal medico in ogni caso entro 7 giorni, visita specialistica su richiesta o terapie particolari entro 90 giorni. Mi sembrano tempi assolutamente paragonabili a quelli della sanità pubblica italiana (raramente sono riuscita ad avere un appuntamento dal mio ex- medico di base italiano lo stesso giorno, e lo stesso succede ora ai miei genitori che tuttora abitano in Italia, e per le visite specialistiche ho spesso dovuto aspettare mesi). Ovvio che il confronto non regge con la sanità privata a pagamento, ma questo è un altro discorso.

Infine, per tutti coloro che (in Italia o in Svezia) credono che alla visita del medico di base si possa sostituire un consulto telefonico a distanza posso dire che lo facciano a proprio rischio e pericolo, e povero quel medico che verrà poi denunciato per aver fatto diagnosi sbagliata al telefono ad uno sprovveduto paziente che non tarderà però a consultare il proprio avvocato.

sabato 22 maggio 2010

Un sabato medioevale

Avere degli amici svedesi significa non sentirsi mai soli. Mentre Silvia è agli sgoccioli nella sua vacanzina spagnola, io oggi, grazie alla compagnia dei nostri amici di sempre, ossia la famiglia con due bambini gestori del B&B dove abbiamo soggiornato in città nei primi tempi, ho potuto vivere un'esperienza davvero bella. Un torneo medievale, il più noto di Svezia che si svolge da più di vent'anni nei pressi di un castello in un paesino perso nell'ondulata campagna svedese tra Norrköping e Linköping, le due città "gemelle" dell'Östergötland.
Il torneo, conosciuto con il nome di Riddarsällskapet Torneamentum ha visto sei diverse coppie di cavalli e cavalieri riccamente addobbati scontrarsi in giochi di pura abilità tra due ali di pubblico in un vero tifo da stadio.

L'organizzazione è tipicamente svedese e tutto è filato liscio nonostante ci sia stata tantissima gente e la coda per parcheggiare e per acquistare il biglietto d'ingresso era garantita. Quello che mi ha sorpreso ancora una volta è stata l'assenza di confusione, tutti parlavano piano tanto che nella triplice fila (lunga almeno 50 metri) che si era formata davanti alle casse si poteva udire tranquillamente gli uccelli cinguettare sugli alberi attorno.
Una volta entrati ci si siamo ritrovati immersi in un'atmosfera medievale visto che tutti i figuranti, sia nel torneo che in tutto quello che è stato ricostruito nei dintorni del campo di gara, indossavano abiti dell'epoca. Ma la cosa bella è che la maggior parte dei bambini che erano arrivati con i genitori anche loro erano vestiti in costume! E così anche i miei piccoli compagni d'avventura di oggi avevano il loro splendido vestito rosa lucciante (lei) ed una tunica blu brillante con tanto di spada, elmo e scudo (lui).

Ovviamente il torneo è stato divertente ed interessante oltre che un ulteriore esercizio di comprensione dello svedese per le mie orecchie visto che abbondanti sono state le spiegazioni che accompagnano lo svolgimento dei giochi.
Così il Cavaliere delle due frecce, quello della conoscenza, quello della fortuna, quello dal potere magico, il Cavaliere delle Terra e dei boschi e il Cavaliere di Wisby si sono affrontati in giochi di abilità che prevedevano l'utilizzo al galoppo di armi quali come lunghe lance o spade al fine di colpire piccoli oggetti, tagliare una mela in due al volo, infilare anelli...
Ogni gioco è stato intervallato dall'ingresso di figuranti che di volta in volta mettevano in scena una situazione differente come i contadini che si rivoltavano ai signori del posto per le troppe tasse e combattevano con i soldati, la sfilata del padrone del castello, gli scherzi dei giullari e le canzoni dei musicanti.
Tutto attorno al campo di gara sono stati allestiti una miriade di punti dimostrativi la maggior parte dei quali dedicati proprio ai bambini con la possibilità di prova un arco, di indossare un'armatura, di provare a cavalcare un cavallo, oltre ad esibizioni, artigiani, il fabbricante di spade, spadoni, scudi, elmi... un vero e proprio villaggio medievale all'aria aperta.

Complice la bella giornata di sole e la temperatura di 22-23°C, ho visto bambini scalzi che si arrampicavano sulle balle di fieno, saltando giù o combattendo uno con l'altro con tanto di spada e scudo e non ho sentito una mamma alzare la voce per richiamare un piccolo, per gridare di fare attenzione a questo o a quello... nessuno si preoccupava se un bimbo spariva o si allontanava... pensate che noi all'ora del rientro non abbiamo più ritrovato la figlia più grande che doveva trovarsi in prossimità delle mitiche balle di fieno... per fortuna che dopo qualche minuto ci ha telefonato dicendoci che sarebbe rientrata a casa con degli amici di famiglia.

