giovedì 28 gennaio 2010

Posto pubblico fisso, stipendio certo... siamo sicuri?

Circa una volta alla settimana cerco di mantenere pulita la casella di posta elettronica del mio posto di lavoro in Italia (essendo in aspettativa sono ancora a tutti gli effetti un dipendente). Lo faccio più che altro per ripulirla dallo spam e da mail inutili. Ieri però mi è caduto lo sguardo su una mail catalogata "urgente" proveniente dal direttore generale e relativa agli stipendi di gennaio 2010 (io lavoravo in un ente pubblico della Regione Veneto con più di 1.000 dipendenti).
Quando l'ho letta sono rimasto a bocca aperta e mi sono sentito male per i miei colleghi visto che il sottoscritto essendo appunto in aspettativa non prende più lo stipendio né matura anzianità. La mail dice che in pratica che a causa dell'improvvisa condizione di eccezionale difficoltà finanziaria (quante belle parole...) della Regione Veneto, il mio ente si vede costretto a liquidare a fine mese il 90% dello stipendio netto. Punto e fine. E qualcuno poi mi diceva che facevo male a lasciare un posto fisso con uno stipendio certo a fine mese...
Tutto questo oggi sembra surreale. A sentire poi le voci di corridoio, a saltare potrebbero essere in futuro anche gli incentivi di produttività. Che dire... tante brave persone laureate in fisica, ingegneria, astronomia con un lavoro di responsabilità, impegnati sabato, domeniche e tutte le sante feste, in servizio anche di notte quando il dovere chiama e sempre disponibili in reperebilità telefonica forse si meriterebbero un riconoscimento diverso.
Quando c'ero ancora dentro, mi sentivo come Don Chisciotte contro i mulini a vento, a combattere inutilmente per dei diritti che nessuno voleva prendersi la briga di difendere, perché non si è mai tutti uguali e c'era sempre un'eccezione a giustificare tutto. Ma quando poi vedi le cose da un altro punto di vista (pensate a come vengono riconosciuti oggi i turni di lavoro e persino gli orari scomodi a Silvia qui in ospedale, tre notti = una settimana di vacanza extra), allora fai sempre più difficoltà ad accettare quello che prima mandavi giù a malincuore. Sapete qual'era la compensazione monetaria per lavorare la domenica, Pasqua o Natale che sia? 17,82 euro lordi al giorno... senza parlare del lavoro notturno che diventava il "normale" orario di lavoro.
D'accordo che c'è chi sta peggio, chi è magari ancora precario (ma lo sono stato anche io per 11 anni...), magari chi in cassa integrazione o è appena stato licenziato, ma giunti a questo punto, quale sarà la prossima mossa?

8 commenti:

alessandro ha detto...

la sommossa?

Amalia ha detto...

Non so proprio quale possa essere la mossa giusta...la sommossa??? Certo è, mai arrendersi, abbassare la testa o accettare tutto perchè c'è qualcuno peggio di noi. Questo è sicuramente ciò che non risolve alcun problema!

MassimoP ha detto...

La Regione non ha approvato il bilancio in tempo (ripicca di Galan?) e noi, avendo a quanto pare un grooooosso buco di bilancio, non abbiamo avuto diritto ad un 'prestito' o semplicemente non avevamo fondi in cassa.. [purtroppo non c'e' molta chiarezza].
Confermo invece che gli incentivi sono bloccati per via di un mancato accordo coi sindacati (riguardante l'applicazione del decreto Brunetta).
Per fortuna Gabriele che non sei piu' qui!
Adesso spero che nessuno legga questo commento pena la 'deportazione' in qualche altra sede/ufficio (come va di moda adesso...)
Ciao,
max

Anonimo ha detto...

Scusate il semi-OT...Sono indeciso se espatriare (definitivamente o solo per 6-12 mesi) in Germania, Norvegia o Svezia...
Della Germania mi piacciono varie cose, ma mi terrorizza lo stereotipo di paese pieno di persone inflessibili, e di una societa' un po' chiusa (Kirche, Kuchen, Kinder), specie nel sud...
Guarda caso quasi tutti i Tedeschi piu' simpatici che ho conosciuto vivevano all'estero (ed uno mi ha anche detto di non voler mai piu' tornare in patria).
Ho una mia teoria secondo cui piu' vai a Nord (Scandinavia, Scozia, ecc...) piu' trovi in generale una societa' piu' aperta (dal punto di vista dei costumi e della paura verso gli stranieri) e "laid back", forse anche per un maggior contatto con la natura, territori meno popolati, meno "city people", ecc...
Per esperienza vostra come sono gli Svedesi da questi punti di vista?
Poi e' ovvio che puoi incontrare persone di ogni tipo dappertutto, ma non stiamo a prenderci in giro con mantra del tipo "Life is what you make of it" o "People are just people"...Il substrato culturale di un paese influenza il carattere generale delle persone.
Grazie mille

Anonimo ha detto...

