giovedì 22 marzo 2012

La religione in Svezia - parte 2

Da quando siamo qui in Svezia l'argomento "religione" è stato sollevato più volte da parenti e conoscenti rimasti in Italia: c'era chi semplicemente era curioso sulle tradizioni svedesi, chi si chiedeva se la chiesa cattolica esistesse in qualche modo anche qui, chi si domandava quale religione avremmo professato in Svezia. 
Bene, per gli interessati alle tradizioni svedesi il precedente post sulla religione più diffusa in Svezia dovrebbe essere abbastanza esauriente. Si tenga conto, come ben scriveva Carin in un suo commento, che molti svedesi, pur appartenendo sulla carta alla Svenska Kyrkan, di fatto non partecipano a nessuna attività religiosa (men che meno alla messa della domenica) e in chiesa con tutta probabilità ci sono stati per il battesimo e il matrimonio (quelli che sono sposati), e ci torneranno solo per il loro funerale. 
Per chi invece si ponga delle domande sulla chiesa cattolica in Svezia, questa esiste ed anche nella nostra città c'è una chiesetta dove viene celebrata la messa domenicale in varie lingue: dato che la comunità più numerosa a Norrköping è quella serbo-croata, seguita da quella polacca, viene da sè che la messa sia a volte in serbo-croato e a volte in polacco (più raramente in svedese, mai in italiano nè tantomeno in latino). 
Quello che in ogni caso balza all'occhio è la diversa influenza della chiesa (protestante o cattolica che sia) nella vita del cittadino: a parte il volantino pubblicitario della Svenska Kyrkan che ci viene recapitato nella cassetta della posta tutte le settimane assieme alle offerte speciali dei vari supermercati cittadini, non abbiamo mai ricevuto altri "inviti" più o meno espliciti a partecipare alle iniziative religiose protestanti o cattoliche, nè tantomento visite del parroco o benedizioni della casa, nemmeno in corrispondenza delle ricorrenze più solenni. A scuola non esiste l'ora di religione, nè ovviamente l'"attività alternativa" per chi religione non la fa. Di catechismo come attività "regolamentare" per i bimbi svedesi non si è mai sentito   parlare. Nei vari discorsi tra colleghi e amici, non vi è mai stato nulla di carattere vagamente religioso e nessuno ci ha mai chiesto a che religione apparteniamo. 

Ecco, perchè è appunto questa la questione: per chi non si sente di appartenere ad alcuna religione o magari si sente cristiano ma non accetta ad occhi chiusi tutto quello che la religione cattolica impone, vivere in Svezia non fa sentire "diversi". E questa è una cosa positiva, soprattutto per i bambini.
In Italia, dove tutti "devono" andare in chiesa, a catechismo, all'ACR, e appena qualcuno esce dichiaratamente dagli schemi  è considerato diverso. E nessun bambino vuol essere diverso dagli altri, per cui molti genitori accettano passivamente l'educazione cattolica "prevista" dalla scuola e "attesa" da parenti e conoscenti, semplicemente per amore del quieto vivere. Come spesso accade l'apparenza conta molto piú della sostanza.


Qui in Svezia il problema semplicemente non si pone. La scuola è del tutto laica, e nella realtà dei fatti anche la società. Non si tratta di rinnegare le proprie origini tradizioni: credo si possa credere nel Bene e metterlo in pratica senza per forza appartenere ad una delle grandi religioni, e si possono sempre insegnare ad un bambino la storia e i principi del cristianesimo che per forza di cose appartiene alla nostra cultura e alla nostra storia europea, si può coltivare la spiritualità come anche parlare di religione e spiegare come si puó conciliare il credere in un essere creatore con le evidenze e le evoluzioni continue della conoscienza e della scienza, quella stessa scienza che pervade in qualche modo ogni lato delle nostre vite (viste anche le nostre personali formazioni universitarie e situazioni lavorative).

Il fatto di vivere all'estero puó anche aiutare ad aprire gli occhi su diverse aspetti e permettere di conoscere piú da vicino altre realtá che altrimenti sarebbero rimaste completamente sconosciute. Chi in Italia conosce bene ad esempio le differenze tra cattolicesimo e protestantesimo? Eppure entrambe sono religioni cristiane... 

Il far girare le rotelline nella testa, porre domande, sollevare interrogativi, dovrebbe essere considerata come una cosa positiva. E qui lo è davvero.

8 commenti:

Giulia ha detto...

Qualche sassolino eh?

mafalda ha detto...

È talmente raro poter condividere questo punto di vista con qualcuno... è un peccato che siamo lontane! Io spero tanto che le cose cambino, ma non mi illudo.

lybra219 ha detto...

Mi pare ancora un post che evidenzia l'abisso che separa l'Italia dalla Svezia.Non mi sorprende perché conferma quanto ho saputo sull'argomento parlandone con degli svedesi.C'é poco da commentare,soltanto da leggere,tacere e riflettere......

Kata ha detto...

Dubito che i serbi frequentino la messa cattolica. Sono quasi tutti ortodossi. Vorrà dire che c'è una grande comunità croata a Norrköping (che invece sono cattolici).
E' vero che il croato e il serbo sono due varianti della stessa lingua, ma quanto alla religione c'è una bella differenza tra i due popoli.

Morgaine le Fée ha detto...

Se posso fare un'osservazione, so che in realtá esiste l'ora di religione nelle scuole, anche se si chiama ora delle *religioni*, in altre parole si studiano le maggiori religioni di diversa provenienza. nonostante io sia agnostica, penso che un'ora del genere sia importante per capire le diverse culture, momenti storici e mentalitá che sono state condizionate da una visione religiosa (quanti di noi sentono discorsi sull'Islam, ad esempio, semza avere la piú pallida idea di cosa c'é nel Corano?).

Nella generazione svedese antecedente alla nostra la religione é ancora abbastanza importante per il simbolismo, la coreografia, e il senso di appartenenza. Mia suocera, per dire, é dispiaciuta di non vedere me e il Vikingo sposati in chiesa, e i bambini battezzati.

Silvia ha detto...

@ Morgaine: l'ora di "religioni" mi sta bene, non altrettanto mi starebbe bene l'IRC (Insegnamento Religioso Cattolico) come si chiama l'ora di religione nella scuola italiana. Essere informati sulle religioni senza propendere per l'una o per l'altra lo ritengo positivo e arricchiente, ma che sia catechismo no eh !

Daniele ha detto...

Una cosa che ho notato è che quasi tutte le feste religiose, tranne ovviamente quelle grandi (Natale, Pasqua e poco altro) vengono spostate al weekend più vicino e non sono festività nazionali. I santi e i morti? Si celebrano nel primo weekend di novembre. L'annunciazione? La domenica più vicina al 25 marzo. L'ascensione? Il weekend più vicino al nostro ferragosto... E così via.

badialima ha detto...

Ciao! Sono arrivata da poco (10gg!) in Svezia per un periodo di studio e una delle cose che mi stava "ossessionando" era proprio capire come funzionasse il discorso religione. Un po' per deformazione da studi - l'antropologia mi ha lasciato il solco, un po' per non fare gaffe, ho cercato di capirci qualcosa ma senza grande successo... I vostri post sono stati illuminanti :) Grazie! Continuerò a seguirvi.