Tutto attorno al castello, strade e stradine in mezzo alla campagna ondulata che in queste settimane ha assunto un colore verde brillante interrotto qui è là da qualche macchia di giallo impressa dai "denti di leone" o dalla colza. Percorrerla in auto ti regala una tranquillità ed una pace interiore che adoro. Ecco un altro motivo perché mi piace la Svezia... guardo fuori dal finestrino e la mia mente svolazza leggera... il contachilometri non è più una preoccupazione, l'orologio non serve quasi più, si mangia quando si ha fame, ci si ferma quando si è stanchi...

giovedì 20 maggio 2010

Il mix vincente

Dopo il precedente post in cui ho cercato di spiegare cosa si può trovare e cosa non si può trovare da queste parti secondo il mio punto di vista, oggi vi voglio portare un piccolo, semplice esempio di quello che noi chiamiamo il mix vincente.
Queste due parole per me rappresentano un po' la chiave di volta per riuscire a vivere un'esistenza felice, senza per forze di cose rimpiangere sempre le stesse cose del paese che si è stati costretti a lasciare; prendere il meglio delle due culture, delle due società, dei due paesi e fondare su quello il proprio stile di vita. Il meglio ovviamente è soggettivo ma è proprio questa visione personale che deve far capire se la Svezia è un paese che si adatta meglio alla propria personalità oppure no.
Non finirò mai di ripetere che siamo tutti diversi e che per qualcuno qui potrebbe essere il paradiso mentre per altri l'inferno. Di Italia nelle nostre vite qui in Svezia c'è e ci sarà sempre molto, ma abbiamo scelto questo paese perché per noi adesso la vita qui è più semplice, più organizzata e ci sono molte più prospettive, punto.
Qualcuno si lamenta che qui la vita scorre troppo calma, che non c'è gente in giro... ma non è proprio quello che cercavamo? Un posto dove uscire al mattino della domenica e sentirsi piacevolmente in solitudine, in mezzo alla Natura quella con la N maiuscola, lontano dai rumori. Un posto dove la gente ama le cose semplici, senza tante firme e copertine. Pensate che stasera sono ancora riuscito a stupirmi vedendo una giovane coppia che faceva un classico pic-nic con le coperte nel verde sotto casa alle nove di sera, da non credere...
Il mix vincente quindi.... ma cosa significa in realtà? Tante cose, ma tra tutte forse scelgo un esempio semplice, fatto in casa e forse un po' particolare, un mix di arte (per cui noi siamo famosi nel mondo) e di design (il design scandinavo...). A suo tempo le nostre mamme ci hanno regalato quelle che noi riteniamo essere delle piccole opere d'arte. Da tempo cercavamo di trovare un adeguato completamento ad uno di questi operati e finalmente la settimana scorsa, dopo diverse ricerche, siamo riusciti a trovare quello che cercavamo, un portalampada di "disegn".
Adesso entrambe le "opere d'arte" fanno bella mostra di sé nel soggiorno del nostro appartamento qui in Svezia, guadagnandosi spesso l'ammirazione ed i complimenti degli ospiti che ci vengono a trovare. Ma diamo a Cesare quel che è di Cesare!
Da una parte ci sono due splendidi acquerelli intitolati "Tramonto sulla pianura vicentina" ed "Autunno sui Colli Berici" incorniciati in lineari cornici svedesi di legno che risaltano sulla parete di colore rosso Falun mentre dall'altra sul mobile del soggiorno è posizionata una magnifica lampada finemente ricamata a mano alla quale abbiamo abbinato un portalampada di design scandinavo.
Un mix che ai nostri occhi è risultato vincente, non credete?


martedì 18 maggio 2010

La Svezia non è un paradiso terrestre, ma...

Questa settimana sono da solo... Silvia è volata alla ricerca di un po' di sole e caldo che questa primavera sembra concedere con le gocce sia qui in Svezia che in Italia e così non ha perso l'occasione di sfruttare un'offerta della solita Ryanair che da poco ha inaugurato una nuova tratta proprio da Norrköping ad Alicante, in Spagna. E così per me c'è il tempo di riordinare le idee e cercare di dare una risposta ad una domanda che qualcuno ci ha posto a suo tempo: "ma ci sarà pur qualcosa che non va lassù?"

Cercherò di spiegare la mia visione della Svezia portando degli esempi, magari in disordine così come mi vengono in mente. Gli esempi valgono a volte più di mille parole. Quindi, vediamo un po', cosa significa per me Svezia oggi dopo quasi un anno? E che cosa non funziona qui?