Volevo aggiungere...In Germania se non parli Tedesco, secondo me' i locali s'inc...no un po' (visto nella Svizzera Tedesca) e pensano "ecco un altro straniero che non si vuole integrare", a parte il fatto che sicuramente la conoscenza dell'Inglese non e' ai livelli Scandinavi.
In Scandinavia invece credo che la sopravvivenza i primi mesi/anni, nell'attesa di diventare fluenti nella lingua locale, sia meno traumatica e frustrante...

Ice Kent ha detto...

un impiegato statale, o di un ente pubblico, oggi è ancora abbastanza tranquillo. pochi maledetti e subito è (o era) il suo motto, riferito ai soldi.
ho fatto turni e notti anche io, tecnico di manutenzione prima, sistemista al ced poi. quando diminuirono l'orario notturno, togliendo lo straordinario, in effetti si lavorava per 7000 lire l'ora, e quindi 56mila lire.
da sistemista la reperibilità veniva pagata solo tre giorni su sette, ma se tenevi il cellulare spento il giorno dopo il dirigente ti redarguiva, bonariamente ma costantemente.
mi mancano 15 anni per la pensione, e ad essere sincero non ho più voglia, nè il coraggio, di affrontare un espatrio.
però è il consiglio che sto dando ai miei figli.

Giorgio ha detto...

Sono d'accordo sul discorso in generale, bisogna vedere se la tua personalita' e' compatibile con le caratteristiche di una certa nazione... e questo e' molto soggettivo. Ho conosciuto molti italiani che sono entusiasti della Germania, altri che invece dalla Svezia sono scappati a gambe levate dopo pochi mesi. Altri stranieri che nonostante le avversita' economiche, di lavoro, etc si sono trasferiti in Italia e sono le persone piu' felici al mondo.
Personalmente ritengo che ci siano alcuni aspetti da tenere in considerazione. Prima di venire in Svezia ho vissuto 6 anni in Olanda e provo fare un confronto.

1- Il carattere della gente: per me un elemento fondamentale per decidere se vivere in un Paese. Inutile ribadire i soliti stereotipi sulle popolazioni del Nord. In Svezia sono sicuramente rare le occasioni in cui nascono conversazione spontanee con estranei in occasioni informali (cioe' al di fuori di cene, serate a casa di amici, etc), pero' ad onor del vero devo dire che in generale la gente del luogo ama la conversazione, e' molto ospitale e generosa e curiosa di conoscere a fondo un potenziale amico. Sono rari i gruppio di personei molto estesi, pero' se allacci amicizia con uno svedese puoi pienamente contare su quella persona.
Rispetto agli olandesi sono sicurtamente meno individualisti e piu' generosi. E sul livello di comunicazione mi sento culturalmente piu' vicino alla Svezia. Il difetto piu' grave nelle relazioni rimane per me il fatto che per "sciogliersi" debbano costantemente devastarsi con l'alcohol.

2- L'organizzazione dello stato e della burocrazia. Qui impera il Big Brother,e' il Paese dei grandi numeri. Tutto e' regolato e sotto controllo c'e' una burocrazia intricatissima e ferrea che pero' (al contrario dell'Italia) e' ben organizzata e funziona. Per ottenere il personnummer (specie di codice fiscale che e' la password per accedere a tutti i servizi) ci ho impiegato circa un mese e in quel periodo mi sono sentito come un fantasma: non potevo aprire un conto bancario, non potevo registrarmi al collocamento, non potevo pagare l'assicurazione sula casa... etc. Per la Svezia io non esistevo. Dopo tutto funzionava perfettamente, Trovo un po' pesante tenere conto delle decine di fatture, notifiche, aggiornamenti che arrivano settimanalmente. In piu' tutto funziona ma nessuno sa come: gli stessi svedesi spesso non sanno darmi informazioni sul sistema pensionistico, sulla copertura lavorativa etc... Su questo punto sono un po' perplesso: apprezzo l'organizzazione del sistema statale ma trovo un po' opprimente essere costantemente sotto controllo. Preferivo una regolamentazione piu' light all' olandese.
Di positivo c'e' che a differenza dei tedeschi (che applicano le regole in manier acritica e inflessibile), gli svedesi sono piuttosto critici verso certi manierismi burocratici e verso chi li governa se necessario.

3-Clima e ambiente. Anche qui inutile sottolineare che non siamo ai tropici. Le lunghe giornate estive e le grandi distese di foreste sono i fascino della Scandinavia. L'inverno e' lungo, qualche spruzzata di neve puo' scappare anche ad Aprile. Questo secondo inverno e' decisamente piu' difficile da affrontare del primo per me, soprattutto per il buio prolungato e non so se a lungo termine riusciro' ad adattarmi (o prendero' due mesi di vacanza in qualche isola tropicale come si usa da queste parti). Anche questo va a persona... Provare per credere,

Comunque prova, magari inizia con 6 mesi o un anno e vedi come va. Se senti affinita' per i paesi nordici non potra' che essere una bella esperienza.

chechimadrid ha detto...

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