venerdì 18 settembre 2009

Partita iva e... tasse

Stamattina è giunta l'ora finalmente di aprire la mia partita iva. Nei giorni scorsi eravamo stati in un ufficio apposito del comune di Norrköping chiamato Näringslivets Hus, che equivale ad un centro per l'inprenditoria a fissare un appuntamento per alcuni chiarimenti.
Alle 8.30 puntuali ci siamo presentati con i moduli ritirati precedentemente allo Skatteverket (l'ufficio tasse) ed una bella lista di domande.
Il colloquio si è svolto parte in inglese e parte in svedese, visto che la Silvia era presente e questo ha facilitato la spiegazione del consulente, un signore sulla sessantina molto gentile (il servizio offerto dal comune è stato gratuito, abbiamo dovuto solo compilare un modulo per la statistica).
Tra una domanda nostra e un racconto delle sue vacanze romane, tutte le nostre curiosità sono state soddisfatte. Ecco quindi un riassunto di alcune delle cose che abbiamo capito e che forse potrebbero tornare utili a chi volesse iniziare una propria attività in terra svedese.
La prima cosa che mi ha colpito è il fatto che chiunque può avere più di un lavoro. Ricordo con molto disappunto che in Italia, quando vinsi un concorso pubblico e venni assunto presso un ente pubblico regionale come meteorologo, mi costrinsero a chiudere la partita iva che avevo, anche se gli eventuali altri lavori non sarebbero stati in conflitto di interessi.
Lo stesso consulente, per fare un esempio concreto, ci ha detto che lui era dipendente pubblico, aveva una partita iva personale, una seconda ditta assieme ad un'altra persona ed era anche socio di una Spa. Quattro per uno quindi !
Quando poi gli abbiamo chiesto se in Svezia esistevano gli studi di settore che stanno mettendo in difficoltà non pochi italiani, soprattutto tra i giovani che iniziano un'attività, il signore ci ha guardato molto strano annullando così tutti i nostri timori; in Svezia non esiste nulla del genere.
Iva anticipata? Non se ne parla. Regola n.1: prima hai i soldi e poi li versi allo stato.
Veniamo ora alle tanto discussa questione delle tasse. La cosa funziona così.
Dal lordo, detratte le spese incontrate per svolgere la propria attività, viene concesso un abbattimento forfettario del 25%. Su quello che resta si calcolano le tasse comunali (da noi al 32%) e quelle statali che sono variabili in funzione della fascia di reddito.
Le tasse statali sono calate di un punto percentuale dal 2008 e coprono tra l'altro la pensione di anzianità, l'assistenza sanitaria, l'assicurazione sul lavoro e dei familiari...

Veniamo a degli esempi concreti che farò su due fasce (in realtà ce ne sono sette).
La quarta fascia si applica ai redditi lordi tra i 116.300 ai 336.600 corone annue, che equivalgono alla forchetta tra i 950 e i 2900 euro lordi al mese quindi abbastanza ampia. In questa fascia si paga il 30% di tasse statali. Se sommiamo questo 30% al 32% di tasse richieste dal comune, abbiamo un totale di 62% che però tenendo conto del 25% di riduzione forfettaria portano ad un totale di 46,5% di tasse.
Se invece il reddito è più alto le tasse aumentano e di parecchio. In ultima fascia, che è quella per i redditi superiori alle 538.800 corone annue (ossia più di 4.400 euro al mese lordi) la percentuale statale sale al 57%. Nel complesso si arriva a circa 67% di tasse.
Una cosa che abbiamo capito in Svezia è la seguente: tutti qui stanno mediamente bene, non ci sono gli estremi (tanti ricchi e tanti poveri) che si possono trovare in Italia, perché semplicemente non conviene guadagnare troppo.
Le tasse che si versano si concretizzano poi in servizi ed i soldi ritornano indietro ai cittadini con gli interessi; pensiamo solamente a quanto si spende in Italia per mandare a scuola i propri figli tra tasse scolastiche e libri. Qui le tasse che si pagano permettono di non spendere nemmeno un euro, anzi una corona per la scuola. Ed è solo uno degli esempi possibili.
Rientrati a casa, ci siamo collegati al sito web del Bolagsverket e in 15 minuti di orologio abbiamo compilato on-line tutti i moduli, li abbiamo firmati con la e-legitimation elettronica della banca, inviati e pagato la tassa di apertura che è di 900 corone. Se non avessimo avuto bisogno dei chiarimenti, il tutto si sarebbe potuto svolgere tranquillamente dal computer di casa... una comodità non da poco.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

grazie ragazzi questo vostro blog è davvero illuminante. In merito a questo post posso chiedere di fare qualche altro esempio dei servizi, oltre la scuola, rientranti nelle tasse? Ad esempio in che consiste l'assistenza sanitaria, o l'assicurazione o la pensione...grazie! Luca

gattosolitario ha detto...

Interessante, non sapevo molte di queste cose. Per gli studi di settore sono una cosa che esiste solo in Italia, ovvio che nel resto del mondo civilizzato non puó esistere una cosa del genere :D

Sarebbe interessante sapere cosa comporta dover mantenere il bokföring (la contabilitá) in Svezia, e quali sono i problemi alla dichiarazione delle tasse. Per esempio per la nostra förening é abbastanza complicato, almeno per me ovvio.