Non devo più lottare con il traffico quotidiano o le interminabili attese ai semafori. Quando arrivo in un parcheggio non devo essere aggressivo e cercare in tutti i modi di infilarmi nel primo buco che chi se ne va via lascia libero per riuscire a battere sul tempo l'avversario che è in agguato di fronte a te. Da tempo ho dimenticato cosa vuol dire fare la fila alle Poste per spedire una lettera, per fare una raccomandata e ritirare un pacco. Finalmente mi sono liberato anche da trasmissioni su politica e calcio in cui tutti si azzuffano e cercano alzando la voce di annientare l'avversario... in casa ho 22°C costanti e non soffro più il freddo !

Per contro la Svezia non vincerà mai i mondiali di calcio, se voglio una bottiglia di vino non posso andare nella cantina preferita a comprarlo ma devo ricordarmene in anticipo prima che sopraggiunga la domenica e il Systembolaget chiuda i battenti, non posso prenotare un tavolo in una bettola o in una bella trattoria dove posso mangiare con la tovaglia a quadri bianchi e rossi, non posso sedermi all'aperto in un bar e bermi un bello spritz. Al supermercato non posso trovo le salsicce e tutti parlano una lingua che non è quella che ho imparato da bambino. Se ho bisogno del medico devo prima chiamare e prenotare una visita, in compenso però non perdo più un intero pomeriggio in ambulatorio ad aspettare che dieci "vecchiette" prima di me raccontino la loro vita al povero medico (e lo fanno ogni giorno).

Internet è dappertutto è non saperlo usare vuol dire perdersi un sacco di vantaggi. Pagare le tasse, fare la dichiarazione dei redditi, stamparsi in casa un certificato senza andare nell'ufficio preposto, prenotare qualcosa, sono cose di una semplicità allarmante. Se aspetti un pacco, ti può arrivare un sms con un codice e un pin e lo puoi andare a ritirare al supermercato, ad un punto di appoggio o alle poste. Se aspetti un corriere, questo non arriva mai senza averti prima telefonato. Navigare in internet significa non più girarsi i pollici per aspettare che un video si carichi o una pagina si visualizzi, non devi aspettare mai e in un anno ho avuto tre ore di disservizio nella linea in casa.

Certo qui non puoi vivere nell'anonimato, tutti possono sapere un po' di tutto di tutti. Ma la gente non è curiosa, bramosa o invidiosa. Non ci sono tende alle finestre e se ti va puoi guardare l'allegra famigliola che mangia a tavola o il pensionato che si guarda la tv... ma le finestre sono fatte più per far entrare la luce e guardare fuori piuttosto che per far entrare in casa gli sguardi dei passanti o dei vicini. Si bada più alla sostanza che all'estetica. Le case sono super isolate, le finestre hanno vetrocamere a tre-quattro vetri, i tubi dei termosifoni corrono all'esterno dei muri (per qualcuno suonerà come un orrore...) e in bagno mancano i bidè.

Al lavoro non ci si sente schiavi ma protagonisti, il tempo libero, le vacanze, la vita in famiglia sono intoccabili. Non ti devi sentire costretto a rimanere un minuto in più per dimostrare che vali o che ci tieni al tuo posto, se una mamma vuol diventare tale non deve pensarci su tre volte per timore delle ripicche del capo, i papà si prendono la paternità al pari delle mamme, nessuno si uccide di lavoro (la pause fika sono obbligatorie volente o nolente) ma nessuno si fa i cavoli propri sul posto di lavoro o controlla la posta personale o peggio ancora passa ore a leggersi il giornale.

C'è da dire che per andare in giro in maniche corte devi aspettare maggio o giugno, può succedere che per due-tre mesi all'anno la temperatura non vada mai sopra lo zero e devi cambiare le gomme d'inverno altrimenti non ti muovi in auto. Il cielo però quando è bello è sempre blu e non diventa mai giallino, marroncino di smog. In autostrada non paghi un cent e non devi svegliarti all'alba per evitare i bollini rossi e le code chilometriche per andare in vacanza. Di contro se vuoi andare a fare un bagno in un mare che non abbia 16-18°C o fare una sciata in montagna devi organizzarti per tempo e prendere l'aereo, però se vuoi farti una passeggiata nel bosco basta uscire di casa e prendere la bici. I mezzi pubblici però funzionano bene e sono generalmente in orario. D'estate non soffochi per l'afa e non serve il condizionatore in casa o in auto, al mattino d'inverno però se la macchina non ce la tieni in garage di devi abituare a togliere il ghiaccio dal parabrezza o spalare la neve sul vialetto di casa.

