giovedì 1 luglio 2010

Miniere e cavalli

Smaltiti i postumi dei festeggiamenti, domenica è giunta l'ora di rientrare nell'Östergötaland, la regione che ci ha dato ospitalità da quando siamo in Svezia. E così abbiamo sfruttato il rientro in automobile per visitare alcuni luoghi, in particolare le miniere di rame di Falun, oggi patrimonio dell'umanità incluso nella famosa lista dell'Unesco. Per diversi secoli a partire dal tredicesimo l'area attorno alla attuale cittadina di Falun è stata una delle più importanti aree minerarie al mondo. Le attività di escavazione sono state terminate negli anni '90 e la miniera e tutti gli edifici connessi sono stati trasformati in un interessantissimo sito di archeologia industriale.
L'escursione nel sottosuolo che porta fino a -66 m di profondità e la visita all'adiacente museo permette di capire a fondo quali erano le condizioni di lavoro nella miniera nelle diverse epoche. Nel sottosuolo l'illuminazione artificiale è stata ridotta al minimo e spesso la guida fa uso di lampade ad olio che vengono accese e spente di volta in volta nei punti adibiti alle interessanti spiegazioni. Diversi sono anche gli oggetti che giacciono come addormentati a testimoniare le durissime condizioni di lavoro nel sottosuolo.
Tra le storie interessanti che si incontrano lungo la via c'è quella di Fet Mats un giovane che nel 1677 sparì dal paese di Falun e che fu ritrovato nella miniera quarantadueanni dopo in perfetto stato di conservazione, come se fosse deceduto il giorno prima. Il suo corpo si era apparentemente pietrificato grazie alla presenza del vetriolo all'interno della miniera. Nessuno ne aveva denunciato la scomparsa e quindi il ritrovamento rimase un mistero finché una signora riconobbe quello che al tempo, quarant'anni prima, era il suo fidanzato. Una storia da brividi. Dopo il ritrovamento il corpo divenne meta di "pellegrinaggio" e rimase esposto in una bacheca di vetro nel museo per altri trent'anni ed anche lo scienziato Linneo venne a Falun per studiarne il corpo. E fu proprio lui ad accorgersi che il corpo non era pietrificato bensì ricoperto di vetriolo (acido solforico) e che quando la sostanza sarebbe evaporata il corpo avrebbe iniziato a "distruggersi". E così fu perché dopo trent'anni il povero Fet Mats aveva perso una gamba e l'aspetto non era più dei più belli, tanto che la direzione del museo fu costretta (dalle proteste dei visitatori di allora) a dare degna sepoltura al corpo.
L'altra storia interessante è costituito da quello che successe nel giorno di midsommar del 1687: una grandissima parte della miniera crollò. Fortunatamente non ci fu nessuno morto appunto perché anche allora a midsommar non si lavorava.
Il bello del viaggiare in auto è che puoi fermarti quando vuoi e dove vuoi. E così è stato per un altro paio di visite lungo il percorso studiato a tavolino. Nella prima abbiamo visto la Ornässtugan, una splendida casa adagiata sulle sponde di un lago costruita nei primi anni del 1500 dove anche Gustav Vasa ha risieduto per un periodo nella sua avventura nel Dalarna attorno al 1520. Nella seconda, molto meno culturale ma comunque curiosa, abbiamo potuto ammirare da vicino il più alto Dalarnhäst di tutta la Svezia (e penso anche del mondo), alto 13 metri e pesante 67 quintali. Questo si che sarebbe un souvenir con i fiocchi !

1 commento:

Argentea//Daniela ha detto...

Sono contentissima che siate passati da Falun, ho vissuto lì 6 mesi per il mio Erasmus! La miniera è davvero suggestiva, e in inverno quando è coperta di neve ancora di più... nel piazzale della miniera attorno all'Immacolata fanno un grande mercatino natalizio con prodotti artigianali e gastronomici!
Ah, la tomba del minatore è ancora visibile, è nel cimitero della chiesa vicino al dormitorio degli studenti