Una domanda: le sette fasce si applicano solo a chi ha una partita iva, non a chi é dipendente, giusto ?

E poi, quindi fai una enkelfirma immagino. Anche da un punto di visto di struttura societaria ce ne sono varie. Una volta mi misi un pochino a leggere!

Anonimo ha detto...

HI. sono ery, ho ventuno anni e vivo a londra. Ho la svezia nel cuore e arrivare lì è il mio grande sogno. =) posso chiedervi se sapete qualcosa sulle università? i costi? e sopratutto la lingua!
ps. vorrei essere lì

alessandro ha detto...

Ma a chi spetta la detrazione del 25%?

alessandro ha detto...

altra cosa: cosa si può dedurre dall'imponibile? E in che %?

Anonimo ha detto...

quindi pagare le tasse non è questione morale, ma bensì di convivenza civica e utilità sociale. Gli svedesi hanno un patto sociale alto e saldo. Una nota: in Italia non ci sono tanti ricchi e tanti poveri. Ci sono pochi ricchi, tanti che vivono con stipendi di mille euro scarsi al mese a testa e i poveri stanno inesorabilmente aumentando. Per farsi un'idea degli stipendi che girano pensate a cosa guadagna un operaio, un operatore addetto all'assistenza e poi guardate i siti delle ASL italiane e cliccate su "operazione trasparenza" e vedete cosa guadagna all'anno un direttore di distretto socio-sanitario, che di solito è un medico che si improvvisa manager e che sta lì perché messo dal partito al potere di turno! senza parlare dei mega stipendi dei "manager" che fan fallire aziende a partecipazione pubblica o private. Amen

Unknown ha detto...

GRAZIE MILLE!!! Forse dovrò aprire una partita IVA a breve... siete stati illuminanti!

pablohoney ha detto...

mi sa che c'è qualcosa che mi sfugge...
se ho ben capito le persone che guadagnano al più 336.600 sek annue pagano il 46.5% di tasse mensilmente. ora, dividendo 336.600 per 12 ed applicando la percentuale data, si ottiene uno stipendio netto mensile di 1495 euro.
ho ripetuto lo stesso ragionamento per uno stipendio di 538.800 corone annue. imponendo il 67% complessivo di tasse da pagare, mensilmente il guadagno è di 1463 euro.
1495>1463.
ora, è chiaramente inevitabile che le imposte vadano proporzionate sul reddito, ed è tanto inevitabile quanto giusto. però se questi conti sono esatti si sfiora il parossismo.
sembra almeno paradossale che una persona che guadagna di più paghi TALMENTE tanto di più da ottenere, sul netto, di MENO di una persona il cui guadagno lordo sia minore.
per altro ho le mie perplessità sull'effetto a lungo termine di questa politica: non è incentivante per i lavoratori! non dico che sia meglio un modello come quello nordamericano (statunitense o canadese), dove la tassazione è meno pesante ma il lavoro assorbe grossa percentuale della vita degli individui, però secondo questi dati viene meno la fondamentale motivazione (nel senso di spinta) nel lavoro: la retribuzione.

saluti!

paolo

Frans Halmsson ha detto...

@pablohoney come in tutti i sistemi di tassazione si va a scaglioni uno che guadagna 100 per i primi 10 pagatasse come uno che guadagna solo 10

pablohoney ha detto...

ovvio, sebbene nulla impedisca tecnicamente la possibilità di un calcolo puntuale. nulla, se non la possibilità di procurare un collasso nervoso a tutti i contabili e commercialisti.
tuttavia, al di là di questa ipotesi, sarebbe comunque possibile equilibrare le bande di reddito in modo tale che gli intervalli di stipendi netti non presentino sovrapposizioni.
se una persona vede che pur ottenendo un posto di lavoro rilevante, meritato magari faticosamente tramite anni di studio e sacrifici e rinunce, arriva a guadagnare di MENO di una persona che invece non ha dedicato altrettanto tempo alla formazione (e in svezia studiare non è un problema di soldi. non come in altri posti!), allora, probabilmente, questa persona non sarà così incentivata nè a desiderare un posto di lavoro che vale molto (valore lordo) ma rende poco (valore netto), nè a faticare per arrivare ad una situazione che io definirei frustrante.
questa è chiaramente una mia personale interpretazione catastrofista, ma da italiano mediamente attento sono perfettamente conscio del potenziale distruttivo che il lassismo può avere sulle risorse di una nazione.


paolo

Betulla ha detto...

Cari Silvia e Gabriele, un po' al giorno sto leggendo TUTTO il blog. Grazie! Quando l'ho trovato ero già perdutamente innamorata della Svezia di mio, e quando rientro a casa non vedo l'ora di collegarmi per leggere le vostre avventure. Ho una domanda per Gabriele: sono dipendente statale da una quindicina d'anni, e mi chiedevo: se mi trasferisco in Svezia, posso continuare a pagare contributi volontari in Italia fino all'età pensionabile, e prendere poi la pensione italiana? Mi scoccia lasciargli tutti i miei contributi, benché seguire i propri sogni - la libertà prima di tutto-, non abbia prezzo... Grazie! Sabrina.