Quello che paghi fino all'ultimo centesimo sono le tasse e qui le tasse le pagano tutti e a conti fatti mediamente non sono per nulla più alte di quelle che si pagano in Italia e in più non devi aspettare anni per avere un rimborso delle tasse o dell'IVA. Poi però i bonus bambino ti sono dovuti fino a 16 anni, i libri e il cibo a scuola non si pagano, non serve essere benestanti per poter andare all'università visto che è gratuita. Lo Stato con una mano dà e con l'altra richiede il tuo contributo. Mal tollerati sono le lunghe carriere universitarie da studente con anni ed anni di fuori corso come anche il lavoro in nero. Non ci sono tanti ricchi e tanti poveri, tutti generalmente stanno abbastanza bene da permettersi le vacanze.

Se non hai 18 anni non può comprarti una birra che superi i 3,5% e se guidi dopo aver bevuto c'è il tribunale ad aspettarti (giustamente) non solo una bella multa, in compenso però non ci sono i punti sulla patente. Se vuoi comprarti un vestito firmato (non è più nei nostri pensieri) farai fatica a trovarlo se non nelle grandi città e se in ufficio stai con le ciabatte nessuno ti guarda storto.
La Svezia non è per tutti e non è nemmeno il paradiso e dubito che si possa mai trovare un posto perfetto sulla Terra. Gli amici più cari, quelli che hai lasciato in Italia, i parenti tutti non sono più a portata di auto o di bicicletta ed il loro affetto ti può arrivare solo via internet o tramite le parole che viaggiano sui fili del telefono.
Per chi non è un tipo organizzato o quadrato, tutta questa organizzazione può alla fine risultare eccessiva e magari anche opprimente. Bisogna quindi prima chiedersi cosa veramente si cerca nella vita, quali sono le cose che si ritengono indispensabili, quali le priorità e quali le cose superflue a cui si può tranquillamene rinunciare.
Ma per chi ama la tranquillità, la natura e l'organizzazione, allora la Svezia può fare veramente al caso suo. Tutto mi sembra organizzato per rendere la vita la più semplice ed agiata possibile... oggi per me, anche se non è il paradiso, lo ritengo un bellissimo posto dove vivere in pace senza per forze di cose sentirsi sempre in trincea, aggressivi, stressati, al limite, sull'orlo, in una lotta quotidiana anche per le cose più banali.

La nostra vita è cambiata, e in meglio... ma ripeto, la Svezia può non essere per tutti. Questa è la mia opinione e non deve per forza di cose essere condivisa da tutti, dipende sempre da quello che si desidera. Non siamo tutti uguali e di spazio al mondo ce n'è in abbondanza, occorre solo capire dove puntare la prua della propria nave...

domenica 16 maggio 2010

E' tempo di muoversi

Nell'anno trascorso qui abbiamo avuto modo di osservare, tra molte altre cose, le abitudini sportive degli svedesi. Nonostante il clima non precisamente favorevole all'attività all'aria aperta d'inverno, molti svedesi non si lasciano intimorire e si dedicano a jogging, passeggiate e altri sport anche con temperature inferiori allo zero, appropriatamente bardati ed attrezzati. Una buona altra fetta della popolazione si dedica comunque ad attività sportive indoor, spesso attraverso l'iscrizione ad associazioni sportive che offrono le proprie attività a prezzi molto bassi (senza dimenticare che esiste comunque una sovvenzione di 150 euro all'anno per il "benessere fisico"). In generale comunque, rispetto all'Italia, l'aspetto della "salute fisica" (indipendentemente dall'età) è ritenuta a quanto sembra più importante della "forma fisica" intesa come perfezione estetica (come anche la praticità e funzionalità dell'abbigliamento è ritenuta dai più di maggior importanza rispetto alla marca).
Ora poi che le temperature sono salite a livelli primaverili, c'è una vera e propria esplosione di eventi sportivi in tutta la Svezia, soprattutto eventi non competitivi di jogging. Questa cosa del "non competitivo" va molto in Svezia, e la si può considerare un'estrinsecazione della mentalità socialista svedese in cui tutti "devono" essere uguali. Ma alla fine dei conti è una bella idea, almeno per noi che non siamo mai stati sportivi "da competizione".
E anche quest'anno è giunto puntuale l'invito alla partecipazione alla VårRuset, la 5 km non competitiva di corsa per sole donne a cui avevo partecipato un po' per caso l'anno scorso, e che quest'anno a Norrköping si terrà il 3 giugno. E se allora avevo saputo dell'esistenza di una simile cosa solo qualche giorno prima dell'evento, quest'anno invece non sono stata colta alla sprovvista.

