lunedì 18 luglio 2011

Dagens ros

Fin dai nostri primi giorni in Svezia non abbiamo potuto far a meno di notare la gentilezza e la cortesia degli abitanti del posto. Sarà una cosa da nulla, ma entrare in un negozio, chiedere un qualcosa e ricevere la risposta con cortesia e - soprattutto - con il sorriso sulle labbra, non è una cosa così banale.
Negli ultimi nostri tempi in Italia - parliamo del 2009 - non era invece raro imbattersi in commesse immusonite, servizi clienti campioni mondiali di villanaggine, maleducazione alquanto diffusa, e in generale un clima di sospetto ("quello sicuramente mi vuole fregare") e di "tuttodovutismo" ("perchè mai dovrei ringraziare, visto che è quello che mi spetta ?").
Aggiungiamoci poi quello che si legge sui giornali italiani o si sente ai TG (lista di notizie dal deprimente al catastrofico, eccezion fatta per i soliti gossip da spiaggia sulla velina o il calciatore di turno): non è certo da far venire il buonumore appena alzati dal letto...
Il tutto è forse parzialmente comprensibile data la situazione di crisi economico-morale-sociale-culturale-politica italiana. Ma è anche un cane che si morde la coda: tutto questo catastrofismo alimenta il malumore, il quale a sua volta alimenta un clima di sospetto-astio-amarezza. 
Bene, anche la Svezia ha avuto la sua crisi (in modi e tempi diversi) e non è certamente il Paese perfetto. Ma: un sorriso fa bene a chi lo riceve e fa bene anche a chi lo dà, un "grazie" non costa nulla e qui entrambe le cose non vengono centellinate. Dall'idraulico che viene a sistemare le tubature del bagno, dalla commessa nel grande magazzino, dal medico in ambulatorio o in ospedale. E anche la riconoscenza: ogni giorno, sul giornale locale, appare una pagina di ringraziamenti (la rubrica si chiama "Dagens ros" - la rosa del giorno - e la pubblicazione è gratuita) dove si legge veramente di tutto: dalla vecchietta che ringrazia il tassista che l'ha aiutata a portare per 2 piani di scale le 2 valigie dopo un lungo viaggio, alle persone oneste che restituiscono borse o portafogli dimenticati in giro (quasi ogni giorno), al medico che ha seguito bene un paziente per lungo tempo, ai vicini di casa che si sono presi cura del gatto o delle piante durante le vacanze dei legittimi proprietari. Due righe, davvero, ma che bella cosa !
E poi: almeno ogni giorno si legge un articolo dedicato a qualcuno del posto che si è reso famoso o ha fatto qualcosa di utile per la collettività grazie al proprio impegno. Insomma, notizie positive. Sentire che più di qualcosa funziona, nel marasma generale, riscalda in cuore e non può che essere positivo per tutti. 

5 commenti:

Selena ha detto...

grazie per queste belle notizie, sapere che c'è un paese cosí educato fa bene all'umore!!! ;)

lybra219 ha detto...

Ciò che raccontate non mi sorprende ma mi emoziona.Anche io ero sorpreso di questi comportamenti durante i miei primi viaggi in Svezia,poi ho cominciato a capire qualche cosa di più.Sono cose piccole,che magari non ci riguardano direttamente ma leggerle trasmette serenità, pace e benessere.Quanto alla nostra crisi economica-morale-culturale-politica etc. etc. è irreversibile e stiamo sprofondando.Andarvene è stata una grande idea anche se sareste stati utili al nostro Paese;già ma il nostro Grande Paese si sarebbe dovuto accorgere di voi invece è troppo impegnato a sistemare i figli di e i parenti di e a discutere di tutto senza mai venire a capo di nulla.

whatthehellsgoinon ha detto...

Confermo, qui in svezia l'approccio con i clienti e' completamente diverso. Non ti fanno sentire una cosa inutile una m.daccia, come se gli stessi chiedendo un favore come in italia. Non voglio esagerare, ma il cliente qui e' il protagonista principale in un negozio alla cassa ecc.. Anche se in italia ci sono dei posti di una certa "qualita'" ma non tanti purtroppo. Qui il 98, 99% dei posti e' cosi! Saluti dallo Småland

cuocavolante ha detto...

Nel buddismo si dice che l'ambiente e' il riflesso di quello che abbiamo dentro quindi....................noi possiamo "trasformare" l'ambiente che ci circonda!

Anonimo ha detto...

Scusate ma mi sento di dissentire leggermente: lavorando come commesso in cassa (in Italia, sob) vedo una situazione parecchio diversa da come la dipingete voi. Mi spiego, molto spesso il cliente vede noi commessi come i loro schiavi e il cliente non ha il minimo rispetto verso di noi che stiamo lavorando. Non ammettono un nostro possibile errore, non ammettono di dover attendere il completamento di un compito a volte lungo e così via...
Lavorare in queste condizioni per 10 ore al giorno, 5-6 giorni alla settimana rende noi commessi a volte sgarbati (non lo nego).