sabato 24 aprile 2010

Facce nuove, nomi nuovi

E' sabato mattina e mentre Silvia si gode il meritato riposo della notte di turno trascorsa in ospedale, io in silenzio riordino i miei appunti di scuola, la mia "cartella" e sistemo gli indirizzi dei vecchi compagni di banco. Ebbene sì, ieri mattina per la seconda volta in quattro mesi ho dovuto a malincuore salutare ancora una volta i compagni del corso di lingua svedese. Era già successo a fine febbraio quando dopo aver passato il test finale del corso C ero stato upgradato al livello D. Ieri proprio nel momento più bello, in cui l'affiatamento nel nuovo gruppo aveva raggiunto un buon livello anche grazie agli ultimi arrivi "europei" di questa settimana, ecco che di nuovo sono costretto ad abbandonare.
Lunedì alle 8 mi aspetta l'inizio di una nuova vita lavorativa in Svezia e devo confessarvi che ieri è successo qualcosa che mi ha anche emozionato. L'insegnante a scuola mi ha chiesto di spiegare a tutti cosa sarebbe successo e perché dovevo lasciare il gruppo; nel momento dei saluti (ho dovuto lasciare l'aula in anticipo per un altro impegno) tutti mi hanno fatto un applauso, ed è stato un gesto bellissimo! Sono tutte persone che conoscevo da poche settimane ma alla fine siamo tutti nella stessa barca e con le stesse difficoltà, così la notizia che avrei iniziato a lavorare è stata per tutti un momento di gioia sincera.
Da lunedì verrò proiettato in un terzo gruppo in quanto continuerò a frequentare il corso D di svedese SFI in versione serale, una volta alla settimana. Facce nuove e nomi nuovi. Il bello di tutto questo però è che alla fine ti rimangono nell'agenda indirizzi email e numeri di telefono di coloro con i quali hai legato di più, nomi più o meno strani di nuovi amici con i quali sarà divertente vedersi, chiacchierare e scambiare inviti culinari. Nel mio caso queste persone provengono da Romania, Iran, Francia, Stati Uniti, Macedonia, Iraq e Thailandia.

Penso che quando si deve per un motivo o per l'altro lasciare l'ambiente dove si è nati e cresciuti per emigrare all'estero, sia importante avere una mente predisposta a sintonizzarsi sua una visione più internazionale della società, magari mettendo da parte i preconcetti che inevitabilmente vi si sono stati instillati in passato... alla fine tutto risulta meno difficile e soprattutto... ci si diverte di più !

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande Gabriele, ti faccio i miei migliori auguri.
Mi è piaciuta molto la conclusione del tuo discorso.
In Italia esiste una mentalità veramente obsoleta e vecchia, considerano gli stranieri come sottosviluppati, e pensano di essere chissà che cosa.

Non sanno cosa si perdono, vivere in una società multirazziale, multiculturale è fantastico, una crescita esponenziale, ogni persona diversa da te può insegnarti tantissimo.
Io sono Italiano, ho una compagna Tedesca di etnia Cinese, e amici Turchi, Indiani, Romeni e Giapponesi; ed è fantastico.
Mi rammarico a volte sentire i discorsi di alcuni Italiani con la mente chiusa, e segregati nel loro bel paesino padano.
Non sanno le possibilità che si perdono..

Ciao Gabriele e ancora auguroni. Buona vita.

TopGun ha detto...

Ciao Gabriele.

molto umili e piene di buon senso le tue parole.
fa piacere di leggere di come stai\state costruendo serenamente la vostra vita.

ti ho citato in questo post:
http://thelyndonsyndrome.wordpress.com/2010/04/24/il-candelotto-e-la-stanza-degli-stronzi/#comment-459

Buon fine settimana.

Marika ha detto...

Io sono per un mondo multiculturale. Abbiamo così tanto di positivo da scambiarci.

Buona fortuna per il tuo lavoro!

andima ha detto...

d'accordissimo sulla conclusione. Il problema e' che spesso queste cose le si capiscono proprio dopo qualche anno all'estero, proprio perche' nessuno parte con un libretto di istruzioni e sono tanti i luoghi comuni, mentalita' sbagliate, insomma difetti che ci portiamo dietro, un po' per il paese da dove viviamo, un po' per storia, cultura, tradizioni.
Gli errori ci vogliono, come esperienza, per capire, per migliorare, poi pero' e' indispensabile capire alcuni concetti di base che rendono tutto diverso e sicuramente "ci si diverte di piu'"!

Silvia ha detto...

Mille auguri per il tuo nuovo lavoro! E anche un grande grazie per questo bel post sul valore che può assumere l'immigrazione all'interno di un paese.. Che può implicare anche un continuo scambio di indirizzi e di culture! Augurissimiiiiiiiii!

chechi ha detto...

ci si diverte di più, e si sta meglio...ma a volte ci si sente più soli.

Anonimo ha detto...

Bravi Gabriele e Silvia. Ho vissuto in danimarca a Copenaghen dal 1990 al 2000 quando sono rientrato in italia. Bel blog e bello il modo di raccontare la svezia. Potrà mancarvi il sole, gli amici e la famiglia ma avete trovato un paese a dimensione d'uomo. Non è il paradiso la scandinavia e forse neppure un esempio, ma semplicemente un paese civile. Un grande in bocca al lupo! Sven

Anonimo ha detto...

e oggi avete il sole, pare.... come vanno i primi giorni di lavoro? Stancanti? Interessanti? Both? Ciao! Giovanni Turra

Anonimo ha detto...

ue!!! da quando lavorate tutti e due non si scrive più nulla qui ????