Io e Giulia abbiamo pensato che è veramente una buona scusa per scrollarci di dosso la pigrizia invernale e fare un po' di training insieme: tra l'altro gli itinerari in giro per i quartieri qui vicini sono bellissimi, variegati e immersi nel verde. I joggers in città sono davvero molti, e non tutti giovanissimi: a volte ci sentiamo davvero delle schiappe a farci superare e doppiare da chi per età potrebbe essere nostra madre o nostro padre ! Se si guarda a "chi" corre, sono prevalentemente nordici, mentre pochi sono coloro che provengono dal sud Europa (che somaticamente si notano al primo sguardo) e da lì in giù, dove l'essere attivamente sportivi sembra non essere così diffuso come tra gli scandinavi (per questione climatica ? a causa di ritmi di vita diversi ? una buona spiegazione non l'abbiamo ancora trovata). Tra questi ovviamente ci mettiamo anche noi, ma siamo sulla via del miglioramento !

sabato 15 maggio 2010

A zonzo in bici per la città

Dopo le giornate poco primaverili dei giorni scorsi, oggi il cielo è ritornato nuovamente azzurro e grazie anche al sole splendente le temperature sono diventate subito gradevoli. Complice anche la giornata di festa (non lavorativa) i prati, le passeggiate ed i viali si sono riempiti di gente in abbigliamento tipicamente estivo. Ragazzi e ragazze sfoggiavano maniche corte, camicette aperte e gonne corte. Il chiosco dei gelati era letteralmente preso d'assalto. Coppie di giovani si crogiolavano al sole distesi sull'erba finalmente verde brillante dei parchi.
E noi non abbiamo perso l'occasione per concederci un bel giro in bicicletta in città alla scoperta di nuove piste ciclabili e quartierini immersi nel verde al limite di boschi e boschetti che circondano l'abitato.

Anche se c'erano solo 20°C sembrava di essere finalmente in estate, per la prima volta non ho utilizzato il giubbetto nemmeno per andare in bicicletta, veramente una giornata da gustare all'aria aperta. La natura in due settimane ha cambiato volto, ormai quasi tutti gli alberi hanno 'buttato' le foglie, i fiori sono sbocciati abbondanti un po' dappertutto sia nelle aiuole delle case sia in quelle super-curate del comune.

Girovagando nei quartieri un po' più periferici abbiamo scoperto luoghi immersi nel verde attraversati da piste ciclabili con casette gialle dal tetto rosso dove bambini di pochi anni giocavano indisturbati, lontani da macchine e pericoli... e la nostra curiosità si è spinta poi fino ad un piccolo nuovo quartierino dove stanno prendendo vita delle belle case completamente in legno, tutte con il loro giardino adagiate tra due dolci colline-boschetto... e se fosse giunto il momento per la grande decisione?

giovedì 13 maggio 2010

Primavera bloccata

Primavera bloccata... e ieri sera per la prima volta nel 2010 ho sentito anche dei tuoni, il primo temporale della stagione. Tuoni timidi, quasi in punta di piedi per non disturbare; come sono lontani i ricordi di quei pomeriggi o serate in cui il cielo si faceva nero pece, la luce dei fulmini illuminava a giorno e il tuono dei fulmini ti faceva saltare sulla sedia. Per me abituato a correre dietro ai tornado negli States ed amante dei temporali, l'assenza di fenomeni meteorologici violenti da queste parti potrebbe a lungo andare 'annoiarmi', ma si sa che i cambiamenti nella vita bisogna accettarli sempre e possibilmente cercare di trarre il meglio da questi, conservando gelosamente i ricordi di quello che di bello si è fatto. Io dico sempre che non si chiude una porta senza che un'altra si apra...
L'Europa è bloccata da una configurazione meteorologica definita ad omega (due zone di alta pressione una sull'Atlantico e l'altra sulla Russia ed una 'saccatura' o bassa pressione in mezzo), una di quelle configurazioni che purtroppo necessitano di un certo periodo per sbloccarsi. In Italia al nord le temperature sono quasi a livello di quelle svedesi e non si contano quasi più i giorni di pioggia bensì le settimane. Anche quassù piove ma sono pur sempre piccole innaffiate che cadono dal cielo e nulla in confronto ai temporali nostrani come quello che ieri pomeriggio ha colpito la città che nemmeno un anno fa ho lasciato per salire quassù al nord.


Un temporale ha scaricato a Padova nel giro di poco tempo una sessantina di millimetri di pioggia e la città è andata in tilt proprio nel momento di maggior traffico pomeridiano. Leggere l'articolo sul giornale di stamattina mi ha messo un avvilimento dentro... per non parlare poi della vicenda giudiziaria che in questi giorni ha coinvolto i vertici dell'agenzia regionale dove ho lavorato fin dalla sua fondazione... è una strana sensazione quella che provo ma è come se mi sentissi lontano, lontano... e tutto mi arriva alle orecchie come ovattato, non mi arrabbio più per questo o per quello, non mi incavolo più se leggo della cementificazione o dei tombini che non vengono puliti... mi rattristico e basta.

