Anna e Martin, alla loro prima esperienza in Veneto, hanno avuto modo di vivere in prima persona la vita quotidiana in una qualsiasi famiglia italiana, con i suoi lati anche buffi e particolari: qualche perplessità per la colazione dolce (“ma qui si fa fika a colazione ???”) che comunque sembrano aver apprezzato, per l’abitudine di non togliersi le scarpe in casa, per la facilità con cui si aquistano - e bevono - alcolici, e non da ultimo per la combinazione di molto charme e basso costo di un aperitivo al bar, con stuzzichini vari e il sole ormai estivo che scalda il viso. E ancora: la bellezza dei paesaggi e dell’arte, la vicinanza di mari e monti (dal B&B dove abbiamo pernottato la notte di Pasquetta si potevano vedere contemporaneamente Prealpi ed Appennini, nonché ammirare la pianura tra sconfinate distese di alberi di pesco e kiwi e altrettanti numerosi vigneti).
Ma hanno avuto anche modo di sperimentare la folla con la confusione che ne deriva, il traffico estremo, l’inquinamento di aria e acqua, i prezzi spesso gonfiati in alcuni settori, il gran numero di venditori ambulanti stranieri dalla dubbia regolarità, i racconti delle vicissitudini politiche italiote… insomma anche i lati poco attraenti che magari non colpiscono immediatamente il turista frettoloso che non pensa alla differenza tra visitare un Paese per vacanza e invece sceglierlo come propria residenza.
Ed è questo, alla fine, che volevamo far vedere loro: un’Italia non per turisti, non quella idilliaca di “Drömmen om Italien”, ma quella della gente che ci lavora, che ci vive, con i suoi lati positivi e quelli negativi.
E a noi, che effetto ha fatto tornare indietro ancora una volta ? Personalmente un po’ di nostalgia per la gente che conosciamo, per il clima (ormai qui in Veneto le temperature hanno toccato i 20°C, mentre in Svezia le massime sono attorno ai 10°C) con la natura che è ormai in piena esplosione primaverile, e per il cibo, con tutte le possibili variazioni e specialità da regione a regione, da città a città, da borgo a borgo. Ma il capitolo nostalgia è breve e finisce qui.
Insomma, contenti della vacanza, ce ne torniamo a casa nostra, dove ci aspettano nuovi progetti e nuove avventure, e possiamo in questo momento dire: “borta bra, men hemma bäst”, ovvero in da qualche altra parte si sta bene, ma a casa propria (in Svezia) si sta meglio.
4 commenti:
"da qualche altra parte si sta bene, ma a casa propria (in Svezia) si sta meglio" suona più come un messaggio di autoconvincimento...da tutti i vostri messaggi, nascosti tra le frasi, si intravede sempre il vostro amore per l' Italia e il cruccio di non poter rimanere a causa di condizioni di lavoro sfavorevoli. Io capisco le vostre scelte professionali e vi auguro il meglio. Però....per quanto mi riguarda.... la Svezia è decisamente troppo fredda come clima. Buon ritorno e continuate a raccontarci cosa c'è di bello e funzionale lassù.
Giorgio
E io che pensavo, dal titolo, che voleste commentare le donnine svestite in TV giá di mattina presto...:) Buon rientro!
Non mi abituerò mai a la gente che entra in casa con le scarpe addosso...che schifo...anti-igenico specialmente considerando le quantità di cacce di cane in giro per i marciapiedi e le fisse di tutto ciò che fa ammalare degli italiani...bläää!
Ma non gli avete fatto vedere una scuola italiana!!!???
O forse un passo per volta è meglio...
La risposta era: in Italia FIKA a colazione, a pranzo e anche a cena, va bene???!!!!!
Eh eh
Mi sovviene la desueta barzelletta che si raccontava alle medie, quella della portaerei....dunque:ci sono un italiano, un inglese e un tedesco....
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