lunedì 10 maggio 2010

Debutto in svedese

Fu sera fu mattina, terza settimana. Oggi è iniziata la terza settimana di lavoro con un turno di tipo M, ossia morgon vakten che significa sveglia alle 5.15 per essere in ufficio alle 6 meno qualche minuto. Uscire in bicicletta alle 5.45 del mattino quando il sole è già sorto da quasi un'oretta è proprio una bella sensazione... e sembra che più di qualcuno si muova presto da queste parti visto che qualche bicicletta ed auto ce ne sono in giro anche così presto.
Oggi per la prima volta ho messo mano ai sistemi ed oltre ad aver scritto di mio pugno qualcosa in svedese la cosa più bella è che ho tenuto il briefing meteo in lingua ! Fin dal primo turno M che avevo fatto (il terzo giorno di lavoro) mi avevano "concesso" il briefing che però per ovvi motivi ho preferito tenere in inglese per tre volte. Ma stamattina mi sentivo un po' diverso, ho preso il coraggio a due mani e mi sono buttato. "Jag provar på svenska idag, men skratta inte" ! (ho chiesto loro di di non ridere...). E devo dire che è andata piuttosto bene, mi sono anche divertito... certo non ho ancora una grande proprietà di linguaggio ma i termini meteo ormai inizio a padroneggiarli. Devo solo arricchire il parco verbi, avverbi, preposizioni, ecc.... ah le preposizioni ! Oggi ne ho imparato una nuova... sopra le superfici d'acqua si usa på e sopra la terraferma över ! O così almeno mi è stato consigliato...
Ma la giornata odierna è stata caratterizzata anche da un incontro con una signora del personale che mi ha consegnato un pacchetto di fogli con informazioni varie contenente nell'ordine: saluto del Direttore Mega Galattico, foglio con ben evidenziati il numero di giorni di ferie, spiegazioni su cosa succede in malattia, pianta del "labirinto", informazioni sulla sicurezza, info sull'associazione sportiva SMHI (di cui si entra automaticamente a far parte) che prevede ben 17 sezioni (in un altro post approfondirò questo punto), modulo per l'accredito dello stipendio, brochure sulla pensione, brochure sull'assicurazione...
Oltre a tutte queste carte che sono state puntualmente illustrate dal personale presente, mi è stato spiegato come utilizzare il programma che serve per inserire i propri giorni di assenza, la richiesta delle ferie, le malattie, i viaggi... insomma tutto quello che riguarda la propria presenza o assenza in ufficio. Il tutto viene validato poi elettronicamente dal capo con la sua firma digitale... altro che vai a prendere il modulo, stampalo, compilalo a mano, portalo dal capo, aspetta che venga siglato di suo pugno, poi portalo all'ufficio personale...
Così la giornata è finita alle 14 (visto che avevo iniziato alle 6) ma purtroppo mi sono perso la fika pomeridiana, vabbé dai, recupererò domani.

domenica 9 maggio 2010

Barbecue: l'imbarazzo della scelta

La primavera si vede anche dal fatto che nei negozi compaiono i più diversi assortimenti di barbecue e griglie possibili ed immaginabili. Ce n'è di tutti i tipi, dimensioni e tecnologie.
Gli esperti nostri amici consigliamo quelli del tipo "tondo" che è possibile chiudere per regolare il calore. Inoltre questo tipo di modello tende ad essere più utilizzabile rispetto a quelli di tipo fisso in muratura perché ovviamente permettono di cucinare anche se il tempo non è proprio dei migliori e magari cade anche qualche goccia di pioggia.

Il barbecue in Svezia è un vero e proprio "must" e d'estate rappresenta una dei passatempi preferiti. Tutte le famiglia ne sono più o meno dotate e persino i condomini ne hanno uno o più di uno in versione fissa installati nel verde comune.
Anche nei supermercati di questi tempi compaiono "accessori" dedicati appositamente al barbecue come questo incredibile stand di salse che oggi abbiamo incontrato da Willy's.

Per noi forse è ancora presto per pensare ad un acquisto serio visto che abbiamo a disposizione solo un terrazzo dove ovviamente non si può cucinare la griglia, ma intanto ci rifacciamo lo sguardo ed iniziamo ad approfondire le conoscenze.
Ovviamente si accettano consigli e suggerimenti... magari la prossima estate facciamo il grande acquisto.

mercoledì 5 maggio 2010

La fika del mercoledì

Oggi vi devo assolutamente parlare della fika che c'è al SMHI, dove lavoro da circa dieci giorni. Spero che non scoppiate a ridere a crepapelle perché ormai dovreste esserci abituati a questa parola svedese. Per gli ultimi arrivati che non conoscessero la magia della parola 'fika' in suolo svedese, ricordiamo ancora una volta che significa pausa caffè in senso allargato.
Il mercoledì da noi la fika si trasforma in una mega-fika dove oltre a mangiare e bere (dopo vi spiego il come, dove e quando) arriva sempre anche una persona di un altro settore a parlare per dieci minuti di uno o più specifici argomenti che interessano tutti i lavoratori o l'ambiente di lavoro in generale.
Ma andiamo con ordine; ogni giorno ci sono due pause obbligatorie alle 9.30 ed alle 15 circa. Si tratta di 10-15 minuti durante i quali tutti prendono d'assalto gli appositi salottini con annessa cucina super attrezzata. Tutti hanno la propria tazza personalizzata ed oltre alla classica kaffebryggare doppia (macchina per il caffè svedese) c'è anche una macchina automatica in grado di sfornare tutte le combinazioni di caffè, latte, the possibili, un po' come da noi in Italia. La cucina è attrezzata con due forni a microonde (parecchi non utilizzano il ristorante), una lavastoviglie ed un frigo bello grande (questo ovviamente è ciò che abbiamo nel nostro settore e che serve circa 30-40 persone).
Ma meglio della cucina secondo me è il salottino, in grado di accogliere almeno trenta persone contemporaneamente comodamente sedute su divani e sedie con tavolini. Normalmente accompagnate alle bevande ogni giorno ci sono due enormi cesti di frutta a cui tutti possono attingere liberamente... la prima volta che li ho visti non credevo ai miei occhi !

Ma la fika del mercoledì è diversa... sui tavoli compaiono due cesti strapieni di panini di tutti i tipi accompagnati da formaggi, burro da spalmare, peperoni in fettina e per fortuna anche marmellata... la settimana scorsa poi sono arrivate anche le kanelbullar.
Adesso veniamo però alla chiacchiere... o meglio alle spiegazioni. Da quello che ho capito (anche grazie al supporto grafico di una presentazione power point che andava sulla tv al soffitto) la persona del reparto economico che era intervenuta ha spiegato i piani futuri di ampliamento della struttura ed ha mostrato un dato che mi ha lasciato stupefatto: c'era il numero di metri quadri che sono a disposizione di ogni dipendente. Volete sapere qual'era la cifra sulla quale si discuteva dicendo che in questi ultimi anni sono calati e che quindi è opportuno pensare ad un allargamento? Trentadue metri quadri pro-capite. Lascio i commenti a voi ovviamente.
Altro argomento di discussione è stato il parcheggio e l'importanza di rifare le righe sull'asfalto altrimenti finisce che qualcuno parcheggia male ed invade lo spazio altrui... come se lo spazio non mancasse... (vedi foto dall'alto). Ma ci pensate? Fossero questi i problemi...

lunedì 3 maggio 2010

Un sogno... spaziale !

Un po' di tempo fa avevamo accennato alla nostra intenzione di intraprendere un corso universitario qui in Svezia, e oggi finalmente sveleremo di cosa si tratta.
L'idea era nata nel novembre dello scorso anno, complici un viaggio in Florida e un paio di giorni trascorsi alla visita del Kennedy Space Center, ripercorrendo le orme degli astronauti statunitensi dai primi voli suborbitali fino allo sbarco sulla Luna, e anche oltre. Questa visita, corredata da esposizioni, video, e non da ultimo dall'esperienza unica di poter assistere di persona ad uno degli ultimi lanci dello Shuttle, aveva riacceso in noi la mai sopita passione per lo spazio: un sogno che forse tutti hanno avuto da bambini, e che per noi è rimasto tale anche da adulti. Tant'è che nel 2008, avevamo tentato per gioco anche la selezione per astronauti bandita dall'ESA: ma con 8.000 domande sapevamo già che la probabilità di essere presi sarebbe stata certamente molto bassa.

Ma insomma, mai darsi per vinti, o no ? E, pensa pensa, la sera stessa della nostra visita a Cape Canaveral abbiamo pensato ad un "diversivo", ad una via alternativa per almeno avvicinarci al nostro sogno, e l'idea è subito caduta su una famosa compagnia americana che dal 2012 inaugurerà i primi voli suborbitali per "turisti spaziali". Guarda caso, la suddetta compagnia ha deciso di lavorare in Svezia. Guarda caso, noi ora abitiamo qui. Due click su internet, e scopriamo che per questi voli è stata scelta la base spaziale di Kiruna, nell'estremo nord del paese, dove già si trova la sede dell'agenzia spaziale svedese. Altri due click: guarda caso, l'università di Umeå organizza proprio a Kiruna, nell'estate 2010, un corso universitario di 3 settimane - gratuito - dal titolo "Human spaceflight and exploration".

Detto fatto: dal motel floridense scriviamo una mail alla responsabile del corso e ci addormentiamo con la testa tra le nuvole, anzi nell'esosfera. Al nostro risveglio ecco pronta la risposta nella nostra casella email: tutte le informazioni per iscriversi al corso e un link al programma dettagliato. L'iscrizione deve avvenire attraverso il sistema centralizzato delle ammissioni all'università svedese. E quindi da qui inizia un percorso fatto di TOEFL, traduzione e spedizione di certificati e documenti vari, application on-line e paziente attesa.
Sapevamo che la selezione sarebbe avvenuta in questi giorni, e ormai da una settimana controllavamo con trepidazione la casella di posta. E finalmente, oggi la bellissima notizia che entrambi siamo stati accettati ! Dall'1 al 22 agosto saremo a Kiruna !

Le mie ferie mi erano già state da tempo accordate, ora rimane solo la piccola incognita di quelle di Gabriele, il cui capo è comunque a conoscenza dei nostri progetti e ha manifestato buoni propositi per accontentarlo nei limiti del possibile...
Altri due click: ecco acquistato un biglietto A/R per la Lapponia.
Realizzare un sogno non ha prezzo. Per tutto il resto c'è Mastercard.

sabato 1 maggio 2010

La notte di Valpurga

Ieri sera grazie ai nostri amici svedesi Jan-Olof e Felicia abbiamo potuto vivere una vera tradizione svedese: la notte di Valpurga. Il 30 aprile è una festività annuale che si celebra in Estonia, Finlandia, Lettonia, Svezia, Repubblica Ceca e Germania e questa tradizione è basata sulle cerimonie pagane che si diffusero in alcune parti dell'Europa dopo la morte di Santa Valpurga nel 779 al fine di scacciare le streghe ed gli spiriti demoniaci.
In molti luoghi di Svezia e Finlandia si celebra questa festa bruciando dei falò accompagnati qualche volta anche da fuochi d'artificio. Per gli svedesi il vero significato di questa notte è celebrare l'arrivo della primavera e nei tempi antichi (ben precedenti alle tradizioni religiose): i falò servivano proprio per bruciare le cose vecchie dell'inverno e fare spazio a quelle nuove. Solo con l'avvento della cristianità in Svezia attorno all'anno 1000, i fuochi di Valpurga vennero connessi all'attuale significato.
Valpurga è stata quindi anche l'occasione per rimettere piede ancora una volta nel B&B di Jan-Olof e Felicia... e che emozione rileggere le libro degli ospiti le nostre parole datate 22 gennaio 2009...

Grazie alla loro ospitalità è stata servita una magnifica cena accompagnata da una sapiente selezione di vini (c'era anche un Valpolicella ripasso) e l'occasione è stata propizia per fare l'amicizia con una nuova coppia di 'immigrati', proveniente da Parigi. Lui ricercatore oceanografo (che ha trovato in Francia difficoltà simili a quelle che i ricercatori italiani incontrano nel Bel Paese, seppure in misura minore, a sentire le sue parole) assunto all'SMHI (siamo colleghi ora...) e lei ingegnere agrario. Storie simili le nostre...
Ho sempre detto che vivere in un paese diverso dal proprio offre diverse opportunità tra cui oggi cito quella culinaria (seppure noi non abbiamo nulla da invidiare a nessuno... nemmeno ai francesi). Eppure a volte si scoprono cose inaspettate, come quello che è successo ieri sera. Non sono mai andato matto degli asparagi in Italia - io avevo incontrato sempre e solo quelli bianchi che vengono lessati - ma a cena sul piatto c'erano degli asparagi verdi (scottati sulla padella con un filo d'olio fino a farli divenire quasi croccanti e messi su un letto di crostini) che si solo rivelati una vera leccornia !
E' ovvio però che dopo la carne sul tavolo è comparsa una selezione di formaggi che poco aveva di svedese visto che i pezzi migliori erano francesi ed italiani... ma il segreto della vita all'estero è questo: ti apre la mente a sapori e sensazioni nuove e così puoi scegliere il meglio, quello che più ti si addice, prendendo una cosa da qui e un pezzetto da là, allargando l'esperienza tutto diviene molto più godibile.
E mentre sorseggiavo uno Shiraz australiano, per un attimo sconnesso dalla discussioni della tavola, riflettevo su quanto sia piacevole sentire tante lingue diverse che si mescolano attorno ad un tavolo, francese, italiano, svedese, inglese... e ritrovarsi a capire quella strana lingua fatta di suoni e parole mescolate che inevitabilmente i nuovi arrivati si ritrovano a parlare finché non acquisiscono un ampio vocabolario svedese!

Poi è arrivato il momento di vivere la tradizione dei falò e così con una breve passeggiata in compagnia dei figlioletti - due allegre bambine ed un bimbo (tutti tra i 5 e gli 8 anni) - abbiamo raggiunto il luogo prescelto per l'accensione del fuoco portato a termine dagli scouts.
L'esplosione del verde primaverile quest'anno si è fatto attendere un po' di più ma ormai è dietro l'angolo, ed è questione solo di qualche giorno ancora.